Il fintech per la diversità di genere

Il mondo della finanza è ancora dominato dagli uomini. Il wealthtech potrebbe conquistare una parte della componente femminile della clientela che i colossi del risparmio gestito non sempre riescono a catturare
Il 40% degli utenti di Oval è rappresentato da donne, contro il 20% della media di mercato
Con l'app di Oval gli utenti possono raccogliere i propri risparmi in un salvadanaio digitale al quale destinare una percentuale delle proprie spese e del proprio stipendio
Inoltre, sebbene la stessa Oval sia costituita al 40% da donne (basti pensare che due su cinque dei membri del team manager lo sono, e lo stesso vale per il board), solo l'8% dei partecipanti alla campagna di crowdfunding avviata dalla società erano donne. “Per me è sempre stato un requisito fondamentale far capire alle giovani che possono fare carriera anche nel settore del fintech, nonostante sia un mondo prettamente maschile – continua –. Siamo molto attenti anche alle utenti donna, che purtroppo sono ancora inferiori rispetto agli uomini ma non rispetto alla media del mercato: parliamo del 40% contro il 20%”.

Secondo Arese Lucini, se da un lato gli utenti Hnwi continueranno a prediligere il contatto umano all'esperienza digitale, il wealth-tech potrebbe permettere di abbattere i costi delle filiali e raggiungere anche le nicchie di mercato con patrimoni meno importanti. Oval, per esempio, permette di iniziare a investire partendo solo da 10 euro. “La nostra visione è che i giovani hanno poca educazione finanziaria e hanno bisogno di prodotti che permettano loro di risparmiare in modo semplice, preparandosi così a un futuro che presenterà delle criticità sul piano delle pensioni – spiega Arese Lucini –. La nostra idea era di creare qualcosa di intuitivo e giocoso, perché il risparmio e l'investimento sono argomenti noiosi”.
Con l'app di Oval collegata al proprio conto e alle proprie carte, gli utenti possono infatti raccogliere gratuitamente i propri risparmi in un salvadanaio digitale al quale destinare una percentuale delle proprie spese o del proprio stipendio, applicando una semplice regola come l'arrotondamento per eccesso sulle transazioni effettuate, oppure modalità più dinamiche, adatte alle proprie abitudini e esigenze. Se sei una persona particolarmente attiva sui social network, ad esempio, puoi decidere di mettere da parte un euro in base al tempo passato online, o anche stabilire un importo da accantonare ogni volta che raggiungi il tetto stabilito di 10mila passi giornalieri.
“In media i nostri utenti mettono da parte il 7% in più ogni mese. Chi ha iniziato tempo fa, ha triplicato o quadruplicato la propria capacità di risparmio, arrivando a 150/160 euro al mese in media. Possono sembrare numeri piccoli, ma non lo sono se si considera che il nostro utente medio ha un salario netto sui 2.000-2.500 euro”. Infine, dopo aver effettuato un questionario di valutazione del proprio profilo di rischio, gli utenti possono selezionare i prodotti finanziari e decidere la percentuale del salvadanaio da allocare ogni settimana, pagando una fee annuale dell'1% sull'ammontare investito. Tra gli strumenti tematici bilanciati proposti, anche uno al femminile, dedicato alle aziende i cui board sono costituiti per almeno il 20% da donne o la cui fondatrice è donna. “Il settore tradizionale bancario non può essere l'unico punto di distribuzione del risparmio gestito”, conclude Arese Lucini. A comprenderlo è stata anche Eurizon, società di asset management del Gruppo Intesa Sanpaolo, che a ottobre 2019 ha annunciato l'avvio di una partnership con Oval seguita a un investimento diretto nel capitale della società.