Google diventa banca? Accordo con Citigroup

Teresa Scarale
Teresa Scarale
13.11.2019
Tempo di lettura: 3'
Google è l'ultimo fra i colossi della Silicon Valley a fare l'ingresso pesante nella finanza di consumo: vuole diventare (anche) una banca. Apple e Facebook non ci erano riuscite. Il gigante di Mountain View però adotterà un approccio morbido e collaborativo

Il lancio è previsto per il 2020. Oltre a Citigroup, si dedicherà alla gestione operativa dei conti correnti una piccola società di lending dell'Università di Standford

Google ha dichiarato che il suo approccio "sarà quello di collaborare a fondo con le banche e il sistema finanziario. Potrebbe trattarsi di un percorso più lungo, ma di sicuro più sostenibile"

Nessuna delle big tech Usa ad oggi è riuscita nel'intento. Google invece, almeno "sui pixel", dice di voler mantenere un basso profilo, ben conscia della preziosità estrema dei dati relativi ai conti correnti delle persone

Nome in codice: Cache. E' questo il nome del progetto che Google lancerà insieme a Citigroup.
Si tratta di un vero e proprio servizio di conto corrente bancario da offrire agli utenti. Il lancio è previsto per il prossimo anno. Oltre a Citigroup, si dedicherà alla gestione operativa dei conti correnti una piccola società di lending dell'Università di Standford.

Google banca: sì alla collaborazione, no alla disruption


Caesar Sengupta, general manager e vicepresidente per i pagamenti di Google, specifica che la società "non venderà i dati dei propri utenti. Se potremo aiutare più persone a 'fare di più' digitalmente, sarà un bene per noi e un bene per la rete. Il nostro approccio sarà quello di collaborare a fondo con le banche e il sistema finanziario. Potrebbe trattarsi di un percorso più lungo, ma di sicuro più sostenibile".

La notizia la riporta il Wall Street Journal, che sottolinea anche come si tratti dell'ultimo gigante della Silicon Valley a fare il suo ingresso deciso nel mondo dei servizi finanziari a tutto tondo. L'operazione sarebbe una spallata nei confronti di Facebook e Apple (la cui carta di credito è nata nell'estate 2019), le quali avevano già provato in passato a diventare "banche", incontrando, però, lo scetticismo degli utenti.

Le big tech americane vedono i servizi finanziari come un modo per avvicinarsi agli utenti e raccogliere dati preziosi. Sempre più attori stanno lanciando iniziative nel settore: anche Amazon aveva sondato la possibilità di offrire conti correnti in collaborazione con alcune banche. Nessuna finora aveva sfondato.

Forse, semplicemente, i tempi non erano maturi e l'approccio troppo aggressivo. Google invece, almeno "sui pixel", dice di voler mantenere un basso profilo, ben conscia del fatto che la materia è scottante: gestire un conto corrente vuol dire essere a conoscenza di quanti soldi la gente guadagna, dove fa acquisti e quali pagamenti effettua.
Caporedattore Pleasure Asset. Giornalista professionista, garganica, è laureata in Discipline Economiche e Sociali presso l'Università Bocconi di Milano. Scrive di finanza, economia, mercati dell'arte e del lusso. In We Wealth dalla sua fondazione

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