Bond sulla cresta dell'onda: quanto rendono oggi

L'appetito degli investitori nei confronti delle obbligazioni ha sospinto emissioni record e una notevole performance per questa classe di attivo in questo avvio di 2023. Al 18 gennaio, i titoli a reddito fisso venduti sul mercato globale hanno raggiunto i 600 miliardi di dollari, un record per il periodo ha affermato Bloomberg. In parallelo la performance media dei bond, da inizio anno, è stata del 4,1%: la più generosa almeno dal 1999.
Guardando più nel dettaglio il panorama delle emissioni, però, emergono sfumature interessanti all'interno di questo mercato. La maggioranza dell'incremento delle emissioni, infatti, è concentrata nell'Area euro che in questi primi 18 giorni di 2023 ha osservato un balzo del 39% nel confronto annuo. Per i bond denominati in dollari, invece, le emissioni sono allineate ai volumi dello scorso anno.
Imprese e investitori, inoltre, si sono orientate di più sulle emissioni investment grade, caratterizzate da un rating più elevato e da una maggiore solidità finanziaria degli emittenti: in questo segmento, dominano le emissioni di società finanziarie le cui emissioni nel periodo preso in esame sono state pari a 250 miliardi di dollari, ossia il 41,67% del totale.
Freno a mano tirato per i junk bond
Ad essere rimaste indietro, invece, sono le emissioni di bond high yield, ad alto rendimento e ad elevato rischio. Con soli 24 miliardi emessi al 18 gennaio si tratta dell'avvio meno dinamico per questo segmento dal 2019. Le maggiori probabilità di insolvenza degli emittenti di junk bond, infatti, avrebbero scoraggiato gli investitori a buttarsi su queste emissioni alla vigilia di una potenziale recessione. Allo stesso tempo gli emittenti potrebbero aspettare un arretramento dei tassi d'interesse e dell'inflazione prima di cercare nuove risorse sul mercato, che oggi costerebbero relativamente care alle società emittenti in termini interessi.
In termini di preferenza sulle scadenze l'incremento delle emissioni di inizio 2023 è stato trainato dagli orizzonti medio-brevi. In particolare le scadenze entro i tre anni sono aumentate dell'80% a 138,5 miliardi, rappresentando così circa un quarto del totale. C'è stato meno interesse, invece, a emettere titoli a lungo termine come i decennali e oltre, che potrebbero alla lunga tradursi in un onere persistente per le aziende (assumendo che l'inflazione vada via via a normalizzarsi e che il rendimento reale offerto da queste emissioni sia positivo).
Le attese sulle performance
Secondo le aspettative di performance dell'unità di ricerca di Bloomberg i bond che dovrebbero osservare un maggior incremento di prezzo (che va di pari passo con una riduzione dei rendimenti per le nuove emissioni) saranno quelli statunitensi ad alto rating (10%), seguiti dai bond emessi nei Paesi emergenti e da quelli dell'Area euro, sempre investment grade, con performance dell'8 e del 4,5% rispettivamente. Meno favorevole, invece, l'outlook per i junk bond, i cui rendimenti dovrebbero ridursi di meno nel corso del 2023.
Nel 2022 le obbligazioni, reduci da anni di grandi iniezioni di liquidità e tassi rasoterra si sono dovute confrontare con l'inizio della stretta e un choc di inflazione elevata superiore alle attese che ha ridotto drasticamente il valore reale delle cedole offerte. Diversi analisti hanno previsto per quest'anno l'inizio di un'inversione di rotta: se l'inflazione dovesse aver raggiunto il picco, come alcuni dati macro da qualche tempo sembrano indicare sia negli Usa sia nell'Eurozona, le banche centrali non avrebbero ragione di alzare ancora i tassi. Anzi, potrebbero decidere di iniziare a riabbassarli se l'economia rallenterà troppo. Se queste aspettative si realizzassero per le obbligazioni i rendimenti attuali potrebbero essere prossimi al picco e, dunque, rappresentare un'ottima occasione di acquisto per gli investitori.
Quanto i rendimenti che offrono oggi i bond
I rendimenti offerti oggi dalla maggioranza delle categorie obbligazionarie Usa rende oltre il 4%. Nel dettaglio, al 18 gennaio, Broad Market Bloomberg Fixed Income Indices indica 4,180% per i governativi Usa (con performance dello 0,95%) da inizio anno. L'indice relativo all'obbligazionario societario sale al 4,890% (e performance dell'1,05% da inizio anno). Secondo l'indice JPMorgan l'obbligazionario governativo globale offre un rendimento medio del 2,740%, che sale al 7,295% per la sola categoria emergente. Nell'universo dei Paesi avanzati i rendimenti più succosi li offre al momento il governo italiano e quello del Regno Unito, con rendimenti per il decennale rispettivamente del 3,84% e del 3,349%.
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