Contanti, limite a 2mila euro ma l'evasione resta: cosa cambia dal 1° luglio

Il valore assoluto dell'economia sommersa è passato da 202 miliardi di euro del 2011 a 210 miliardi nel 2017
“È necessario armonizzare in tutti i paesi dell'Unione il limite minimo, in modo da evitare differenze che creino distorsioni nei mercati interni”, commenta Rosario De Luca della Fondazione studi consulenti del lavoro
Arriva per gli esercenti anche un bonus fiscale pari al 30% delle commissioni addebitate per le transazioni effettuate mediante carte di credito, di debito o prepagate
L'indagine, inoltre, dimostra come anche nel resto d'Europa le limitazioni dell'uso del contante ai fini del contenimento dell'economia irregolare non abbia portato i suoi frutti. “Il limite alla circolazione del contante aiuta certamente a contrastare l'illegalità, ma gli interventi che vanno in questa direzione, per essere realmente incisivi, devono essere strutturali”, spiega Rosario De Luca, presidente della Fondazione studi consulenti del lavoro. Basti pensare, spiega, all'infrastruttura tecnologica, le cui carenze “non agevolano l'uso delle carte di credito”, ma anche i costi di utilizzo, che inciderebbero in maniera particolare sui pagamenti. “È necessario armonizzare in tutti i paesi dell'Unione il limite minimo, in modo da evitare differenze che creino distorsioni nei mercati interni”, conclude De Luca.
“Quando si parla di questo tema in Italia si pensa sempre all'evasione fiscale e al fatto che ci sia tanta economia sommersa, io invece credo che questa battaglia vada continuata e bisogna usare tutte le cartucce disponibili”, commenta Marco Giorgino, direttore scientifico dell'Osservatorio fintech&insurtech del Politecnico di Milano. “Spesso gli esercenti si sono lamentati del fatto che allestire strumenti pos sia troppo oneroso. In parte forse hanno anche ragione, perché alcune banche o operatori che forniscono queste soluzioni non sono proprio a buon mercato”. Oltre ai costi fissi per disporre dell'apparecchio elettronico, spiega, ci sono dei costi differenziati a seconda degli strumenti utilizzati, dalle carte di credito al bancomat, motivo per cui “l'incentivo fiscale può essere un modo per dare meno alibi a quegli esercenti che oppongono resistenza”.
Secondo Giorgino, un altro tema da affrontare è quello culturale. “Bisogna pensare anche ai consumatori, che preferiscono pagare in nero per risparmiare o evitare di dimostrare la fonte della propria disponibilità di spesa”, spiega. Ciononostante, secondo l'esperto, il coronavirus e i conseguenti timori legati alle possibilità di contagio potrebbero disincentivare l'utilizzo delle banconote e spingere i consumatori verso i pagamenti elettronici. “Lo smartwatch, al contrario del bancomat o della carta di credito, permette di non digitare il pin ed evitare qualsiasi tipo di rischio grazie a una pre-autorizzazione per qualsiasi importo”, spiega Giorgino, che conclude: “In definitiva credo che le misure del governo rappresentino sicuramente una giusta evoluzione del tema, seppure non risolutiva, ma anche tutto quello che riguarda la gestione del rischio sanitario potrebbe incentivare ulteriormente i pagamenti digitali”.