L'economia silver ora vale 350 miliardi
Grazie al benessere generalizzato che la longevità regala nella prima fase di vecchiaia, in molti sarebbero disposti a continuare a svolgere un’attività ma con ritmi, contratti, ingaggi e regole diverse da quelle che li hanno accompagnati fino all’età della pensione
Tenendo conto dell’inflazione, i valori della economia silver italiana sono stati aggiornati nel 2022 a 350 miliardi di euro che, se agli over 65 si aggiungono – secondo il modello di calcolo della UE – anche le persone tra i 50 e i 65 anni, sfiorano i 583 mld di euro. E i posti di lavoro viaggiano tra i 5 e i 10 milioni di occupati.
Il nuovo rapporto di Itinerari Previdenziali, bibbia annuale per chi si occupa di longevità, non rileva grandi cambiamenti, ma dedica uno spazio molto interessante ai settori che debutteranno entro i confini di questa economia espandendola ulteriormente.
A cominciare dalla prevenzione, nel triplo significato di pro- grammi di screening ma anche di medicina preventiva, settore in grande crescita insieme con una maggiore consapevolezza del ruolo rivestito dagli stili di vita e dalla preparazione “geragogica” ovvero di educazione all’invecchiamento e di pianificazione di attività, impegni, svaghi utili per rendere l’età del pensionamento una tappa di vita interessante da vivere. A questi due settori si aggiunge tutto il settore della genomica e della genetica che attraverso screening specifici possono individuare l’età biologica di una persona e le relative potenziali o probabili malattie future. Un’evoluzione dalla medicina di cura (geriatrica) della terza e quarta età a una medicina di prevenzione sartorializzata sulle specificità di ogni individuo, con interventi, oltre che negli stili di vita, anche in termini di integratori e nutraceutici.
In questa evoluzione giocheranno un ruolo fondamentale anche la telemedicina e il mercato dei servizi di tecno-assistenza sempre più privatizzato. Le tecnologie renderanno cruciali sen- sori e sistemi di monitoraggio indossabili, ma anche funzioni intermedie di data analysis in grado di interpretare in tempo reale ciò che i dati dicono e triangolare efficacemente la raccolta dei dati e la ricezione da parte dei medici curanti.
Ai prodotti specifici per i senior si aggiungeranno una serie di innovazioni e miglioramenti degli oggetti che utilizziamo nella vita di tutti i giorni, per renderne semplicemente più facile l’utilizzo per tutti, a partire da chi ha qualche disabilità funzionale: mobili, barattoli, scatolette di latta, utensili casalinghi, cellulari e telecomandi, persino i cibi saranno ripensati con in mente l’utilizzatore senior, per essere più friendly funzionalmente ma anche esteticamente. Segue l’abitare: le case dei nostri senior si rivelano di fatto inadeguate ad ospitare grandi anziani e qui a un tanto atteso nuovo settore edilizio di adeguamento delle case private con interventi che le rendano più confortevoli e sicure, che però ancora stenta da noi, si somma il mercato del senior living che, associando vita attiva, privacy e socialità procrastina il decadimento fisico e cognitivo. Ma anche una profonda revisione del mercato delle residenze assistenziali per anziani non autosufficienti, cui si sostituiranno strutture più piccole ma più “umane”, e soluzioni di condomini protetti intermedie tra il senior living per senior autonomi e le RSA per anziani non autosufficienti. Una soluzione residenziale che premia la privacy, promuove il mantenimento dell’indipendenza ma offre anche sostegno in caso di fragilità.
Nella silver economy non può mancare il lavoro. Non solo indotto dai consumi dei senior con la loro leva economica ma anche erogato dagli stessi senior. Grazie al benessere generalizzato che la longevità regala nella prima fase di vecchiaia, in molti sarebbero disposti a continuare a svolgere un’attività ma con ritmi, contratti, ingaggi e regole diverse da quelle che li hanno accompagnati fino all’età della pensione. Ciò produrrebbe reddito da lavoro a integrazione di quello pensionistico e solleverebbe, con il benessere che consegue dal restare attivi, anche i conti pubblici della sanità. Per non dire del bene che farebbe ad aziende che non trovano le competenze necessarie e stanno perdendo con i pensionamenti le soft skills che nessuna intelligenza artificiale può ancora compensare.