Famiglie italiane: mai così ottimiste dall'inizio della pandemia

17.11.2021
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Le attese delle famiglie italiane sulla situazione economica continuano a migliorare, insieme alla propensione a spendere nei comparti più colpiti dalla crisi. Maggiore cautela tra i meno abbienti
La quota di coloro che si attendono un peggioramento della situazione economia generale e del mercato del lavoro è calata di oltre 10 punti percentuali
Un terzo delle famiglie dichiara di aver messo da parte qualche risparmio dall’inizio della crisi. Una quota che cresce in riferimento ai nuclei il cui capofamiglia è laureato
Migliorano le prospettive degli italiani, raggiungendo i massimi dall'inizio della pandemia. E, con esse, anche la propensione a spendere nei comparti più colpiti dalla crisi. Sono i risultati della sesta edizione dell'indagine straordinaria di Banca d'Italia, condotta tra la fine di agosto e l'inizio di settembre su un campione di oltre 2.000 nuclei familiari.
Il saldo tra le attese di miglioramento e peggioramento della situazione economica generale e del mercato del lavoro, in un orizzonte temporale di 12 mesi, è dunque diventato positivo per la prima volta dall'inizio delle rilevazioni nella primavera dello scorso anno. La quota di coloro che invece si attendono un peggioramento nei due ambiti considerati si è contratta di oltre 10 punti percentuali, raggiungendo rispettivamente il 27 e il 31%. Certo, le attese sul reddito familiare non si sono scaldate, anzi, tre nuclei familiari su quattro si attendono entro la fine dell'anno entrate analoghe a quelle incassate nel 2020; e il 15% addirittura inferiori.
Però non manca chi continua ad affermare di essere riuscito a mettere da parte qualche risparmio dall'inizio della crisi (circa un terzo degli intervistati), specie tra i nuclei che vantano un capofamiglia laureato. Sostanzialmente stabile anche la quota di coloro che credono di poter continuare ad accantonare nei prossimi 12 mesi (44%).
Intanto, rispetto alla rilevazione di aprile, cala il numero di coloro che affermano di aver ridotto le spese per alberghi, bar e ristoranti rispetto al periodo pre-covid (-15%) sebbene si tratti ancora di una quota elevata (71%). A congelare in parte la spesa restano i timori del contagio, mentre si riduce il peso delle misure di contenimento “con il venire meno delle restrizioni a partire dalla primavera”, spiega l'istituto guidato da Ignazio Visco. Ciononostante, permane una “certa cautela nelle attese di spesa a tre mesi, in particolare tra le famiglie con maggiori difficoltà economiche e tra quelle che nel mese precedente l'intervista hanno percepito un reddito più basso rispetto a prima della pandemia”.
A tal proposito, due terzi delle famiglie hanno dichiarato che tra fine agosto e inizio settembre la campagna vaccinale era in fase di miglioramento o restava comunque in linea rispetto alle attese. Al punto che il 64% degli intervistati ha rivelato che “avrebbe riportato la propria spesa per alberghi, bar e ristoranti almeno ai livelli precedenti l'emergenza sanitaria se i tre quarti della popolazione italiana avessero completato il ciclo vaccinale”, scrivono i ricercatori. Una percentuale che va oltre l'80% per le famiglie che affermano di arrivare facilmente alla fine del mese, mentre scivola sotto il 60% per quelle che soffrono difficoltà economiche.
Intanto, rispetto alla rilevazione di aprile, cala il numero di coloro che affermano di aver ridotto le spese per alberghi, bar e ristoranti rispetto al periodo pre-covid (-15%) sebbene si tratti ancora di una quota elevata (71%). A congelare in parte la spesa restano i timori del contagio, mentre si riduce il peso delle misure di contenimento “con il venire meno delle restrizioni a partire dalla primavera”, spiega l'istituto guidato da Ignazio Visco. Ciononostante, permane una “certa cautela nelle attese di spesa a tre mesi, in particolare tra le famiglie con maggiori difficoltà economiche e tra quelle che nel mese precedente l'intervista hanno percepito un reddito più basso rispetto a prima della pandemia”.
A tal proposito, due terzi delle famiglie hanno dichiarato che tra fine agosto e inizio settembre la campagna vaccinale era in fase di miglioramento o restava comunque in linea rispetto alle attese. Al punto che il 64% degli intervistati ha rivelato che “avrebbe riportato la propria spesa per alberghi, bar e ristoranti almeno ai livelli precedenti l'emergenza sanitaria se i tre quarti della popolazione italiana avessero completato il ciclo vaccinale”, scrivono i ricercatori. Una percentuale che va oltre l'80% per le famiglie che affermano di arrivare facilmente alla fine del mese, mentre scivola sotto il 60% per quelle che soffrono difficoltà economiche.