Assicurazioni italiane: sono le più green del mondo

Laura Magna
Laura Magna
14.6.2021
Tempo di lettura: 5'
È quanto emerge dall'Ey Sustainable Finance Index, secondo cui le compagnie della penisola ottengono i punteggi migliori sia in termini di attività ambientali e sociali, sia in termini di disclosure. Ma c'è da lavorare ancora sulla governance. Lo stesso vale per le banche in un contesto generale in cui l'Europa è comunque più avanti del resto del globo

Le compagnie assicurative domestiche ottengono un punteggio di 6,7 sulle attività Esg (contro il 5,8 a livello globale) e comunicano il 71% dei parametri (contro il 55%). Anche le banche hanno punteggi molto al di sopra della media globale

Con un punteggio di 7,1 il settore assicurativo italiano è leader nel mondo anche riguardo alle tematiche sociali, in particolare sul fronte della protezione dei dati e degli informatori (whistle-blower). Il settore bancario raggiunge un punteggio Esg di 6,6 (contro il 6,0 della media globale)

Siamo indietro invece sulla governance, rispetto a cui le assicurazioni ottengono un punteggio medio inferiore a quello globale (4,9 vs 6,4). Così le banche: 5,8 il punteggio Esg, contro una media globale di 6,1

Le assicurazioni italiane sono le più sostenibili del mondo, sul fronte dell'impatto ambientale e sociale. Meno su quello della governance (risultati a cui sono allineate anche le banche). È quanto emerge dall'Ey Sustainable Finance Index, il benchmark globale che confronta oltre 1.100 società di servizi finanziari in relazione ai parametri Esg e alla qualità dell'informativa sulla sostenibilità, classificando i progressi dei diversi Paesi nel loro percorso verso la sostenibilità ambientale e sociale.
Si tratta di temi di particolare rilevanza anche per gli investitori istituzionali che sono alla ricerca di asset di investimento capaci di alimentare la cultura dell'economia circolare e dell'equità a ogni livello.
“Gli intermediari finanziari svolgono un ruolo fondamentale nel promuovere un'economia più sostenibile – dice Federico Guerreri, Ey Global and Emeia Financial Services Risk Leader - Oltre a migliorare il proprio profilo di sostenibilità e a sviluppare prodotti più sostenibili per i propri clienti, possono favorire l'integrazione di fattori ambientali, sociali e di governance nei processi decisionali, contribuendo a indirizzare e accelerare la transizione ecologica delle imprese e incentivando gli individui a stili di vita più sostenibili”.

La disponibilità a comunicare


Un indicatore molto forte di questa attitudine sta, secondo Rossella Zunino, Italy Financial Services Sustainable Finance Leader di Ey, nella “disponibilità delle istituzioni finanziarie a comunicare dati di qualità sulle loro iniziative nel campo della responsabilità sociale e ambientale. Significa che sono impegnate nel raggiungere gli obiettivi Esg e stanno monitorando i loro progressi”. È un buon segnale, dunque “ma va anche considerato che la disclosure è spesso legata ad esigenze di compliance normativa e spinta soprattutto dal regolatore europeo. Con l'introduzione lo scorso marzo del regolamento sull'informativa di sostenibilità dei servizi finanziari (SFDR) gli intermediari sono chiamati a informare gli investitori finali dei rischi legati alla sostenibilità, oltre a quelli finanziari”, continua Zunino.

L'Ey Sustainable Index: il primato delle assicurazioni


Ma vediamo nel dettaglio i risultati dell'Ey Sustainable Index. Con un punteggio di 8,4 su 10 le assicurazioni italiane dominano quelle di tutti gli altri Paesi in termini di attività volte a limitare o ridurre il loro impatto ambientale e si comportano bene anche nella gestione dell'energia e nell'attività sui cambiamenti climatici. In un contesto, qual è quello europeo, più avanti rispetto al resto del globo. Nel 2020, il mercato assicurativo del Vecchio Continente ha ottenuto un punteggio di 6,6 per l'attività Esg, contro una media globale di 5,8. Riguardo alla comunicazione, le assicurazioni europee divulgano in media il 64% dei parametri, contro il 55% a livello globale. Inoltre, il settore assicurativo europeo supera quello bancario e quello della gestione patrimoniale sia nelle attività Esg sia nella disclosure.

I punteggi delle compagnie italiane


A livello italiano, le compagnie assicurative ottengono un punteggio di 6,7 sulle attività Esg (contro il 5,8 a livello globale) e comunicano il 71% dei parametri ESG (contro il 55% della media globale).
Con un punteggio di 7,1 il settore assicurativo italiano è leader nel mondo anche riguardo alle tematiche sociali, in particolare sul fronte della protezione dei dati e degli informatori (whistle-blower). Inoltre, ottiene buoni risultati sia in relazione al contributo allo sviluppo della comunità attraverso iniziative di responsabilità d'impresa, sia sul fronte dell'attenzione ai dipendenti e dello sviluppo delle competenze. Inferiore alla media globale, invece, la performance relativa all'equità della retribuzione. Sui temi sociali il comparto assicurativo italiano rende pubblici il 74% dei dati Esg, 20 punti percentuali sopra la media globale.

Ma i parametri di governance sono da rafforzare


Se gli aspetti dell'impatto ambientale e sociale vedono le nostre assicurazioni sul tetto del mondo, non è lo stesso sul fronte della governance. Rispetto a cui il punteggio medio è di 5,9, inferiore a quello globale (6,4). Pesano su questa performance il basso punteggio in tema di trasparenza sulle attività e sulla composizione del consiglio di amministrazione, soprattutto riguardo alla diversity: la percentuale media di membri esecutivi di sesso femminile nei CdA è dell'8% contro il 17% a livello globale.
Anche per le banche la governance è un punto debole: 5,8 il punteggio Esg, contro una media globale di 6,1 e 62% il livello di divulgazione, contro il 65% della media mondiale. La modesta performance si deve soprattutto alla debolezza nel divulgare parametri quali il numero di riunioni del consiglio di amministrazione e la relativa partecipazione, il divario salariale, i diritti degli shareholder e la confidenzialità sulle politiche di voto.

Il posizionamento delle banche


Le banche italiane invece hanno performance superiori alla media globale sui parametri ambientali e in chiaroscuro sul fronte degli aspetti sociali. Riguardo all'ambiente, gli intermediari italiani hanno un punteggio Esg di 6,1 ben superiore alla media globale (2,8) e un livello di divulgazione del 45% (contro il 23% della media globale). Le banche del Paese si distinguono per una gestione energetica efficiente e le buone pratiche sulle emissioni, mentre c'è un margine di miglioramento riguardo all'inclusione dei fattori ambientali nelle scelte di finanziamento, alla gestione delle terze parti e alla selezione dei fornitori. Sugli aspetti sociali, il disclosure rate è del 63% (contro il 50% della media globale) e il punteggio Esg di 6,6 (contro il 6,0 della media globale). Ma ci sono altri temi in cui le organizzazioni sono carenti: in particolare l'equità della remunerazione, l'attenzione allo sviluppo della comunità in cui operano (una sola banca su 20 segue le linee guida dell'Ocse per le imprese multinazionali), la riservatezza dei dati e la protezione degli informatori.
In generale invece nel contesto europeo, gli istituti di credito sono più avanti rispetto al resto del mondo nella divulgazione di ciascuna delle tre componenti Esg, comunicando il 60% dei parametri dell'Indice contro il 48% della media globale, con le banche più grandi che tendono a comunicare più di quelle piccole. In tema di ambiente, il settore bancario europeo ottiene un punteggio medio inferiore a quello italiani (4,6 e divulga il 44% dei parametri dell'Indice, in linea con l'Italia e molto meglio rispetto alla media globale). Migliori invece le performance sugli aspetti sociali (55% di divulgazione dei parametri Esg contro il 40% della media globale) e, soprattutto, sulla governance (70% contro il 65% a livello globale).
Giornalista professionista dal 2002, una laurea in Scienze della Comunicazione con una tesi sull'intelligenza artificiale e un master della Luiss in Giornalismo e Comunicazione di Impresa. Scrivo di macroeconomia, mercato italiano e globale, investimenti e risparmio gestito, storie di aziende. Ho lavorato per Il Mattino di Napoli; RaiNews24 e la Reuters a Roma; poi Borsa&Finanza, il Mondo e Plus24 a Milano. Oggi mi occupo del coordinamento del Magazine We Wealth (e di quello di tre figli tra infanzia e adolescenza). Collaboro anche con MF Milano Finanza.

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