Diritto di cittadinanza: Italia e Ue a confronto

Nicola Dimitri
19.7.2022
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Lo ius scholae consentirebbe il rilascio della cittadinanza ai figli di genitori stranieri nati in Italia o che vi hanno fatto ingresso entro il compimento del dodicesimo anno di età al completamento di un ciclo scolastico di almeno cinque anni

L’Italia potrebbe essere il primo paese europeo a introdurre lo ius scholae

Nessun paese membro dell’Unione Europea prevede il tanto discusso ius soli

Il tema relativo alla cittadinanza in Italia è sempre molto caldo ed è contraddistinto da dibattiti politici particolarmente accesi, spesso polarizzati su posizioni radicalmente opposte, che ricalcano ora logiche securitarie, ore visioni d’apertura.

Ad oggi, la questione è tornata al centro del dibattito pubblico alla luce della proposta di legge A.C. 105-A, recentemente approdata in Parlamento, con la quale si discute sul c.d. ius scholae; misura che consentirebbe di riconoscere ai figli di genitori stranieri nati in Italia o che vi hanno fatto ingresso entro il dodicesimo anno di età di richiedere la cittadinanza italiana. A condizione di aver completato un ciclo scolastico di almeno cinque anni e di aver risieduto legalmente e senza interruzioni in Italia.

Rilascio della cittadinanza

E invero, come messo in evidenza dal think thank Osservatorio sui Conti Pubblici dell’Università Cattolica di Milano, si tratterebbe, ove approvata, di una misura innovativa che segnerebbe una discontinuità rispetto alla disciplina attuale, stante il fatto che ad oggi la cittadinanza può essere rilasciata:

  •        alla nascita, se almeno un genitore è italiano. Si tratta del c.d. ius sanguinis
  •        al raggiungimento dei 18 anni, se entrambi i genitori sono stranieri
  •        a seguito di matrimonio di straniero con italiano. Più in particolare, il coniuge straniero di cittadino italiano può ottenere la cittadinanza quando, dopo il matrimonio, risieda legalmente da almeno due anni Italia
  •    per naturalizzazione dopo dieci anni di residenza legale in Italia, ridotti a quattro anni per i cittadini di paesi appartenenti all’Unione Europea. Tuttavia, occorrerà dimostrare la conoscenza della lingua italiana, il pagamento di contributi amministrativi, la dimostrazione di avere redditi sufficienti al sostentamento, l’assenza di precedenti penali.

 

Confronto con l’Ue

Come mette in evidenza l’Ocpi, citando il Migrant Integration Policy Index, nel 2019 l’Italia, sui 27 paesi dell’Unione Europea, si posizionava al quattordicesimo posto per facilità nel rilascio della cittadinanza; inoltre, escludendo gli Stati dell’Est Europa, l’Italia toccava, su 16 Paesi, la terzultima posizione.

Quanto alle condizioni che permettono negli altri Stati europei di ottenere la cittadinanza, si segnala che questa potrà essere ottenuta secondo queste diverse categorie:

Ius soli “temperato”: esso, implementato negli ordinamenti di Belgio, Germania, Irlanda e Portogallo consente di acquisire la cittadinanza alla nascita se i genitori, seppur stranieri, abbiano risieduto nel paese per un certo periodo di tempo.

Doppio ius soli: questo regime, in vigore in Francia, Lussemburgo, Paesi Bassi e Spagna riconosce la cittadinanza alla nascita se almeno uno dei genitori è nato nel paese in questione.

Doppio ius soli “temperato”: solo la Grecia applica questo principio. Si richiede, oltre alla nascita di almeno uno dei due genitori nel paese in questione, la residenza permanente.

Una curiosità

Nessun paese membro dell’Unione Europea prevede, il tanto discusso, ius soli. Misura che lega la cittadinanza al luogo di nascita. Questo regime, invece, è applicato dalla maggior parte degli stati del continente americano: più in particolare è applicata nell'83 per cento dei paesi americani, inclusi gli Usa, Canada, Brasile e Messico.

Quanto al citato Ius scholae nessun paese europeo lo prevede. L’Italia, di conseguenza, potrebbe essere di fatto il primo paese europeo a introdurlo.

Redattore e coordinatore dell'area Fiscal & Legal di We Wealth. In precedenza ha lavorato nell'ambito del diritto tributario e della fiscalità internazionale presso primari studi legali

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