Immobiliare, boom di capitali esteri in Italia

5.11.2018
Tempo di lettura: 3'
Oltre il 70% degli investimenti immobiliari nel nostro Paese è arrivato, nel 2017, da capitali internazionali. E le attese sono per un'ulteriore crescita. Il dato potrebbe salire al 75% a fine 2018
Nel real estate, il monte investimenti complessivo in Europa nel primo semestre 2018 ha raggiunto i 105 miliardi di euro
Nonostante l'attuale clima politico difficile e quasi ostile verso l'Europa, l'Italia continua ad attrarre l'interesse degli investitori internazionale
Olaf Schmidt (Dla Piper): “Milano al top per attrattività. Forte interesse degli investitori per il settore della logistica”
“Nonostante l'attuale clima politico difficile e quasi ostile verso l'Europa, l'Italia continua ad attrarre l'interesse degli investitori internazionale”. Lo ha detto l'avvocato Olaf Schmidt, co-managing director per l'Europa e il Medio Oriente e co-responsabile del Sector Real Estate Global di Dla Piper, studio legale internazionale promotore del real estate summit “Quo Vadis Italia”, l'evento (giunto alla quinta edizione) realizzato in collaborazione con Cbre, Cushman&Wakefield, Gva Redilco, Jll e UliUrban Land Institute, che ha analizzato l'andamento del settore immobiliare.
Dall'appuntamento, che ha riunito il gotha internazionale del settore immobiliare, è emerso che oltre il 70% degli investimenti immobiliari realizzati in Italia nel 2017 è arrivato da capitali internazionali. Una percentuale destinata a crescere e incrementare di anno in anno: si stima, infatti, che, a fine 2018, la percentuale possa superare il 75%.
“Esiste però una netta differenza tra chi è già presente nel mercato e chi non ha ancora investito in Italia - precisa Schmidt - Mentre i primi prendono una visione di medio-lungo periodo e si fidano della capacità del mercato italiano di resistere alle attuali tendenze, chi non ha ancora messo piede nel nostro Paese preferisce aspettare per il momento. Gli investitori internazionali sono soprattutto alla ricerca di opportunità nel settore residenziale, declinato sotto ogni forma, dallo student housing al microliving fino alla sua interpretazione tradizionale e al senior living o residenziale assistito. Ma il prodotto scarseggia, dobbiamo essere pronti e veloci nel saper rispondere a questa domanda di mercato”.
Qual è la situazione attuale del mercato real estate?
“Il real estate è un'asset class che continua a crescere anche a livello europeo, con un monte investimenti complessivo che nel primo semestre 2018 ha raggiunto i 105 miliardi di euro”, ha risposto Paolo Foppiani, avvocato e partner di Dla Piper, che ha aggiunto che sono cresciuti il settore uffici con 52,7 miliardi di euro (+6%), il comparto retail a 24,2 miliardi (+10%), mentre sono calati l'industriale, che ha registrato 12,6 miliardi (-25%), e gli hotel a 7,4 miliardi (-11%). “Nonostante una contrazione del totale complessivo degli investimenti, che nel primo semestre 2018 hanno toccato i 3,7 miliardi (in calo del 23%), il settore uffici ha raccolto 1,3 miliardi di euro (-30%), mentre il retail è cresciuto del 31% raggiungendo 1,5 miliardi di euro, il settore industriale ha raccolto 0,6 miliardi di euro (+57%), mentre sono scesi del 50% gli investimenti nell'hotellerie con 0,3 miliardi di euro”, ha proseguito Foppiani.
E l'Italia?
Per quanto riguarda il nostro Paese, “Milano si conferma una realtà privilegiata per gli investimenti immobiliari, l'unica in grado di competere con le altri grandi capitali europee ma in grado di offrire pricing ancora competitivi”, ha spiegato Foppiani - Uffici e high street la fanno ancora da padrone ma gli investitori stranieri confermano l'interesse a investimenti massicci nel settore residenziale”.
Sempre in Italia, “è molto interessante notare, come accanto a tradizionali categorie, come quello degli uffici, stia raccogliendo sempre più interesse quello della logistica, anche alla luce dei veloci cambiamenti sulla catena distributiva con l'arrivo di nuovi player e della crescente presenza dei giganti dell'e-commerce”, ha poi aggiunto Francesco de Blasio, partner di Dla Piper.
Durante l'evento si è poi appreso che la stima di crescita (a un anno) è del 3,8% per Milano e dell'1,6% per Roma. Quanto all'anno in corso, secondo Cbre il volume degli investimenti retail nel trimestre è in linea con i trimestri precedenti, mentre si è consolidata la crescita dei canoni nel settore high street – Milano a 7.400 euro mq anno, Roma a 7.200 euro mq anno – a fronte di una stabilizzazione dei canoni prime per centri commerciali sia a Milano che a Roma.
Dall'appuntamento, che ha riunito il gotha internazionale del settore immobiliare, è emerso che oltre il 70% degli investimenti immobiliari realizzati in Italia nel 2017 è arrivato da capitali internazionali. Una percentuale destinata a crescere e incrementare di anno in anno: si stima, infatti, che, a fine 2018, la percentuale possa superare il 75%.
“Esiste però una netta differenza tra chi è già presente nel mercato e chi non ha ancora investito in Italia - precisa Schmidt - Mentre i primi prendono una visione di medio-lungo periodo e si fidano della capacità del mercato italiano di resistere alle attuali tendenze, chi non ha ancora messo piede nel nostro Paese preferisce aspettare per il momento. Gli investitori internazionali sono soprattutto alla ricerca di opportunità nel settore residenziale, declinato sotto ogni forma, dallo student housing al microliving fino alla sua interpretazione tradizionale e al senior living o residenziale assistito. Ma il prodotto scarseggia, dobbiamo essere pronti e veloci nel saper rispondere a questa domanda di mercato”.
Qual è la situazione attuale del mercato real estate?
“Il real estate è un'asset class che continua a crescere anche a livello europeo, con un monte investimenti complessivo che nel primo semestre 2018 ha raggiunto i 105 miliardi di euro”, ha risposto Paolo Foppiani, avvocato e partner di Dla Piper, che ha aggiunto che sono cresciuti il settore uffici con 52,7 miliardi di euro (+6%), il comparto retail a 24,2 miliardi (+10%), mentre sono calati l'industriale, che ha registrato 12,6 miliardi (-25%), e gli hotel a 7,4 miliardi (-11%). “Nonostante una contrazione del totale complessivo degli investimenti, che nel primo semestre 2018 hanno toccato i 3,7 miliardi (in calo del 23%), il settore uffici ha raccolto 1,3 miliardi di euro (-30%), mentre il retail è cresciuto del 31% raggiungendo 1,5 miliardi di euro, il settore industriale ha raccolto 0,6 miliardi di euro (+57%), mentre sono scesi del 50% gli investimenti nell'hotellerie con 0,3 miliardi di euro”, ha proseguito Foppiani.
E l'Italia?
Per quanto riguarda il nostro Paese, “Milano si conferma una realtà privilegiata per gli investimenti immobiliari, l'unica in grado di competere con le altri grandi capitali europee ma in grado di offrire pricing ancora competitivi”, ha spiegato Foppiani - Uffici e high street la fanno ancora da padrone ma gli investitori stranieri confermano l'interesse a investimenti massicci nel settore residenziale”.
Sempre in Italia, “è molto interessante notare, come accanto a tradizionali categorie, come quello degli uffici, stia raccogliendo sempre più interesse quello della logistica, anche alla luce dei veloci cambiamenti sulla catena distributiva con l'arrivo di nuovi player e della crescente presenza dei giganti dell'e-commerce”, ha poi aggiunto Francesco de Blasio, partner di Dla Piper.
Durante l'evento si è poi appreso che la stima di crescita (a un anno) è del 3,8% per Milano e dell'1,6% per Roma. Quanto all'anno in corso, secondo Cbre il volume degli investimenti retail nel trimestre è in linea con i trimestri precedenti, mentre si è consolidata la crescita dei canoni nel settore high street – Milano a 7.400 euro mq anno, Roma a 7.200 euro mq anno – a fronte di una stabilizzazione dei canoni prime per centri commerciali sia a Milano che a Roma.