Il bilancio del mattone del 2020: settori ai raggi x

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Volumi totali di 8,3 miliardi di euro, in calo del 33% rispetto all'anno prima, ma in linea con i livelli del 2018. Questi i numeri realizzati dal mercato immobiliare italiano nel 2020. Alcuni settori sono andati al tappeto (alberghiero) altri hanno chiuso con il segno più (logistica). E ora?

A livello globale, invece, il fatturato a fine 2020 è stimato in 110 miliardi di euro, con un calo del 15,1% rispetto al 2019 (130 miliardi circa)

Il retail e l'hospitality sono i settori dell'immobiliare maggiormente impattati dalla pandemia da covid-19

In controtendenza rispetto al mercato, ci sono: la logistica, gli alternative, l'assistenza sanitaria e il living

“La pandemia globale da covid-19 ha dimostrato di essere un acceleratore di cambiamento e trasformazione per l'intero settore immobiliare che durerà ben oltre la crisi sanitaria: sostenibilità, digitale e tecnologia, flessibilità nell'utilizzo degli spazi e rigenerazione caratterizzeranno gli edifici del futuro”. A parlare è  Barbara Cominelli, ceo di Jll Italia, che ha tracciato un bilancio dell'anno appena concluso. Dall'analisi di mercato svolta dall'azienda specializzata nel settore immobiliare e della gestione degli investimenti, risulta che nel 2020 i volumi totali in Italia hanno raggiunto circa 8,3 miliardi di euro, in calo del 33% rispetto all'anno prima ma in flessione del 15% rispetto alla media degli ultimi 5 anni, e in linea con i livelli del 2018.
Uno scenario pesante non solo per il nostro paese, ma per tutto il mondo. Mario Breglia, presidente di Scenari Immobiliari, nell'ambito di Re Italy Winter Forum 2021, organizzato da Monitorimmobiliare alla Borsa di Milano, ha infatti precisato che “il fatturato globale a fine 2020 è stimato in 110 miliardi di euro, con un calo del 15,1% rispetto al 2019 (130 miliardi circa)”. Bisogna però differenziare settore per settore.  “Il residenziale ha avuto una resilienza maggiore e subisce un calo del 10%, mentre il mercato terziario degli uffici, dove la pratica dello smart working ha vuotato i grattacieli e gli edifici più moderni, si è contratto di oltre un quarto”, ha aggiunto Breglia.  Contrazione del 27,2% anche nel settore commerciale, dove il settore retail è calato di quasi il 40%, e male anche la grande distribuzione, penalizzata dalle normative sanitarie, anche se il settore più colpito è stato sicuramente l'alberghiero (-70%).
Numeri simili sono stati riportati anche da Jll per l'Italia, dove acuni settori, tra cui il retail e l'hospitality, sono stati maggiormente impattati dalla pandemia da covid-19 e si trovano dunque oggi di fronte alla necessità di cambiare profondamente i propri paradigmi e di guardare verso lo sviluppo tecnologico.

In particolare, se si guarda il volume di investimento, gli alberghi hanno registrato un calo del 76%. “Non c'è motivo per cui questo settore, fondamentale per l'economia del nostro Paese, non possa riprendersi dallo shock non appena la situazione sarà tornata alla normalità” spiegano gli esperti di Jll che ritengono che la pandemia abbia accelerato alcune tendenze del settore e abbia incoraggiato gli operatori alberghieri d essere più creativi nell'attrarre ospiti e nel diversificare le entrate. “Alcuni investitori e operatori alberghieri stanno valutando l'opportunità di fornire servizi di co-working, nelle aree prima destinate agli eventi o nelle stanze, o di convertire i loro asset ad altre destinazioni d'uso”, hanno dichiarato.

Il settore retail, invece, ha registrato una contrazione del 18% del volume degli investimenti ma le pressioni sui canoni dovrebbero proseguire anche nel breve-medio periodo con i consumi che torneranno ai livelli pre-covid solamente nel 2023. Una contrazione ancora più accentuata è avvenuta nel  comparto office  (-34%). “Nel 2021, le aziende rimodelleranno il loro portafoglio immobiliare e rivoluzioneranno i modelli di workplace: la salute e il benessere dei dipendenti saranno le principali priorità di investimento mentre l'ufficio diventerà una parte fondamentale della cultura aziendale. La domanda di qualità, tecnologia e sostenibilità crea l'opportunità per riqualificare e rigenerare lo stock esistente”, ha spiegato Jll.

Non tutte le aree però hanno sofferto. In controtendenza rispetto al mercato, troviamo infatti il settore logistico, che ha raggiunto un nuovo record nel 2020 registrando 2,3 milioni di mq di assorbimento di spazi in affitto, pari al 25% in più rispetto all'anno precedente, e un +3% a livello di investimenti.  Decisamente bene, anche se si tratta di aree ancora di nicchia, il settore degli alternative (student housing e senior housing, +45%), l'assistenza sanitaria (+57%) e il living.

Guardando ai prossimi mesi, Breglia ha spiegato che “le prospettive per il 2021 sono ovviamente condizionate al momento della effettiva ripartenza del sistema economico e alla progressiva uscita dalla crisi pandemica” e che se si ipotizza “un ritorno alla quasi normalità nel secondo trimestre dell'anno si stima una ripresa del mercato nazionale del 7,7% arrivando a quasi 119 miliardi di euro, nella media del decennio passato”. Tutti i settori, escluso il commerciale retail, dovrebbero avere rimbalzi dovuti a un accumulo di domanda.
Direttore di We-Wealth.com e caporedattore del magazine. Giornalista professionista, è laureata in Giurisprudenza presso l’Università degli studi di Torino. Ha lavorato a MF, Bloomberg Investimenti, Finanza&Mercati. Ha collaborato con Affari&Finanza (Repubblica) e Advisor

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