Oibr, il valore d'impresa non dipende (solo) dal bilancio

Il G20 rappresenta una piattaforma di convergenza su principi di alto livello per la reportistica non finanziaria. «L'idea è quella di procedere gradualmente. La gradualità permette il consolidamento di concetti innovativi, come la doppia materialità, ma anche di valorizzare i diversi stadi di consolidamento dei criteri interpretativi». Per esempio, «nell'area del cambiamento climatico abbiamo oggi conoscenze scientifiche molto avanzate, prassi più sofisticate rispetto agli aspetti sociali».
«I confini tra investimenti sostenibili e investimenti tradizionali stanno scomparendo e presto saranno un'unica cosa», ribadisce Cristina Ungureanu, responsabile corporate governance di Eurizon. «Tuttavia, rimangono un importante ostacolo alla piena integrazione delle prestazioni di sostenibilità di un'azienda nell'analisi degli investimenti, per la mancanza di dati affidabili, pertinenti e comparabili sulle diverse dimensioni delle prestazioni di sostenibilità di un'azienda. Oggi abbiamo una vastità di ong che lavorano per definire standard di misurazione e rendicontazione della sostenibilità, nonché fornitori di dati Esg le cui valutazioni sono scarsamente correlate tra loro».
Il concetto di materialità finanziaria «si concentra sulle informazioni di sostenibilità più rilevanti per gli investitori e altri partecipanti al mercato, che sono materiali per la enterprise valuation creation. In Eurizon sosteniamo questo approccio ma, allo stesso tempo, riconosciamo che esistono questioni di sostenibilità importanti per il mondo, anche se attualmente non hanno un impatto diretto sui rendimenti degli investitori».
Conclude la Ungureanu che la doppia materialità è il futuro della rendicontazione, completando la visione degli investitori sulla sostenibilità dei loro emittenti. Rappresenta la gamma totale di questioni di sostenibilità.
L'omesso deposito nei termini prescritti della relazione genera a carico degli amministratori una sanzione amministrativa pecuniaria da 20 a 100 mila euro. In caso di dichiarazione di carattere non finanziario depositata che contenga fatti materiali rilevanti non rispondenti al vero oppure ometta fatti materiali rilevanti la cui informazione è prevista una sanzione amministrativa pecuniaria da 50.000 a 150.000 euro per gli amministratori e i componenti dell'organo di controllo.
Molte società danno informazioni che non sono considerate utili dai loro utilizzatori ed evitano di dare informazioni su aspetti che invece interessano gli stakeholder. Non solo. L'attuale incertezza spinge le società a sostenere costi di adeguamento che non sarebbero necessari se il quadro normativo fosse più chiaro. Chiarezza: quello che le istituzioni preposte stanno tentando di fare.

Entrambi, però, si pongono lo stesso obiettivo, quello di integrare progressivamente le informazioni non finanziarie nei bilanci tradizionali delle imprese. Attualmente le regole di accounting catturano tutti gli elementi finanziari della vita aziendale rilevanti per le scelte degli investitori. La sostenibilità richiede, invece, una diversa “materialità” (significatività) con l'esplicitazione delle informazioni che hanno rilievo anche per le scelte degli stakeholder. Come fare per riunire in un unico set di norme questa “doppia materialità”? “Il punto di contatto tra i due mondi è rappresentato dagli intangibles - ha spiegato al Convegno il prof. Stefano Zambon, Segretario Generale di OIBR - che soprattutto nella digital economy rappresentano buona parte del valore delle imprese (riflesso nei loro prezzi di borsa) ma che attualmente non trovano posto nei bilanci ufficiali.
Proprio negli intangibles, in fondo, si esprime la reputazione dell'azienda anche per i suoi comportamenti nella sfera ambientale e sociale”. Il Convegno di OIBR è stata l'occasione anche per fare il punto sui progressi dell'economia green. Alessandro D'Eri (policy officer dell'Esma, l'authority europea dei mercati) ha detto che il mercato europeo dei green bond ha raggiunto i € 400 miliardi, con emissioni quasi raddoppiate nel corso del 2020. Nello stesso anno gli asset investiti nei fondi ESG hanno raggiunto, nel complesso, gli € 800 miliardi con un incremento del 55% rispetto al 2019. Tutto questo segnala il crescente interesse degli investitori per l'economia sostenibile. Ma non mancano le ombre, soprattutto nella sfera della corporate governance aziendale.
Livia Piermattei (Methodos), che conduce assieme alla Consob una ricerca annuale su come le problematiche della sostenibilità sono vissute all'interno delle imprese, ha lamentato una scarsa proattività dei manager su questi temi. Lo scorso anno soltanto 5 aziende, tra quelle che hanno presentato la dichiarazione sulle informazioni non finanziarie (DNF), hanno pienamente connesso i fattori ESG con il loro piano industriale. E guardando ai compensi dei manager - ha fatto presente Sandro Catani, direttore di Mercer Italia - se cresce il numero delle aziende che inseriscono i fattori ESG nei piani di remunerazione variabile, il peso di questi incentivi è modesto (tra il 10 ed il 15 per cento) e l'attenzione è dedicata al breve termine. A dispetto dell'orizzonte di lungo periodo che caratterizza i piani di sostenibilità.