Euro digitale: sfide, rischi e opportunità

14.10.2021
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La bce ha avviato la fase di esplorazione sull'euro digitale: quali le ragioni, i rischi e le opportunità di una sua prossima ed eventuale adozione? Se ne è a parlato ad un evento di Assiom Forex
Giovedì pomeriggio si è tenuto il webinar organizzato da Assiom Forex dal titolo "Sfide, rischi ed opportunità dell'euro digitale. Quali sono gli impatti su banche, sistemi di pagamento, clienti retail e SME? Come sta evolvendo il panorama delle central bank digital currencies e delle cryptocurrencies"
La tavola rotonda tenuta da Salvatore Luigi Alonzo (Banca d'Italia) ha coinvolto Marco Coda (Banca Sella), Stefano Favale (Intesa Sanpaolo) e Marcello Vittorio Ronco (Unicredit)
L'euro digitale da sogno potrebbe diventare presto realtà. A Bruxelles infatti si è conclusa la fase di consultazione ed è partita quella esplorativa. La banca centrale europea nei prossimi 24 mesi capirà la fattibilità del progetto. A darne l'annuncio è stata la stessa Christine Lagarde, che ha sottilenato come d'ora in avanti ci sarà un cambio di marcia da parte della bce sull'euro digitale. Quali i rischi e le opportunità dell'adozione della central bank digital currency europea? Se ne è parlato giovedì in un webinar organizzato da AssiomForex.
Nel corso della tavola rotonda è intervenuto Salvatore Alonzo Vice Capo del servizio dei pagamenti di Banca d'Italia, che ha innanzitutto spiegato come “l'euro digitale rappresenterebbe una forma elettronica di moneta centrale utilizzabile dai cittadini e imprese e che andrebbe ad affiancare (e non a restituire) le banconote e le monete”. Secondo Banca d'Italia una sua introduzione potrebbe essere necessaria in diversi scenari e avrebbe diversi benefici: supporto digitalizzazione e indipendenza europea, declino dell'uso del contante, evitare conseguenze negative della diffusione di altre CBDC o stablecoin, promozione ruolo internazionale dell'euro, riduzione dell'impatto ambientale e dei costi imputabili al sistema dei pagamenti. Nell'investigation phase, al via quest'ottobre e che durerà almeno due anni, oggetto di valutazione da parte della bce sarà: come ottenere una efficiente distribuzione dell'euro digitale, come ottenere la merchant acceptance, quali misure prevedere per assicurare la stabilità finanziaria, come facilitare l'interoperabilità dll'euro digitale con la moneta di banca commerciale, come offrire on-boarding e fund services e identificare rischi e vantaggi per gli intermediari.
Stefano Favale, Responsabile della Direzione Global Transaction Banking di Intesa Sanpaolo, è così intervenuto: “l'euro digitale è da auspicare soprattutto per la lotta al contante, il cui utilizzo ad oggi in Italia comporta costi per oltre 2 miliardi di euro, dall'altro il rischio per il settore bancario è quello di essere disintermediato e che venga sottratto delle risorse necessarie per gli impieghi”. Come evitare dunque che l'euro digitale possa spiazzare i depositi bancari? “L'obiettivo dell'euro digitale è quello di offrire un mezzo di pagamento e non una forma d'investimento, come invece vengono concepite la maggior parte delle criptovalute. Per evitare lo spiazzamento dei depositi ci sono diverse proposte diverse allo studio. Una prima è quella di introdurre dei limiti, sopra i quali la quantità in eccesso viene trasferita sul conto bancario. Un'altra proposta è quella per cui al di sopra di una certa soglia scatta un disincentivo in termini di remunerazione” ha spiegato Alonzo che ha spiegato che qualsiasi decisione verrà presa Decisioni sarà in pieno accordo con il mercato.
Per quanto riguarda il tema della disintermediazione invece se è vero che essa stessa è un postulato della blockchain, gli attori finanziari avranno comunque un ruolo importante. “Se è vero che la blockchain disintermedia una parte infrastrutturale importante di contabilità e di scambio, l'eventuale custodia conto terzi, lo scambio tra asset diversi, l'accettazione di pagamenti e-commerce, il credito collateralizzato dai crypto asset e la consulenza in qualsiasi sua declinazione sono tutte attività che presuppongono un intermediario” ha affermato Marco Coda - Banca Sella, Crypto & Digital Asset Specialist
Infine Marcello Vittorio Ronco, Head of Digital platforms & ecosystem di Unicredit si è soffermato sui tre progetti pilota più rilevanti attualmente in tema di CBDC. “Tantissime banche centrali – si stima il 60% - sono impegnate in progetti di proof-of-concept. Quelli in fase più avanzata sono lo yuan digitale, e-krona e il sand dollar, rispettivamente le CBDC di Cina, Svezia e Bahamas. Se della valuta digitale svedese non si hanno ancora numeri rilevanti, in Cina nella prima fase di test sono stati creati 21 milioni di wallet ed eseguiti 70 milioni di transazioni. A maggio 2021 i sand dollar in circolazione erano nell'ordine dei 200 mila dollari”.
Per quanto riguarda il tema della disintermediazione invece se è vero che essa stessa è un postulato della blockchain, gli attori finanziari avranno comunque un ruolo importante. “Se è vero che la blockchain disintermedia una parte infrastrutturale importante di contabilità e di scambio, l'eventuale custodia conto terzi, lo scambio tra asset diversi, l'accettazione di pagamenti e-commerce, il credito collateralizzato dai crypto asset e la consulenza in qualsiasi sua declinazione sono tutte attività che presuppongono un intermediario” ha affermato Marco Coda - Banca Sella, Crypto & Digital Asset Specialist
Infine Marcello Vittorio Ronco, Head of Digital platforms & ecosystem di Unicredit si è soffermato sui tre progetti pilota più rilevanti attualmente in tema di CBDC. “Tantissime banche centrali – si stima il 60% - sono impegnate in progetti di proof-of-concept. Quelli in fase più avanzata sono lo yuan digitale, e-krona e il sand dollar, rispettivamente le CBDC di Cina, Svezia e Bahamas. Se della valuta digitale svedese non si hanno ancora numeri rilevanti, in Cina nella prima fase di test sono stati creati 21 milioni di wallet ed eseguiti 70 milioni di transazioni. A maggio 2021 i sand dollar in circolazione erano nell'ordine dei 200 mila dollari”.