Coronavirus, la mappa globale delle misure governative

Rita Annunziata
18.3.2020
Tempo di lettura: 3'
Di fronte al dilagare dell'emergenza epidemiologica su scala globale, come si stanno muovendo i singoli governi? Dalla manovra da 25 miliardi del decreto Cura-Italia ai 45 miliardi annunciati da Le Maire, ecco la mappa dei sostegni per cittadini e imprese. Saranno sufficienti a restituire fiducia?

Gli Stati Uniti stanno strutturando una manovra da 1.200 miliardi di dollari

“Per quanto duri siano i mesi a venire, abbiamo la determinazione e le risorse per vincere la battaglia”, scrive il premier britannico Boris Johnson

Antonio Cesarano, chief global strategist di Intermonte Sim: “Il governo statunitense deve spostare l'attenzione sulle aziende. Nell'area euro, invece, serve più coordinamento”.

Una manovra da 25 miliardi per famiglie e imprese, capace di muovere flussi per 350 miliardi. Pubblicato in Gazzetta ufficiale il 17 marzo, il decreto legge Cura-Italia dedicato alle misure di potenziamento del Servizio sanitario nazionale e di sostegno economico per le famiglie, i lavoratori e le imprese, è stato solo il primo di una serie di interventi che i singoli paesi stanno considerando per fronteggiare l'emergenza epidemiologica da Coronavirus. Qual è la portata di queste misure e che ruolo svolgono rispetto ai movimenti delle Banche centrali nel restituire fiducia e sostenere l'economia?

Stati Uniti, in discussione un piano da 1.200 miliardi


Nulla ancora di certo, ma i rumors parlano chiaro: dopo il primo piano da 850 miliardi di dollari, la manovra in fase di strutturazione negli Stati Uniti potrebbe ora ammontare a 1.200 miliardi di dollari. “Il 50% è rappresentato dall'azzeramento delle tasse – spiega Antonio Cesarano, chief global strategist di Intermonte Sim – circa 250 miliardi, invece, sarebbero previsti per le Pmi e 50 miliardi per tamponare le problematiche relative al comparto aereo”. La manovra, che attende il parere del Congresso, potrebbe prevedere inoltre la distribuzione di circa 1.000 dollari sul conto di ogni americano, il cosiddetto “helicopter money”.

Gran Bretagna, 330 miliardi per le imprese


Intanto, dopo un primo approccio cauto allo scoppio dell'emergenza, anche la Gran Bretagna si prepara a mettere in campo una manovra da 330 miliardi di sterline per sostenere le imprese. “Sosterremo posti di lavoro, redditi e imprese – ha dichiarato il ministro delle Finanze Rishi Sunak – Tutte le aziende che hanno bisogno di accedere ai contanti, potranno godere di un prestito sostenuto dal governo”. “Per quanto duri siano i mesi a venire, abbiamo la determinazione e le risorse per vincere la battaglia – ha aggiunto su Twitter il premier britannico Boris Johnson – Questo governo farà tutto il necessario”.

Spagna, 200 miliardi in gioco: il 20% del Pil


Il governo spagnolo, invece, ha annunciato un piano da 200 miliardi di euro. Pari circa al 20% del Pil, la misura è stata definita dal premier Pedro Sanchez come “la più grande mobilitazione di risorse dell'intera storia democratica della Spagna”, come riportato dal quotidiano El País. Circa il 50% dei fondi sarebbe destinato a fornire liquidità alle imprese in difficoltà, prevedendo tra l'altro un'esenzione dei contributi del 100% per le Pmi.

Francia, 45 miliardi per lavoratori e imprese


Lavoratori e imprese sono al centro anche delle misure francesi. Annunciata dal ministro delle Finanze Bruno Le Maire, la manovra punta a stanziare 45 miliardi. Di questi, 35 miliardi riguarderebbero il bilancio statale, prevedendo la sospensione di 12 miliardi di tasse sulle imprese e un miliardo sugli oneri dei salari.

Queste manovre sono adeguate? Parola all'esperto


Il punto da chiarire è: la dimensione e la natura delle misure adottate sono adeguate? Secondo Antonio Cesarano, la velocità con cui il governo statunitense si sta muovendo potrebbe essere idonea ma la lente d'ingrandimento dovrebbe concentrarsi non solo sui consumatori ma anche sulle aziende. Inoltre, anche le misure della Fed, ispirate al 2008, dovrebbero adeguarsi alla dimensione attuale dell'economia del Paese. “Nel 2008 l'economia statunitense era di 14mila miliardi di dollari mentre nel 2020 parliamo di 21mila miliardi di dollari – spiega Cesarano – Il quantitative easing della Fed nel marzo 2009 toccò la quota di 1.750 miliardi di dollari. Se si considera che il bilancio della Fed a quell'epoca era di 2mila miliardi di dollari, fu messo in campo quasi il 100% del bilancio. Oggi, invece, il bilancio della Fed è di 4.150 miliardi di dollari: bisogna elaborare una manovra proporzionata per salvaguardare il tessuto imprenditoriale”.

Cesarano: nell'area euro sommare gli sforzi


Per l'area euro, invece, la parola chiave è: sommare gli sforzi. Sebbene anche in questo caso la prontezza con cui i governi stanno affrontando l'emergenza sembrerebbe adeguata, entrare in azione singolarmente creerebbe un appesantimento dei conti pubblici. Insieme a tanta confusione. “La Banca centrale europea dovrebbe essere più innovativa e fare da coordinatrice tra i vari attori – continua Cesarano – Occorre restituirle autorevolezza, dimensionare in modo corretto i piani e, dal lato dei governi, agire in maniera più coordinata attraverso gli strumenti già esistenti”.
Giornalista professionista, è laureata in Politiche europee e internazionali. Precedentemente redattrice televisiva per Class Editori e ricercatrice per il Centro di Ricerca “Res Incorrupta” dell’Università Suor Orsola Benincasa. Si occupa di finanza al femminile, sostenibilità e imprese.

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