Coronavirus: Italia boom di pagamenti online

27.3.2020
Tempo di lettura: 2'
Il coronavirus ci sta costringendo a cambiare le abitudini. Nell’ultimo mese di emergenza si è registrato un aumento dei pagamenti e delle spese online. Diventerà un trend consolidato anche dopo l’emergenza sanitaria?
Ivano Asaro, direttore dell’osservatorio pagamenti innovativi del Politecnico spiega a We Wealth la crescita del mondo digitale in quest’ultimo mese di emergenza
I pagamenti online e i servizi digitali registrano un forte aumento. Molti sistemi non risultano però essere pronti a supportare così tanti ingressi e contemporaneamente
Più online. Questo l’effetto del coronavirus sui cittadini italiani. La pandemia globale ci sta costringendo a cambiare tutte le nostre abitudini, anche le più banali. E dunque se prima pagare in contati o andare a fare la spesa tutti i giorni al supermercato era normale adesso non si può più.
La spesa la si fa online e anche i pagamenti. Il settore dell’e-commerce nell’ultimo mese di emergenza ha registrato un raddoppio dei volumi di vendita. E con questo ci sono, di conseguenza anche i pagamenti digitali. Secondo Ivano Asaro, direttore dell’osservatorio pagamenti innovativi del politecnico di Milano il settore dei pagamenti online, i pagamenti online potrebbero ricevere una forte spinta da questa quarantena forzata. Molti italiani sono infatti stati costretti a ricorrere a strumenti digitali. E dunque può che alcuni cittadini sperimentando i pagamenti online e altri servizi possano decidere, anche in seguito, di mantenerli attivi. A dare una mano al mondo digitale ci ha anche pensato anche l’Oms quando ha dichiarato che le banconote sono piene di virus e germi. E dunque c’è anche chi pensa che una volta passata la tempesta del coronavirus, almeno per i primi tempi, molti italiani preferiranno pagare elettronicamente per evitare il contatto con i soldi.
Ma non è tutto oro quella che luccica. Molti sistemi di servizi digitali non si stanno infatti mostrando all’altezza. Lo stesso Amazon sta facendo fatica a stare dietro a tutti gli ordini. E dunque secondo Asaro ci sono due tipi di problemi. Uno è il fattore umano. I corrieri sono oberati di lavoro e fanno fatica a stare dietro a tutte le consegne. E il secondo gap sono i sistemi informatici. Molte piattaforme web non sono infatti stata progettate per un afflusso di massa. I siti dei supermercati, per esempio, non hanno al momento le capacità tecniche per poter reggere, senza bloccarsi o rallentarsi, così tanta gente che contemporaneamente fa la spesa online. Non si può dire la stessa cosa per quanto riguarda i pagamenti digitali. Secondo Asaro questi sistemi possono sopportare anche molto altro traffico. E questo è possibile grazie alla loro natura. Per fare un pagamento online ci si mette infatti solo pochi minuti, e dunque anche se sulla stessa piattaforma ci sono diverse persone il flusso non risulta essere compromesso.
Ma dunque, si può dire che il coronavirus abbia aiutato l’uso dei pagamenti elettronici? La risposta secondo Asaro è incerta. Sicuramenti in questo mese di emergenza l’uso degli strumenti digitali è aumentata notevolmente. E dunque si potrebbe pensare che una fetta di popolazione, che prima non usare particolarmente i servizi online, dopo la crisi, inizi ad usarli in modo continuativo. Ci sarà però anche chi tornerà all’uso del contante senza pensarci due volte, nonostante i pagamenti e la spesa online li abbia fatti in sicurezza.
Ma non è tutto oro quella che luccica. Molti sistemi di servizi digitali non si stanno infatti mostrando all’altezza. Lo stesso Amazon sta facendo fatica a stare dietro a tutti gli ordini. E dunque secondo Asaro ci sono due tipi di problemi. Uno è il fattore umano. I corrieri sono oberati di lavoro e fanno fatica a stare dietro a tutte le consegne. E il secondo gap sono i sistemi informatici. Molte piattaforme web non sono infatti stata progettate per un afflusso di massa. I siti dei supermercati, per esempio, non hanno al momento le capacità tecniche per poter reggere, senza bloccarsi o rallentarsi, così tanta gente che contemporaneamente fa la spesa online. Non si può dire la stessa cosa per quanto riguarda i pagamenti digitali. Secondo Asaro questi sistemi possono sopportare anche molto altro traffico. E questo è possibile grazie alla loro natura. Per fare un pagamento online ci si mette infatti solo pochi minuti, e dunque anche se sulla stessa piattaforma ci sono diverse persone il flusso non risulta essere compromesso.
Ma dunque, si può dire che il coronavirus abbia aiutato l’uso dei pagamenti elettronici? La risposta secondo Asaro è incerta. Sicuramenti in questo mese di emergenza l’uso degli strumenti digitali è aumentata notevolmente. E dunque si potrebbe pensare che una fetta di popolazione, che prima non usare particolarmente i servizi online, dopo la crisi, inizi ad usarli in modo continuativo. Ci sarà però anche chi tornerà all’uso del contante senza pensarci due volte, nonostante i pagamenti e la spesa online li abbia fatti in sicurezza.