Millennial, casa e mutuo: un rapporto difficile, ma più consapevole

12.7.2021
Tempo di lettura: 5'
Rispetto ai loro genitori, i nati tra il 1981 e il 1996 hanno un patrimonio alle spalle maggiore, ma un reddito inferiore. Così, spesso l'acquisto della casa tende a spostarsi più in avanti con l'età. Come si muovono i giovani e cosa cercano?
Negli ultimi 5 anni, gli under 44 hanno comprato soprattutto l’abitazione principale (nell’86% dei casi), mentre il fine dell’investimento ha riguardato solo il 10% circa delle compravendite, a fronte di un restante 3% di acquisti di case vacanza
Il 2021 è il primo anno in cui i Millennial hanno inviato più della metà delle richieste di mutuo (50,8%); l’anno scorso, questo numero si attestava al 46,3% del totale, ed era già in forte crescita rispetto al 30% del 2016
“Non è vero che i giovani sono meno interessati rispetto ai genitori alla casa. I Millennial hanno voglia di casa. O meglio, se potessero ne avrebbero voglia. Il problema è che non possono perché da un lato non c'è più quel sostegno che c'era una volta della famiglia forte alle spalle, visto che, negli ultimi 15 anni, la rete familiare si è un po' sfibrata, e dall'altro lato è colpa degli ostacoli all'accesso bancario, visto che oggi, chi acquista un'abitazione, per l'82% dipende dal mutuo”.
Inizia così Marco Marcatili, economista e responsabile sviluppo di Nomisma, a parlare del rapporto che lega il mattone ai Millennial, una generazione molto frammentata che comprende coloro che sono nati tra il 1981 e il 1996, e che hanno quindi dai 40 ai 25 anni d'età. Si va dal giovane che ancora sta studiando, ma è sorretto da una famiglia forte e cerca casa in affitto, al ragazzo disoccupato fino ad arrivare a chi, nel corso degli anni, si approccia all'acquisto delle prima casa.
“Si fa fatica a mettere tutti assieme, ma c'è un tratto comune che caratterizza questa nuova larga generazione: una domanda molto più consapevole di quella dei baby boomer. C'è una maggiore consapevolezza di dove si vuole comprare casa e questo avviene solo quando ci sono le condizioni giuste - spiega Marcatili - Se una volta, genitori e nonni compravano degli spazi, in periferia o nei comuni limitrofi, perché costavano meno, ora i giovani hanno maggiore consapevolezza che comprare una casa in sé può voler dire nulla, mentre è fondamentale acquistarla in un contesto favorevole come spazio di vita, per cui i Millennial preferiscono aspettare ma non rinunciare al tema del contesto in cui vivere, ossia in quartieri vitali; poi quando potranno fare il grande passo, e se ci saranno tutte le condizioni per farlo, passeranno all'acquisto”.
Di avviso simile è Mario Breglia, presidente di Scenari Immobiliari, che spiega che la generazione nata a cavallo del secolo, rispetto a quella dei genitori si caratterizza per avere un patrimonio maggiore e un reddito minore. “Il patrimonio ovviamente è quello familiare, con i genitori che hanno prima e seconda casa, più (in media) un altro immobile a uso diverso”, commenta Breglia, aggiungendo che questo patrimonio potrà essere usato per comprare loro la casa e comunque ne usufruiranno più avanti. “Il reddito, quando c'è – prosegue il presidente di Scenari Immobiliari - è di molto inferiore a quello dei genitori alla loro età. Il tempo dello studio si è dilatato così come il momento di ingresso nel mercato del lavoro. La competizione, soprattutto per i laureati, è molto forte e l'ascensore sociale fermo da tanti anni. Anche il rapporto con la famiglia da formare è molto diverso dal secolo scorso. I rapporti sono più fluidi e le convivenze meno durature. Questa situazione porta a un rapporto conflittuale con l'abitazione. Pochi vogliono ripetere i sacrifici dei genitori per l'acquisto di una casa: al primo posto va, infatti, la ricerca di un lavoro “che soddisfi” e la ricerca può essere molto lunga. Si inizia a pensare a una casa in proprietà dopo i 40 anni e, spesso, solo se la casa dei genitori non è ritenuta abbastanza gradevole”.
In generale, molti operatori sembrano confermare che la prima scelta ricada sulla locazione, anche alla luce del fatto che con la pandemia le possibilità di prendere una bella casa in affitto sono aumentate e i canoni scesi. Ma se gli affitti sono un po' più bassi, il ribasso dei prezzi immobiliari e la contrazione dei tassi d'interesse sui mutui spingono sempre più persone, anche nelle fasce più giovani di età, ad acquistare. In questi casi, comunque, la motivazione è solo una: acquistare come prima casa. L'ufficio studi del gruppo Tecnocasa, su un campione un po' più ampio, che va dai 18 ai 44 anni, ha indicato infatti che, negli ultimi 5 anni, gli under 44 hanno comprato soprattutto l'abitazione principale (nell'86% dei casi), mentre il fine dell'investimento ha riguardato solo il 10% circa delle compravendite, a fronte di un restante 3% di acquisti di case vacanza.
“La tipologia più acquistata dagli under 44 è il trilocale che nel corso degli anni si è attestata tra il 35 ed il 37% delle compravendite – ha dichiarato Fabiana Megliola, responsabile ufficio studi Tecnocasa - Al secondo posto si piazzano le soluzioni indipendenti e semindipendenti che, in particolare nel 2020, hanno raggiunto quota 22,6% contro una media del 19% degli anni precedenti. In questo caso è evidente l'effetto della pandemia in atto che ha spinto anche i più giovani verso l'acquisto di tipologie più ampie e dotate di spazi esterni”.
In ogni caso c'è una forte dipendenza dal mutuo.
“Dai dati dell'Osservatorio MutuiOnline osserviamo che il 2021 è il primo anno in cui i Millennial hanno inviato più della metà delle richieste di mutuo (50,8%); l'anno scorso, infatti, questo numero si attestava al 46,3% del totale, ed era già in forte crescita rispetto al 30% del 2016. In aumento anche il numero di erogazioni, anche se ancora sotto il 50% (47,3% del totale nel 2021)”, ha dichiarato Alessio Santarelli, direttore generale divisione broking del gruppo MutuiOnline.
Facendo uno zoom nelle diverse classi di età rappresentate dai Millennial, si vedono trend molto diversi: “La crescita delle richieste nel 2021 è spinta principalmente dalla fascia più matura, dai 36 ai 40 anni, che è passata dal 16% del totale mix nel 2020 al 20% nel 2021, e sembra essere, quest'anno, la fascia d'età con maggiore crescita di interesse verso i mutui. Al contrario tra chi sta ancora studiando sono pochi quelli che possono permettersi un mutuo, infatti meno del 2% delle richieste è di giovani sotto i 25 anni (rispetto al 4% di 10 anni fa); in netto calo rispetto a 10 anni fa anche le richieste nella fascia d'età 26-30, che hanno raggiunto il picco del 16% del totale nel 2012 per poi cadere al 10% nel 2019 e tornare quasi al 12% quest'anno”, ha aggiunto Santarelli.
Da questi dati, sembra che i Millennial stiano correndo per emulare la generazione dei loro genitori e loro nonni – i baby boomer– nella corsa agli investimenti nel mattone. “Dalle elaborazioni di MutuiOnline dei dati dell'Osservatorio immobiliare dell'Agenzia delle Entrate si vede che i Millennial sono passati dal possedere nel 2010 solo il 4% del patrimonio immobiliare italiano (in termini di numero abitazioni di proprietà, ndr) a quasi il 20% nel 2019. Sono però ancora lontani dai baby boomer che già da 10 anni possiedono circa il 40% degli immobili di proprietà del Paese”, ha concluso il dg della divisione broking del gruppo MutuiOnline.
(Articolo tratto dal magazine di We Wealth di giugno)
Di avviso simile è Mario Breglia, presidente di Scenari Immobiliari, che spiega che la generazione nata a cavallo del secolo, rispetto a quella dei genitori si caratterizza per avere un patrimonio maggiore e un reddito minore. “Il patrimonio ovviamente è quello familiare, con i genitori che hanno prima e seconda casa, più (in media) un altro immobile a uso diverso”, commenta Breglia, aggiungendo che questo patrimonio potrà essere usato per comprare loro la casa e comunque ne usufruiranno più avanti. “Il reddito, quando c'è – prosegue il presidente di Scenari Immobiliari - è di molto inferiore a quello dei genitori alla loro età. Il tempo dello studio si è dilatato così come il momento di ingresso nel mercato del lavoro. La competizione, soprattutto per i laureati, è molto forte e l'ascensore sociale fermo da tanti anni. Anche il rapporto con la famiglia da formare è molto diverso dal secolo scorso. I rapporti sono più fluidi e le convivenze meno durature. Questa situazione porta a un rapporto conflittuale con l'abitazione. Pochi vogliono ripetere i sacrifici dei genitori per l'acquisto di una casa: al primo posto va, infatti, la ricerca di un lavoro “che soddisfi” e la ricerca può essere molto lunga. Si inizia a pensare a una casa in proprietà dopo i 40 anni e, spesso, solo se la casa dei genitori non è ritenuta abbastanza gradevole”.
In generale, molti operatori sembrano confermare che la prima scelta ricada sulla locazione, anche alla luce del fatto che con la pandemia le possibilità di prendere una bella casa in affitto sono aumentate e i canoni scesi. Ma se gli affitti sono un po' più bassi, il ribasso dei prezzi immobiliari e la contrazione dei tassi d'interesse sui mutui spingono sempre più persone, anche nelle fasce più giovani di età, ad acquistare. In questi casi, comunque, la motivazione è solo una: acquistare come prima casa. L'ufficio studi del gruppo Tecnocasa, su un campione un po' più ampio, che va dai 18 ai 44 anni, ha indicato infatti che, negli ultimi 5 anni, gli under 44 hanno comprato soprattutto l'abitazione principale (nell'86% dei casi), mentre il fine dell'investimento ha riguardato solo il 10% circa delle compravendite, a fronte di un restante 3% di acquisti di case vacanza.
“La tipologia più acquistata dagli under 44 è il trilocale che nel corso degli anni si è attestata tra il 35 ed il 37% delle compravendite – ha dichiarato Fabiana Megliola, responsabile ufficio studi Tecnocasa - Al secondo posto si piazzano le soluzioni indipendenti e semindipendenti che, in particolare nel 2020, hanno raggiunto quota 22,6% contro una media del 19% degli anni precedenti. In questo caso è evidente l'effetto della pandemia in atto che ha spinto anche i più giovani verso l'acquisto di tipologie più ampie e dotate di spazi esterni”.
In ogni caso c'è una forte dipendenza dal mutuo.
“Dai dati dell'Osservatorio MutuiOnline osserviamo che il 2021 è il primo anno in cui i Millennial hanno inviato più della metà delle richieste di mutuo (50,8%); l'anno scorso, infatti, questo numero si attestava al 46,3% del totale, ed era già in forte crescita rispetto al 30% del 2016. In aumento anche il numero di erogazioni, anche se ancora sotto il 50% (47,3% del totale nel 2021)”, ha dichiarato Alessio Santarelli, direttore generale divisione broking del gruppo MutuiOnline.
Facendo uno zoom nelle diverse classi di età rappresentate dai Millennial, si vedono trend molto diversi: “La crescita delle richieste nel 2021 è spinta principalmente dalla fascia più matura, dai 36 ai 40 anni, che è passata dal 16% del totale mix nel 2020 al 20% nel 2021, e sembra essere, quest'anno, la fascia d'età con maggiore crescita di interesse verso i mutui. Al contrario tra chi sta ancora studiando sono pochi quelli che possono permettersi un mutuo, infatti meno del 2% delle richieste è di giovani sotto i 25 anni (rispetto al 4% di 10 anni fa); in netto calo rispetto a 10 anni fa anche le richieste nella fascia d'età 26-30, che hanno raggiunto il picco del 16% del totale nel 2012 per poi cadere al 10% nel 2019 e tornare quasi al 12% quest'anno”, ha aggiunto Santarelli.
Da questi dati, sembra che i Millennial stiano correndo per emulare la generazione dei loro genitori e loro nonni – i baby boomer– nella corsa agli investimenti nel mattone. “Dalle elaborazioni di MutuiOnline dei dati dell'Osservatorio immobiliare dell'Agenzia delle Entrate si vede che i Millennial sono passati dal possedere nel 2010 solo il 4% del patrimonio immobiliare italiano (in termini di numero abitazioni di proprietà, ndr) a quasi il 20% nel 2019. Sono però ancora lontani dai baby boomer che già da 10 anni possiedono circa il 40% degli immobili di proprietà del Paese”, ha concluso il dg della divisione broking del gruppo MutuiOnline.
(Articolo tratto dal magazine di We Wealth di giugno)