La corsa del fisco alla tecnologia: più algoritmi e meno incertezze?

28.1.2022
Tempo di lettura: '
L'amministrazione fiscale ricorre alla tecnologia in modo sempre più marcato per contrastare l'evasione fiscale
La tax technology consente alle imprese di migliorare i processi fiscali interni
La tecnologia è utilizzata dal fisco in funzione di controllo e verifica: tanto per contrastare l’evasione quanto per migliorare la compliance e le performance di recupero del gettito
Il potere digitale, con la sua (asserita) capacità di dominare l'incertezza e ricondurre ogni incognita ad una verità plausibile – in quando calcolabile, ormai da tempo, ha permeato ogni dimensione della vita in comune.
Tanto l'ambito privato, riconducibile alla sfera del singolo individuo, quanto quello pubblico, inteso come perimetro in cui si articolano le funzioni delle istituzioni, è sempre di più capillarizzato dal potere digitale che, almeno apparentemente, facilita le procedure, accorcia le distanze, assottiglia i margini di errore.
In questo scenario, in cui il rapporto tra tecnologia e istituzioni è pressoché saldato in maniera definitiva, non stupisce apprendere che anche l'amministrazione fiscale, considerata ostile ai cambiamenti, ricorre alla tecnologia in modo sempre più marcato; da un lato, ad esempio, per contrastare – antiche, ma irrisolte – patologie, legate all'evasione e all'erosione della base imponibile attraverso il profith shifting; dall'altro, per instaurare un rapporto con il contribuente meno ostile e, conseguentemente, per influire positivamente sulla tax morale.
Ebbene, tenendo a mente (come a più riprese ha sostenuto il Prof. Oreste Pollicino) che più aumenta il ricorso alla tecnologia, anche da parte delle istituzioni, più è necessaria una cornice normativa precisa, idonea a regolamentare lo spazio in cui il potere digitale si muove – che, come ogni potere, non può dirsi neutro –, va guardata con assoluto favore la notizia che il MUR ha concesso al Prof. Angelo Contrino, ordinario di diritto tributario (insieme ad altri Professori universitari), un corposo finanziamento per portare avanti un progetto di ricerca che mira a rendere sempre più funzionale, ma anche bilanciato, il rapporto tra potere digitale e amministrazione fiscale.
Più nel dettaglio, la ricerca si propone, entro uno specifico quadro normativo di riferimento, di sviluppare software a beneficio dell'amministrazione fiscale, per consentire una più precisa verifica delle dichiarazioni fiscali, ostacolare l'evasione e facilitare la riscossione del gettito.
La tecnologia, pertanto, è utilizzata dal fisco in funzione di controllo e verifica: tanto per contrastare l'evasione quanto per migliorare la compliance e le performance di recupero di gettito.
Ma non è tutto. Anche la giustizia tributaria, infatti, sembra preparare il terreno per un sempre maggior ricorso alla funzione tecnologica.
Ebbene, tenendo a mente (come a più riprese ha sostenuto il Prof. Oreste Pollicino) che più aumenta il ricorso alla tecnologia, anche da parte delle istituzioni, più è necessaria una cornice normativa precisa, idonea a regolamentare lo spazio in cui il potere digitale si muove – che, come ogni potere, non può dirsi neutro –, va guardata con assoluto favore la notizia che il MUR ha concesso al Prof. Angelo Contrino, ordinario di diritto tributario (insieme ad altri Professori universitari), un corposo finanziamento per portare avanti un progetto di ricerca che mira a rendere sempre più funzionale, ma anche bilanciato, il rapporto tra potere digitale e amministrazione fiscale.
Più nel dettaglio, la ricerca si propone, entro uno specifico quadro normativo di riferimento, di sviluppare software a beneficio dell'amministrazione fiscale, per consentire una più precisa verifica delle dichiarazioni fiscali, ostacolare l'evasione e facilitare la riscossione del gettito.
La tecnologia, pertanto, è utilizzata dal fisco in funzione di controllo e verifica: tanto per contrastare l'evasione quanto per migliorare la compliance e le performance di recupero di gettito.
Ma non è tutto. Anche la giustizia tributaria, infatti, sembra preparare il terreno per un sempre maggior ricorso alla funzione tecnologica.
Lo sa bene il Prof. Giuseppe Melis, ordinario di diritto tributario presso la Luiss Guido Carli, che, in un recente contributo*, ha sviluppato interessanti riflessioni sull'utilizzo sempre più diffuso di software predittivi nelle decisioni giudiziali; interrogandosi, tra le altre cose, sull'inedito rapporto che si va scrivendo tra giustizia tributaria, caratterizzata da "oceaniche masse di ricorsi", e il potere degli algoritmi.
L'ambito fiscale, pertanto, è ormai colonizzato dal potere digitale. Questo è vero anche per le imprese che, per impostare al meglio le strategie di pianificazione fiscale, investono risorse nella funzione tecnologica a servizio del settore tax. Si parla, in effetti, di tax technology per indicare quei software che consentono alle imprese di migliorare i processi fiscali interni, ottimizzare la gestione degli adempimenti, aumentare la compliance e, conseguentemente, ridurre le occasioni di controversie con il fisco.
E invero, in un mondo che cambia, anche il fisco fa altrettanto. Una simile circostanza è senza dubbio positiva, perché l'intento è quello di contrastare l'evasione. In questi termini, le imprese dovrebbero considerare seriamente l'opportunità di ricorrere alla tax technology per implementare strategie fiscali idonee a trasformare la funzione fiscale in partner strategico, capace, non solo, di facilitare il raggiungimento degli obiettivi aziendali, ma anche di migliorare il rapporto con il fisco.
*G. Melis, Sull'uso della tecnologia predittiva applicata ai precedenti nel processo tributario: note minime sul PNRR e a margine di una recente sentenza … “imprevedibile, in Innovazione e Diritto, 4/2021
L'ambito fiscale, pertanto, è ormai colonizzato dal potere digitale. Questo è vero anche per le imprese che, per impostare al meglio le strategie di pianificazione fiscale, investono risorse nella funzione tecnologica a servizio del settore tax. Si parla, in effetti, di tax technology per indicare quei software che consentono alle imprese di migliorare i processi fiscali interni, ottimizzare la gestione degli adempimenti, aumentare la compliance e, conseguentemente, ridurre le occasioni di controversie con il fisco.
E invero, in un mondo che cambia, anche il fisco fa altrettanto. Una simile circostanza è senza dubbio positiva, perché l'intento è quello di contrastare l'evasione. In questi termini, le imprese dovrebbero considerare seriamente l'opportunità di ricorrere alla tax technology per implementare strategie fiscali idonee a trasformare la funzione fiscale in partner strategico, capace, non solo, di facilitare il raggiungimento degli obiettivi aziendali, ma anche di migliorare il rapporto con il fisco.
*G. Melis, Sull'uso della tecnologia predittiva applicata ai precedenti nel processo tributario: note minime sul PNRR e a margine di una recente sentenza … “imprevedibile, in Innovazione e Diritto, 4/2021