Per l'immobiliare, cancellati gli ultimi 5 anni di storia

Stefania Pescarmona
Stefania Pescarmona
25.11.2020
Tempo di lettura: 3'
L'immobiliare torna indietro sui livelli del 2015. Secondo Nomisma, il 2020 dovrebbe chiudersi con 112-121 mila compravendite in meno rispetto alle attese. Per il 2021, si prospetta una lenta ripresa a “L”

Il 2020 dovrebbe chiudersi con 500mila unità transate (in calo del 17,1%) secondo lo scenario ‘base', o 491mila unità transate (in contrazione del 18,7%) secondo lo scenario ‘hard'

Per il 2021, Nomisma si attende un numero di compravendite non dissimile da quello dell'esercizio in corso, con un risultato complessivo di 495mila transazioni nello scenario più favorevole e di 467 mila nello scenario più avverso

L'anno dovrebbe chiudersi con 112-121 mila compravendite in meno rispetto alle attese. Queste le previsioni di Nomisma, contenute all'interno del 3° Osservatorio sul mercato immobiliare 2020. “Le previsioni di calo per il 4° trimestre porteranno a chiudere il 2020 nell'ordine delle 500mila unità transate (-17,1%) secondo lo scenario ‘base', o 491mila unità transate (-18,7%) secondo lo scenario ‘hard'. Considerato che, prima della diffusione del covid-19, le previsioni per l'anno in corso prefiguravano un numero di compravendite pari a 612mila, risulta evidente l'ampia quota di mercato che la pandemia ha eroso”, spiega l'istituto bolognese.
E anche le stime per il prossimo anno non sono rosee: le incertezze che stiamo vivendo accreditano per il 2021 uno scenario per le compravendite non dissimile da quello dell'esercizio in corso, con un risultato complessivo di 495mila transazioni nello scenario più favorevole e di 467 mila nello scenario più avverso.
Per l'istituto bolognese la ripresa sarà lenta e graduale e si manifesterà nel biennio 2022-2023 con un'intensità che non permetterà di recuperare in tempi brevi i livelli pre-covid 19, relegando il mercato, almeno fino al 2023, al di sotto delle 600 mila transazioni.
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Fonte: Agenzia delle Entrate e previsioni Nomisma
“Per il settore immobiliare si prefigge una ripresa a L, almeno per il prossimo anno”, ha spiegato Luca Dondi, amministratore delegato di Nomisma, che ha parlato di un'onda lunga di indebolimento che i modelli interiorizzano e restituiscono attraverso una visione piatta della curva, almeno per il 2021, e di una ripresa molto lenta e graduale, perché i danni molto profondi. “Prima di salutare con ottimismo il dato del terzo trimestre, che sarà un dato tutto sommato confortante in termini di contrazione, è importante allargare la prospettiva e vedere un po' oltre rispetto a quelli che saranno probabilmente gli effetti effimeri di un'estate vissuta al di sopra delle nostre possibilità da molti punti di vista”, ha dichiarato.

Tutti gli indicatori vanno verso il basso. “Il mercato è tornato indietro; siamo ancora a livelli distanti dai minimi ma abbiamo perso circa 4-5 anni”, ha precisato Dondi, aggiungendo che anche i prezzi sono scesi, un calo che non riguarda solo i mercati periferici, le economie più fragili e più deboli, ma che riguarda anche forse, e soprattutto, i grandi mercati che stavano crescendo.

“La curva della variazione dei prezzi era tornata finalmente in territorio positivo, mentre oggi è tornata a piegare verso il basso”, ha proseguito Dondi, che ha dichiarato che si assisterà a “uno spostamento di una parte della domanda verso il segmento dell'affitto” e che anche qui “avremo necessariamente un adeguamento dei canoni”, proprio perché a questo segmento si rivolgono prevalentemente famiglie che sono più deboli dal punto di vista economico.

Quale sarà il segmento che invece non risentirà, anzi beneficerà, della situazione delle misure e degli strumenti che sono stati messi in campo? “Quello delle ristrutturazioni e delle riqualificazioni. Abbiamo dei dati eclatanti di potenziale interesse: 12,5 milioni di famiglie si dicono interessate a effettuare investimenti soprattutto laddove le politiche di incentivazione dovessero garantire una capacità di effettuare questi investimenti senza spendere nulla. Un comparto che diventa vitale per la sopravvivenza di molte imprese”, ha commentato Dondi.

Ma se il settore residenziale prosegue tra qualche luce e molte ombre, la situazione sul segmento non residenziale è molto più difficile.  Dondi,  parlando di immobili di piccole dimensione, quindi di uffici  in edificio promiscuo piuttosto che di piccole unità commerciali, ha infatti concluso dicendo che in questo comparto “siamo prossimi al punto di minimo”.
Direttore di We-Wealth.com e caporedattore del magazine. Giornalista professionista, è laureata in Giurisprudenza presso l’Università degli studi di Torino. Ha lavorato a MF, Bloomberg Investimenti, Finanza&Mercati. Ha collaborato con Affari&Finanza (Repubblica) e Advisor

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