Dichiarazione dei redditi: c'è ancora tempo per mettersi in regola

Nicola Dimitri
7.2.2022
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Fino al 28 febbraio, a certe condizioni, è ancora possibile presentare la dichiarazione dei redditi

Con il ravvedimento operoso, il contribuente fruisce di una tolleranza di 90 giorni dal termine ordinario del 30 novembre per presentare la dichiarazione

La dichiarazione presentata nei novanta giorni non si considera omessa

Come noto, il 30 novembre scorso scadeva il termine ultimo per presentare il modello Redditi precompilato e il modello Redditi aggiuntivo del 730 (frontespizio e quadri RM, RT e RW); per inviare il modello Redditi correttivo del 730; nonché per versare il secondo o unico acconto per i contribuenti con 730 senza sostituto d'imposta o con modello Redditi.

E invero, nonostante sia ormai passato parecchio tempo da detta data, al contribuente è ancora concesso di regolarizzare la propria posizione, presentando entro il prossimo 28 febbraio il modello Redditi precompilato "tardivo".
L'Agenzia delle entrate ammette, quindi, una tolleranza di 90 giorni rispetto alla scadenza ordinaria prevista per quei contribuenti che scelgono, anche se in ritardo, di ottemperare agli obblighi dichiarativi.

Il meccanismo che permette di agevolare il contribuente è quello del ravvedimento operoso. Si tratta di uno strumento, disciplinato ai sensi dell'art. 13 co. 1 lett. c) del DLgs. 472/97, che consente di regolarizzare il caso dell'omessa dichiarazione attraverso il pagamento di una sanzione ridotta ad un decimo del minimo. A patto però che la presentazione della dichiarazione avvenga con un ritardo non superiore a novanta giorni.

In questi termini, entro il 28 febbraio 2022, i soggetti interessati – che per esempio, in quanto all'estero, non hanno potuto presentare per tempo la dichiarazione entro il 30 novembre –, potranno sanare la tardività presentando la dichiarazione omessa e pagando 25 euro per la tardività.

Ma non è tutto. Per regolarizzare la propria posizione sarà necessario pagare le imposte relative al 2020, gli interessi legali e le sanzioni (ridotte per effetto del ravvedimento) del 30% o del 15% da tardivo versamento del saldo e degli acconti del 2021.
Trascorsi i 90 giorni agli occhi del fisco la dichiarazione si intenderà come omessa. Detta circostanza può dar vita a conseguenze sanzionatorie che, anche in questo caso, a seconda dell'atteggiamento del contribuente possono essere più o meno importanti.

Se il contribuente rimane inerte, l'omessa dichiarazione comporterà l'applicazione di una sanzione compresa tra il 120% e il 240% delle imposte dovute, con un minimo di 250 euro.

Se, invece, la dichiarazione omessa è presentata entro il termine di presentazione della dichiarazione del periodo d'imposta successivo, la sanzione si riduce ad importo compreso tra il 60% e il 120% delle imposte dovute.
Redattore e coordinatore dell'area Fiscal & Legal di We Wealth. In precedenza ha lavorato nell'ambito del diritto tributario e della fiscalità internazionale presso primari studi legali

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