Donne, ce ne vorrebbero molte di più nelle reti di consulenza

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La diversità rappresenta un'importante leva di sviluppo per gli intermediari finanziari. Grazie al covid sono stati messi in discussione modelli lavorativi obsoleti e anche nel canale della consulenza si sta vedendo un cambio di paradigma che porterà a una maggiore presenza femminile

Grazie al ruolo proattivo dei cf non abbiamo vissuto il disinnamoramento verso gli investimenti

Il covid mette in discussione modelli operativi, produttivi e distributivi vecchi e ormai superati

Una maggiore presenza femminile – principio cardine della sostenibilità – può essere solo positiva per lo sviluppo della consulenza finanziaria

Italiani, popolo di risparmiatori virtuosi anche nei momenti diffici ma anche fiduciosi nelle capacità delle donne. Durante il lockdown quasi la meta dei risparmiatori abituali ha incrementato il proprio risparmio ed il fattore diversity comincia a farsi sentire. Il 40,3% degli italiani preferirebbe investire in un'azienda o in fondi d'investimento guidati da donne. E il 39,9% sceglierebbe un consulente finanziario donna.
“Malgrado la grande volatilità dei mercati, grazie al ruolo proattivo dei consulenti non abbiamo vissuto il disinnamoramento verso gli investimenti e la paura che porta a svendere”, ha osservato Cinzia Tagliabue, presidente del comitato Diversity Assogestioni e amministratore delegato Amundi Sgr, durante una tavola rotonda virtuale, organizzata da Assogestioni sull'importanza della diversità come leva di sviluppo per gli intermediari finanziari. Rispetto alle crisi del passato questo va letto positivamente – ha aggiunto Tagliabue - Ora ravvisiamo i primi segnali che i risparmiatori colgono delle opportunità, soprattutto nei trend di lungo respiro: digitalizzazione, healthcare, investimenti sostenibili”. Trend che erano già evidenti ma che il covid ha accelerato.
“Con il comitato Diversity di Assogestioni stiamo laborando inoltre per riconoscere e concretizzare il valore delle donne nel risparmio gestito, individuando best practice che su base volontaria vengono implementate dalle sgr associate - ha spiegato Tagliabue - Quando si parla di investimenti, gli uomini possono farsi prendere maggiormente dalla paura. Le donne hanno una visione più ampia, basata sul raggiungimento di obiettivi prospettici, mentre l'uomo è più votato alla protezione della famiglia nel breve termine. Ci sono trend evidenti che stanno accelerando. Timori e incertezze nel futuro dal punto di vista personale, sanitario e finanziario. E la paura si riverbera nella decisione di rimanere molto liquidi”, come mostra la ricerca Censis.

“La pandemia ci ha reso degli investotori più consapevoli e meno frettolosi -  ha confermato Pietro Martorella, amministratore delegato Axa Investment Managers Italia - Vediamo una crescita di interesse e di consapevolezza tanto dell'industria quanto dei clienti finali sui temi della sostenibilità, e della diversità in particolare. Vediamo un interesse significativo su prodotti Esg. Quella che per una strategia di marketing è diventata mainstream. La scelta dei prodotti sostenibili è ormai una strada tracciata”.

 

Il ruolo dei consulenti finanziari


La pandemia ha avuto un effetto importante anche sul ruolo dei consulenti finanziari. Come osserva Paola Pietrafesa, amministratore delegato e direttore generale Allianz Bank Financial Advisors, “avevamo messo in conto un calo della raccolta tra il 20 e il 25% nel 2020, sia per il tema dell'isolamento, che non facilitava la relazione personale cliente/consulente, sia per quello della fortissima volatilità di marzo. Siamo stati sorpresi da un comportamento virtuoso dei clienti, che non solo non hanno disinvestito spinti dall'emotività dei mercati e del momento, con il rischio di capitalizzare perdite difficilmente recuperabili, ma anzi hanno colto le opportunità che il mercato offre. La spiegazione che ci siamo dati, è che rispetto alle crisi passate l'emotività è stata molto più gestita dal cliente stesso che ha fatto dei passi avanti rispetto al passato di quella che è la comprensione dei fenomeni di mercato ma sicuramente un ruolo fondamentale in questo comportamiento è da ascrivere ai consulenti finanziari”. Come rileva la ricerca Censis, l'81% del campione di clienti intervistato si dichiara infatti molto soddisfatto dal consulente, anche per il supporto avuto nel periodo dell'emergenza.

 

La diversity conta


“Il covid mette in discussione modelli operativi, produttivi e distributivi vecchi e ormai superati, che possono essere scardinati grazie alla tecnologia. Il modus operandi di qualunque attività ante-covid era una barriera all'entrata per le donne. Anche il canale dei consulenti finanziari sta vedendo un cambio di paradigma lontano dalla compresenza fisica col cliente. E questo può avvantaggiare anche le donne e permettere di superare i pregiudizi. Una maggiore presenza femminile – principio cardine della sostenibilità – può essere solo positiva per lo sviluppo della consulenza finanziaria - ha affermato Pietrafesa - Donne nelle reti di consulenza ce ne vorrebbero tante di più, per la capacità di ascolto, l'empatia, l'ambizione alla perfezione, l'attenzione al particolare, il sostegno psicologico. Tutti elementi che fanno parte della natura delle donne e che sono centrali nella prestazione del servizio di consulenza finanziaria. Grazie a questo si potrà pensare ad un benessere collettivo che fonda le proprie radici nell'enfatizzazione della diversità”.

Lo stesso dicasi per la gestione dei fondi. Come riflette Carla Scarano, senior portfolio manager azionario Anima Sgr, “all'interno di un team omogeneo è molto elevata la probabilità di impantanarsi nelle logiche del group thinkinge che potrebbe portare al bias di comportamento dell'effetto gregge, lo stesso che ha portato alla crisi dei subprime, mentre una diversità, che però va sostenuta e favorita ma anche guidata, può portare a ottimi risultati gestionali anche in contesti difficili come quello attuale”.

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