Metaverso, terreno virtuale dal potenziale reale

Teresa Scarale
Teresa Scarale
30.11.2022
Tempo di lettura: 3'
Se tutti sono scettici, perché tutti vi investono? L’oggetto è il metaverso, l’entità che più di ogni altra interseca in sé le tecnologie digitali più avanzate. Si è cercato di dare una risposta a questa domanda nell’ultimo Fintech Talk di Deloitte

Non sappiamo quanto tempo ci vorrà perché tutte le persone guardino il mondo attraverso i visori. Possono volerci cinque, dieci anni. Forse di più. Ma sarà così. E quando succederà, il mondo cambierà. Sarà molto diverso, per tutti noi. È la sintesi del senso di ineluttabilità che è emerso nell’ultimo dei Fintech Talks di Deloitte, tenutosi lunedì 28 novembre 2022 a Milano (FinTech and the Rise of the MetaFi).

Il metaverso è uno spazio digitale frutto della convergenza delle tecnologie informatiche più avanzate, combinate per estendere la portata e l'intensità d’uso di criptovalute, intelligenza artificiale (AI), realtà aumentata (AR), realtà virtuale (VR), elaborazione spaziale. Nel metaverso si combinano contenuti ed esperienze; piattaforme; infrastrutture e hardware; abilitatori. Questi ultimi sono strumenti e applicazioni che gestiscono l'identità digitale degli utenti e le modalità di accesso all'economia metaversale, fruibile tramite criptovalute e nft.

Nel 2021, la ricerca su internet del termine metaverso è salita del 7200%. In quell’anno, le imprese legate al metaverso avevano raccolto oltre 10 miliardi di dollari, più del doppio rispetto al 2020 (dati McKinsey). Nel solo 2022 (non ancora concluso), sono confluiti nel metaverso oltre 120 miliardi di dollari. In base alle stime della società di consulenza strategica, il metaverso ha il potenziale per generare fino a 5.000 miliardi di dollari di valore entro il 2030.

A detta degli insider però, la tecnologia per realizzare pienamente il potenziale del metaverso non esiste ancora: «manca l’ultimo miglio». Sono necessari progressi di rete, nell'hardware di interfaccia, nell'infrastruttura di calcolo (edge computing per acquisire, archiviare ed elaborare i dati a livello locale anziché nel cloud, risolvendo i problemi di larghezza di banda e latenza limitate). L'introduzione completa del 5G consentirà agli utenti di elaborare questi mondi di grandi dimensioni anche sui dispositivi mobili.

Il tech odierno collegato al metaverso: AR, VR, MR

La realtà aumentata (AR) utilizza la tecnologia per aggiungere o aumentare la visione della realtà di una persona, con un'immagine generata dal computer (esempi: Pokémon Go, l'app di posizionamento dei mobili IKEA).

Nella VR (realtà virtuale), gli utenti entrano in una simulazione generata dal computer, ma possono interagire con essa in un modo che sembra reale. Nessuna componente del mondo fisico è inclusa, se si escludono le altre attrezzature necessarie.

La realtà mista, o MR si riferisce a situazioni che combinano elementi di AR e VR. Con essa, è possibile utilizzare elementi del mondo reale per interagire con un ambiente virtuale. In un gioco MR in teoria si potrebbe prendere un oggetto reale e incorporarlo nel gioco. 

 

Il metaverso è destinato a rimanere: ecco perché

I miglioramenti tecnologici nei fatti sono costanti, permettendo di creare mondi virtuali sempre più complessi. Le imprese del tech hanno investito massicciamente nel metaverso e tutte vogliono “esserci”. Del resto, le esperienze immersive di tipo metaversale sono sempre più all’ordine del giorno (vendita al dettaglio, sport e istruzione, formazione dei dipendenti, collaborazione tra team). I consumatori della generazione Z stanno raggiungendo la maturità finanziaria: sono generazioni più a loro agio delle precedenti con i mondi virtuali. Nel metaverso, l'influencer marketing è destinato a essere ancora più potente di quanto non sia oggi nei social tradizionali. Secondo i dati McKinsey, Il 79% dei consumatori attivi nel metaverso ha effettuato un acquisto: sia da virtuale a virtuale, che da reale virtuale (es.: carte da gioco con codici QR utilizzabili per sbloccare nft ed esperienze virtuali).


Non solo gaming, ma…

Con tre miliardi di utenti a livello globale per oltre 200 miliardi di dollari spesi, il settore del gioco eclissa da solo le industrie cinematografiche e musicali messe insieme. Nel 2015, la spesa per il gaming era di circa 5 miliardi di dollari. Nel 2021 ha raggiunto quasi i 70 miliardi, anche escludendo i non fungible token. Il metaverso avrà ampio spazio di sviluppo nel settore dell’edutainment. In campo sanitario, i display AR vengono utilizzati per eseguire interventi chirurgici.

Nell'industria pesante, la VR si usa per istruire il personale. BMW ha usato il metaverso per progettare in scala i suoi veicoli completamente elettrici prima di dare il via alla produzione. La Metaverse Fashion Week di Decentraland del marzo 2022 ha attirato marchi come Dolce & Gabbana, Estée Lauder, Etro. Il Gucci Garden, lanciato nel 2021 nel metaverso di gioco Roblox, ha accolto 19 milioni di visitatori.


Le vulnerabilità del metaverso

Il metaverso eredita le stesse criticità di internet: spersonalizzazione, tentativi di furto delle credenziali, ingegneria sociale, spionaggio fra gli stati, vulnerabilità. Commenta Rob Lowe di LEGO Ventures a McKinsey: «Nello stesso modo in cui non avreste un bambino che cammina da solo dopo mezzanotte al centro di Soho, così non vorreste che lo stesso accadesse nel metaverso».

Dalla tavola rotonda di Deloitte emerge la necessità di capire adesso dove stanno i limiti dello strumento, per poterli superare, soprattutto in consulenza (audit, cyber risk, materie legali). «Non è faccenda di una sola azienda, è qualcosa cui tutti contribuiscono. È un hype, che resterà e dipenderà dalla maturità dei blocchi di costruzione», afferma Paolo Gianturco, Business Operations & FinTech Leader Deloitte.

Secondo Nicolaus Preuss-Neudorf, co-lead Metaverse Lab, Deloitte, «ogni nuovo mezzo di comunicazione scatena il panico. Ai tempi della scrittura, Socrate era preoccupato che ciò compromettesse la capacità mnemonica umana». Fra le preoccupazioni collegate all’insorgere del metaverso, c’è anche il digital divide. «Ma dov’è la disparità digitale per quanto riguarda i cellulari? Se una tecnologia è davvero di massa, il problema non si pone. Diventa una piattaforma come le altre per lo shopping e l’incontro». Si parla di quarta rivoluzione industriale, ma in realtà è un accadimento molto più profondo: «Siamo nell’era della rivoluzione informativa,

pari a alla scoperta del fuoco, alla rivoluzione copernicana. Dobbiamo rinunciare all’idea dell’utopia, scegliere la protopia. Un mondo in cui le cose sono migliori rispetto a quanto non avessimo immaginato».

Caporedattore Pleasure Asset. Giornalista professionista, garganica, è laureata in Discipline Economiche e Sociali presso l'Università Bocconi di Milano. Scrive di finanza, economia, mercati dell'arte e del lusso. In We Wealth dalla sua fondazione

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