Dalle azioni ai bond: gli istituzionali cambiano mercato

Lorenzo Magnani
Lorenzo Magnani
26.3.2021
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La fuga dai bond e la rincorsa alle azioni potrebbe essere prossima a rallentare. Il Treasury paga l'1,6% e gli investitori istituzionali sono pronti a ribilanciare i propri portafogli

Il treasury americano a dieci anni, a seguito del sell-off causato dalle aspettative inflazionistiche, è salito nelle ultime settimane dello 0,7% arrivando ad essere scambiato al tasso del 1,6%

Si stima che i fondi pensioni statunitensi spostino 88 miliardi di dollari dal mercato azionario a quello obbligazionario. I fondi sovrani giapponese e norvegese mobiliteranno più di 120 miliardi di dollari

Secondo JP Morgan tale movimento potrebbe causare una perdita a Wall Street nell'ordine di 4/5 punti percentuali. Per Bnp Paribas la perdita sarà dell'1,2%

Fino a non molto tempo fa c'era una certezza tra i gestori che si chiamava 60-40: in un'allocazione equilibrata alla trazione azionaria si affiancava la sicurezza del reddito fisso. Il covid ha cambiato le carte in tavola, portando i tassi ancora più in basso di quello che già non erano e inaugurando uno dei rally borsistici più veloci della storia. In questo contesto molti hanno cantato il requiem al reddito fisso e la componente obbligazionaria è diventata sempre più marginale nei portafogli degli investitori. Tuttavia, secondo un articolo del Financial Times miliardi di dollari affluiranno dalle azioni alle obbligazioni intorno alla fine di marzo, come i grandi investitori istituzionali riequilibreranno i loro portafogli.
Le obbligazioni globali sono crollate negli ultimi tempi, guidate da un calo dei prezzi nel mercato del Tesoro degli Stati Uniti, che ha fatto salire i rendimenti sui titoli a 10 anni di 0,7 punti percentuali a circa l'1,6%. Nel frattempo, l'indice MSCI delle azioni dei mercati sviluppati è aumentato del 3,7% in quel periodo. Tale divergenza di traiettoria ha alimentato l'aspettativa che il prossimo rimpasto di mercato sia di ampia portata. "Dato il rally delle azioni e le forti vendite di obbligazioni, il ribilanciamento di fine trimestre potrebbe essere ampio ", ha affermato Sphia Salim, stratega dei tassi europei presso Bank of America. Per ribilanciamento si intende il riposizionare i pesi di portafogli e per ribilanciatori, in questo caso, si fa riferimento a fondi pensione, assicuratori e altri grandi gruppi di investimento. BofA stima che le sole pensioni private statunitensi dovranno prelevare circa 88 miliardi di dollari dalle azioni e investirli in obbligazioni.
Secondo le stime di JPMorgan, i fondi comuni di investimento bilanciati dovrebbero vendere 136 miliardi di dollari di azioni per acquistare un pari ammontare di reddito fisso. Il movimento interesserà anche i fondi sovrani al fine di raggiungere l'allocazione target. A tal fine l'istituto bancario di New York stima che il fondo pensione giapponese sposterà 44 miliardi di dollari e il gigantesco fondo petrolifero norvegese circa 70 miliardi di dollari. Nikolaos Panigirtzoglou, analista di ricerca cross-asset presso JPMorgan, stima che il ribilanciamento potrebbe causare un calo del 4-5% delle azioni a fronte di un rally del reddito fisso di circa 0,1-0,15 punti percentuali sul rendimento del Tesoro USA a 10 anni. Per quanto riguarda le tempistiche è una questione di giorni. "Dovrebbe accadere mentre parliamo, se non sta già avvenendo: nell'ultima settimana il mercato obbligazionario è andato meglio di quello azionario”.

Anche Bnp Paribas è dello stesso avviso. Già all'inizio di marzo aveva in guardia contro l'aspettativa di una forte correzione del mercato a causa dei flussi di ribilanciamento. La banca francese ha stimato un calo dell'1,2% delle azioni statunitensi nell'ultima settimana del trimestre a fronte di vendite pari 50-67 miliardi di dollari. Meno della previsione di Jp Morgan. “I ribilanciamenti impattano in minore misura il mercato, quando nelle settimane precedenti le azioni hanno sovraperformato le obbligazioni”. Inoltre, il deflusso istituzionale potrebbe essere in parte compensato da un afflusso retail. Deutsche Bank prevede acquisti di azioni diretti o tramite fondi per 170 miliardi di dollari.
Laureato in Finanza e mercati Internazionali presso l’Università Cattolica di Milano, nella redazione di We Wealth scrive di mercati, con un occhio anche ai private market. Si occupa anche di pleasure asset, in particolare di orologi, vini e moto d’epoca.

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