Euro debole anche per colpa del gas: ecco perché

Se l'euro ha raggiunto i minimi da 20 anni sul dollaro non è solo per colpa della Bce più cauta della Fed
L'impatto di una possibile crisi del gas in Europa avrebbe un impatto sulla crescita europea tale da giustificare un raffreddamento della moneta unica
In passato le divergenze nella politica monetaria di Fed e Bce hanno spiegato una buona parte del rafforzamento del dollaro sull'euro. In vista dell'inverno, però, vari analisti hanno messo in risalto come il ricatto di Mosca sul gas costituisca, ormai da qualche tempo, anche una minaccia per il valore dell'euro sul mercato dei cambi.
“La Russia in Europa gioca un ruolo fondamentale sull’evoluzione del cambio, grazie alle sue pressioni sul gas. Con una correlazione a 30 periodi di quasi il -0,84 tra il paniere dell’euro (EXY) e il futures sul gas europeo TTF, gli investitori non possono non tenere in considerazione l’evoluzione della materia prima”, ha dichiarato a We Wealth il market analyst di eToro, Gabriel Debach, “effetti negativi che infatti rinforzano le pressioni inflazionistiche e soprattutto effettuano una decisa compressione sulla crescita economica dell’eurozona”.
Nell'area euro, dice Craig Erlam, analista di Oanda, "i tassi sono aumentati più lentamente fino ad ora, l'economia è più vulnerabile e presenta maggiori rischi di ribasso a causa dell'esposizione all'energia russa e alla guerra in Ucraina”. Alla luce di ciò, ha aggiunto “il dollaro è meglio posizionato rispetto all'euro, poiché i tassi stanno aumentando più rapidamente negli Stati Uniti rispetto all'eurozona e l'economia è più resistente".
Anche per Francesco Pesole, FX Strategist di ING, “le scommesse ribassiste sull’euro sono state guidate primariamente dall’ulteriore rialzo del prezzo dell’energia in Europa, il quale ha continuato a peggiorare le aspettative del mercato riguardo la tenuta economica dell’eurozona".
Euro, un outlook a breve termine
Come testimoniato dalla recente notizia delle forti scommesse ribassiste dei trader (ai massimi dal marzo 2020) sull'andamento dell'euro, lo slancio della moneta unica sembra ancora piuttosto negativo. Federico Vetrella, Market Strategist di IG Italia ritiene che l'euro soffra “di una debolezza intrinseca dettata principalmente dalla politica monetaria della Banca Centrale Europea che sta cercando di non alzare troppo velocemente (e aggressivamente) i tassi di interesse così da non inficiare la crescita economica del Vecchio Continente”.
“Per quanto riguarda le previsioni di breve termine, crediamo che il cambio euro/dollaro possa mostrare vigorosi segnali rialzisti oltre la parità e verso il primo target posto a 1,0294, spinto soprattutto dal rialzo 'costante e graduale' dei tassi di interesse da parte della Bce con ulteriori allunghi solo dopo aver superato la resistenza di 1,0439", ha affermato Vetrella; "nel caso opposto potremmo vedere la coppia EUR/USD scivolare ben oltre il supporto di 0,9900 a causa del continuo apprezzamento del biglietto verde”.
Dopo un nuovo aumento superiore alle attese per l'inflazione dell'Eurozona ad agosto (9,1%) la Bce potrebbe procedere a ridurre le distanze con la Fed attraverso “un rialzo atteso a settembre che potrebbe perfino essere di 75 punti base”, ha affermato Debach.
"Il cambio euro/dollaro viene ad essere negoziato all’interno dell’area di congestione tra 1,036 e 0,989, sebbene sul grafico giornaliero sia presente una divergenza rialzista che possa far auspicare un nuovo retest dei massimi dell’area. E' un'evoluzione che tuttavia assisterà a decisa volatilità con le pubblicazioni sui NonFarm Payroll di questo venerdì”, ha concluso Debach, “un valore al di sopra delle attese potrebbe esercitare pressioni rialziste sul dollaro (e quindi al ribasso sul cambio Eur/Usd), offrendo un primo esame positivo ad un percorso di rialzi più aggressivo”.