Dopo la correzione del Nasdaq, i titoli tech torneranno a correre?

Già ad inizio 2022 le prospettive sul settore tecnologico si erano fatte più avare, visto che il rialzo dei tassi da parte delle banche centrali favorisce, di solito, i titoli delle società che operano in settori più tradizionali, con valutazioni più convenienti - i titoli Value
Secondo Gabriel Debach, market analyst di eToro, il settore tecnologico potrebbe beneficiare di un ritmo di rialzi dei tassi più moderato del previsto, se la situazione geopolitica dovesse stimolare un approccio più prudente da parte delle banche centrali
Già ad inizio 2022 le prospettive sul settore tecnologico si erano fatte più avare, visto che il rialzo dei tassi da parte delle banche centrali favorisce, di solito, i titoli delle società che operano in settori più tradizionali, con valutazioni più convenienti. La sottoperformance del settore tecnologico potrebbe essere vicina al termine? E' immaginabile una nuova corsa delle Big Tech, come avvenuto dopo il (ben più ampio) crollo del marzo 2020?
“Sì, sebbene con le dovute cautele”, ha dichiarato a We Wealth, Gabriel Debach, market analyst di eToro, “l'inversione in particolare del comparto tecnologico, rispetto all'inizio del 2022, è legata a previsioni che gli effetti della guerra in Ucraina e le sanzioni nei confronti della Russia possano rallentare il piano di aumenti dei tassi d'interesse guidato dalla Fed. Situazione che potrebbe quindi rivedere al rialzo le aspettative sul comparto Growth”.
Come avevamo ricostruito qualche tempo fa, quest'ultimo comparto era diventato meno attraente agli occhi degli analisti nella prima parte dell'anno, quando la principale preoccupazione era costituita dal rialzo dei tassi d'interesse da parte delle banche centrali. L'inflazione, in particolare negli Usa, ha costantemente incalzato i banchieri centrali accrescendo l'influenza dei falchi, favorevoli a politiche monetarie più restrittive. Questo resta un elemento ancora in grado di influenzare le scelte degli investitori sul comparto Growth, titoli che beneficiano maggiormente di politiche monetarie lasche.
“Gli ultimi dati sull'inflazione statunitense hanno rafforzato le possibilità di rivedere una Fed più falco”, ha proseguito Debach. “A riguardo interessante notare come nei FedWatch gli investitori abbiano invertito le previsioni nella riunione Fomc di giugno, 'prezzando' ora un rialzo più aggressivo di 50 punti base, nel range 100 -125 punti base. Percentuali che solamente una settimana fa vedevano un rialzo di 25 punti base al 61,9% rispetto al 31,8% di un rialzo di 50 punti base. Oggi invece la situazione si è invertita, con le probabilità di un rialzo di 25 punti base al 42,3% e quelle di un rialzo di 50 pb al 43,6%”.
In questo scenario, ha affermato l'analista di eToro, “si creano opportunità in alcuni settori tecnologici, come quelli delle Big Tech, con i loro bilanci più solidi, o la Cybersecurity con una domanda in continua crescita”.
In generale, però, le situazioni di debolezza del mercato sperimentate nel marzo 2020 e oggi presentano alcune differenze fondamentali in grado di incidere sulle future reazioni dell'azionario. “Le principali differenze sono riconducibili a una diversa aspettativa di politica monetaria”, ha detto Debach, “nel periodo di covid, infatti, la Fed (così come le altre banche centrali) è entrata in campo per offrire assistenza ai mercati attraverso il Qe e i tassi bassi. Tale assistenza, almeno per il momento, non sembra un'opzione. La Fed procede ancora, sebbene in questo momento maggiormente indecisa, sul piano di rialzi e con il venir meno del Qe”.
In conclusione, in questo momento in cui “i mercati stanno bilanciando le preoccupazioni di stagflazione con l'atteso cambiamento di politica della Fed”, Debach ritiene sia preferibile mantenere “un portafoglio bilanciato tra i due settori Growth e Value”.