Azioni finanziarie sugli scudi, grazie ai tassi in aumento

Laura Magna
Laura Magna
26.1.2023
Tempo di lettura: 3'
I fondi azionari finanziari non hanno dato soddisfazioni nel 2022. Ma su orizzonti più ampi, a tre e a cinque anni, restano positivi. E il contesto attuale, caratterizzato da una politica monetaria restrittiva, li favorisce impattando sugli utili

I tassi di interesse alle stelle potrebbero deprimere l’economia, e già stanno dissuadendo le famiglie dal contrarre nuovi mutui e le imprese dal fare investimenti importanti. Ma c’è un comparto trae invece un vantaggio diretto da questa dinamica ed è quello finanziario.

Nell’anno orribile dei mercati, i fondi equity della categoria non hanno dato grosse soddisfazioni e anche nella top ten le performance in rosso sono prevalenti. Solo i primi due della classifica, un portafoglio globale di Polar Capital e uno omologo di Algebris Investments hanno reso rispettivamente quasi il 18% e quasi il 6%. Gli altri sono in perdita e anche la media di categoria è negativa per oltre il 7%. Ma su tre e su cinque anni, la situazione cambia e il rendimento medio è in entrambi i casi è vicino al 5% annuo.

I prossimi mesi dei titoli finanziari

Uno sguardo allo scenario aiuta a vedere oltre anche sul settore dei finanziari. “Le pressioni sulla domanda e sull’offerta derivanti dalla pandemia ci hanno avviato verso un’inflazione decennale – così Sebastien Mallet, Portfolio Manager, Global Value Equity Strategy, T. Rowe Price - ma sono emerse anche pressioni inflazionistiche strutturali e di lungo periodo. Ad esempio, le richieste salariali sono in aumento e lo scenario geopolitico globale è peggiorato in modo significativo.

Per farla breve, un’inflazione più alta di quella a cui siamo abituati sembra destinata a consolidarsi. L’aspetto positivo per gli investitori value nel 2023 è che l’aumento dell’inflazione e dei tassi si è dimostrato storicamente favorevole ai titoli value”. Tra cui si collocano i finanziari che inoltre sono favoriti direttamente dall’aumento dei tassi.

I tassi spingono attivi e utili, ma il Pil fiacco invita a tenere la guardia alta

I tassi spingono interessi attivi e utili, ma il rallentamento della crescita globale e i rischi di recessione invitano a tenere la guardia alta per il prossimo anno. Certamente rispetto alle recessioni del passato, banche e aziende finanziarie in generale, sono più resilienti grazie a una buona capitalizzazione che consente di assorbire eventuali perdite. Insomma, salvo nuove emergenze o una nuova inversione a U della congiuntura, 2023 il settore dovrebbe performare in maniera positiva.

I finanziari faranno bene anche in ambito corporate, secondo l’ultimo Algebris Bullet. “I rendimenti sono stati elevati in tutti i settori e il credito con rating elevato tende ad attrarre i primi afflussi quando la tendenza si inverte. Con il rallentamento della crescita e la stabilizzazione dei tassi, i comparti specializzati in Investment Grade e difensivi sovraperformeranno. I titoli finanziari sono destinati a beneficiarne, poiché sono ben rappresentati negli indici IG e i fondamentali sono solidi”, scrive Algebris. 

Giornalista professionista dal 2002, una laurea in Scienze della Comunicazione con una tesi sull'intelligenza artificiale e un master della Luiss in Giornalismo e Comunicazione di Impresa. Scrivo di macroeconomia, mercato italiano e globale, investimenti e risparmio gestito, storie di aziende. Ho lavorato per Il Mattino di Napoli; RaiNews24 e la Reuters a Roma; poi Borsa&Finanza, il Mondo e Plus24 a Milano. Oggi mi occupo del coordinamento del Magazine We Wealth (e di quello di tre figli tra infanzia e adolescenza). Collaboro anche con MF Milano Finanza.

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