Btp, spread in altalena, tra deficit e inflazione. Come investire

Alberto Battaglia
29.9.2023
Tempo di lettura: 5'
L'inflazione è scesa più del previsto nell'Eurozona allentando le pressioni esercitate dal deficit in aumento messo in conto dal governo: lo spread torna a 194

Con pressioni inflazionistiche in calo si riducono le chance di un nuovo rialzo dei tassi: per i titoli di Stato europei potrebbe essere un momento di picco del rendimento, ha affermato Intermonte

Per gli investitori in Btp, però, i rischi per chi investe sulle scadenze lunghe sono accresciuti dagli storici problemi dovuti al debito pubblico elevato

L'inflazione dell'Eurozona è diminuita più del previsto a settembre, allentando la pressione sui rendimenti dei titoli di Stato europei che erano saliti in modo molto ripido nella giornata di giovedì. La notizia ha raffreddato anche i rendimenti sui Btp decennali, rientrati al 4,778%, dopo che la notizia dell'allargamento del deficit previsto dal governo per il 2024 aveva portato l'asticella sul nuovo massimo dal 2012, al 4,959%. 


Inflazione meglio del previsto, rialzo dei tassi sempre più improbabile 

Dalla lettura dell'inflazione europea la Banca centrale europea avrà più di un motivo per rallegrarsi: il dato generale è sceso dal 5,2 a l 4,3% annuo, contro una previsione del consenso al 4,5%. L'inflazione di fondo, è passata dal 5,3 al 4,5%, rallentando oltre le stime fissate al 4,8%. Anche il ritmo mensile degli aumenti è rallentato dallo 0,5% registrato fra luglio e agosto allo 0,3% attuale. Assai rilevante è la contrazione mensile dei prezzi dei servizi, scesi dello 0,9% a un tasso annuo del 4,7%: il servizi sono considerati un indicatore sul quanto gli aumenti delle retribuzioni si stiano trasferendo sui prezzi.  


“Queste cifre sull’inflazione tolgono argomentazioni ai governatori falchi all’interno della Bce per proporre ulteriori rialzi del costo del denaro entro fine anno (soprattutto, secondo i rumour, nella riunione di dicembre)”, ha dichiarato il senior market strategist di IG Italia, Filippo Diodovich, “in caso di ulteriore rallentamento dell’inflazione nei prossimi mesi, escludiamo che la Bce possa scegliere di alzare nuovamente il costo del denaro nell’Eurozona”. 

Anche dagli Stati Uniti sono arrivate conferme sul processo di disinflazione, con l'indice Pce core cresco dal 4,2 al 3,9% ad agosto, in linea con le attese. 

 

Rendimenti in calo sui titoli di Stato in Europa

Con il calo dell'inflazione e la minore probabilità che la Bce proceda a nuovi rialzi dei tassi, il mercato ha rivisto le proprie posizioni sui titoli di Stato a lungo termine europei, il cui rendimento è sceso sensibilmente. Il decennale spagnolo, ad esempio, è passato dal 4,078% a un minimo di giornata al 3,909% venerdì; il bund tedesco decennale, dopo aver toccato un massimo dal 2011 al 2,984% giovedì, è rientrato a quota 2,828%. Anche lo spread Btp-bund, che era arrivato a superare i 200 punti base, ai massimi da marzo, si è riportato a 194 punti base – la stessa zona in cui si trovava prima della presentazione della Nota di aggiornamento al Def in cui sono stati rivisti al rialzo i deficit per 2023 e 2024.    

Le minori chance di un rialzo dei tassi da parte della Bce, inoltre, hanno spinto anche una seduta moderatamente positiva per l'azionario europeo, con guadagni superiori allo 0,7% per l'Euro Stoxx 600. 

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Il punto per chi investe in obbligazioni

Se la Banca centrale europea dovesse aver concluso con i rialzi dei tassi, i rendimenti dei titoli di Stato europei potrebbero aver raggiunto una sorta di altopiano, cui cui potrebbero mantenersi per un po' di tempo: “I livelli fin qui raggiunti dai tassi [delle obbligazioni], in un contesto di rallentamento dell'economia e di banche centrali inclini a non rialzare eccessivamente i tassi di riferimento, quanto piuttosto mantenerli fermi più lungo, potrebbero rappresentare un picco dopo la lunga fase rialzista innescata dall'elevata inflazione”, ha dichiarato il chief global strategist di Intermonte, Antonio Cesarano


Se questa previsione dovesse essere corretta, potrebbe essere meno rischioso e potenzialmente remunerativo aumentare l'esposizione ai bond a lunga scadenza, il cui prezzo è più sensibile all'andamento dei tassi: se questo dovesse essere il plataeu, le possibilità di ulteriori aumenti dei tassi (e relativa perdita nel valore dell'obbligazione), con crescenti chance che avvenga l'opposto (tassi in calo e prezzi dei bond in salita). Compiere questa mossa sui titoli italiani, però, è più rischioso: l'elevato debito pubblico e il deficit crescente (complice anche una crescita in rallentamento) rende i Btp più vulnerabili di altri titoli di Stato a possibili vendite: "La sottoperformance del mercato obbligazionario italiano non sorprende", hanno affermato gli analisti di ING in una nota del 29 settembre, "le preoccupazioni sulla sostenibilità del debito del Paese, già presenti da tempo, stanno ora riemergendo e si scontrano con quelle relative alle frizioni Italia-Ue e alla prospettiva di reintroduzione delle regole fiscali nel 2024, oltre che con il peggioramento delle prospettive dell'economia italiana".


I tassi torneranno a scendere, ma quando?

Un futuro deterioramento dell'economia europea, poi, potrebbe anticipare il momento in cui tassi Bce inizieranno a scendere. “Crediamo che l'economia reale si deteriorerà più rapidamente di quanto la Bce si aspetti”, ha affermato Tomasz Wieladek, capo economista per l'Europa di T. Rowe Price, “stiamo già vedendo gli effetti della politica monetaria sull'economia reale e i dati dell'inflazione di oggi sono la prima prova che potremmo vedere anche l'impatto della politica monetaria sull'inflazione. Credo che alla fine assisteremo a un forte aggiustamento del mercato del lavoro, e a quel punto il dibattito si sposterà sui tagli Se l'inflazione continuerà a scendere e l'economia reale continuerà a deteriorarsi rapidamente, la Bce potrebbe iniziare a tagliare già dal prossimo marzo”. 

Responsabile per l'area macroeonomica e assicurativa. Giornalista professionista, è laureato in Linguaggi dei media e diplomato in Giornalismo all'Università Cattolica

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