Arrivano le Alexa della finanza. ChatGPT farà (anche) il consulente?

Presto avremo chatbot in grado di analizzare in pochi istanti un portafoglio esistente e stabilire qual è il costo complessivo, se le fee e le performance sono “adeguate” rispetto a un dato benchmark o alla media del mercato.
È la fine della consulenza finanziaria? Certo che no. Molti di questi strumenti, verosimilmente, saranno incorporati nelle piattaforme di advisory e declinati in applicazioni che semplificheranno la vita dei banker.
“Come investire in periodi di alta inflazione?”. Attenzione: non è l’incipit del solito “ricettario” sulle strategie da adottare per proteggersi dalla spirale dei prezzi al consumo, che tutti ormai conoscono. È solo una tra le infinite domande che si possono rivolgere gratuitamente a ChatGPT, un potentissimo chatbot - cioè un software capace di simulare una conversazione umana, rispondendo a frasi scritte o pronunciate dall’utente - basato su un sofisticato sistema di intelligenza artificiale sviluppato da OpenAI, organizzazione no profit cofondata da Elon Musk (sempre lui) nel 2015 insieme ad altri noti investitori e imprenditori, tra cui Sam Altman, Greg Brockman, Ilya Sutskever, John Schulman e Wojciech Zaremba.
ChatGPT: come funziona
ChatGPT sta facendo molto parlare di sé per la sorprendente qualità delle risposte che è in grado di fornire in qualunque lingua e su qualsiasi argomento. Verrebbe da dire che sa praticamente tutto (o quasi). Per esempio, è in grado di spiegare i fondamenti della filosofia di Schopenhauer. Sa dire chi sono i pittori emergenti che hanno riscontrato maggiore successo sul mercato negli ultimi anni. E anche scrivere una (toccante) lettera di condoglianze. Lo fa – apparentemente – “digitando” le parole in chat con una naturalezza paragonabile a quella di una conversazione in tempo reale su Whatsapp tra esseri umani.
Come investire in periodi di alta inflazione? La risposta di ChatGPT
Anche la risposta che fornisce alla domanda “Come investire in periodi di alta inflazione?” è corretta, nella sua semplicità, sebbene forse incompleta. Eccola:
“L'inflazione può essere una sfida per gli investitori, poiché può erodere il valore del denaro nel tempo. Tuttavia, ci sono alcune strategie che gli investitori possono considerare per proteggere il proprio portafoglio dall'inflazione:
- Investire in asset reali: gli asset reali, come l'oro o l'immobiliare, tendono ad aumentare di valore in tempi di inflazione, poiché il loro valore non dipende dal denaro.
- Investire in azioni: le azioni di società solide e in crescita possono aumentare di valore in modo superiore all'inflazione, fornendo una protezione a lungo termine contro l'erosione del valore del denaro.
- Investire in fondi che proteggono dall’inflazione: ci sono fondi che investono in asset in grado di proteggere il portafoglio dall'inflazione, come obbligazioni index-linked o materie prime.
- Considerare gli investimenti in valuta estera: se si ritiene che la valuta del proprio paese potrebbe deprezzarsi a causa dell'inflazione, investire in valute estere potrebbe essere una strategia per proteggere il portafoglio”.
Il futuro della consulenza e l’intelligenza artificiale
Qual è il punto? Oggi un assistente virtuale, benché molto sofisticato come questo, non è in grado di costruire in autonomia un portafoglio d’investimento (abbiamo provato a chiederlo, la risposta è stata un po’ evasiva). Tuttavia non è difficile immaginare che tra pochi anni un sistema appena più evoluto e opportunamente “addestrato” a dare risposte in tema d’investimento, magari sulla base di uno o più modelli quantitativi, sarà nelle condizioni di farlo: del resto, questi sistemi incorporano meccanismi di machine learning che li portano a migliorarsi costantemente attraverso processi di apprendimento automatico. Fra non molto, allora, avremo anche chatbot in grado di analizzare in pochi istanti un portafoglio esistente e stabilire – partendo dagli Isin dei singoli prodotti che lo compongono - qual è il costo complessivo, se le fee e le performance sono “adeguate” rispetto a un dato benchmark o alla media del mercato.
È la fine della consulenza finanziaria? Certo che no. Molti di questi strumenti, verosimilmente, saranno incorporati nelle piattaforme di advisory e declinati in applicazioni che semplificheranno la vita dei banker, migliorando l’efficienza e l’efficacia del loro lavoro e liberando tempo da destinare alla relazione.
Ma i consulenti, a maggior ragione, saranno chiamati a consolidare le proprie competenze di wealth management “allargato” – dall’ottimizzazione fiscale alla protezione del patrimonio e della famiglia, fino al passaggio generazionale – piuttosto che focalizzarsi in modo preponderante sulla gestione del portafoglio finanziario, sempre più esposta alla “competizione” di robo-advisor e sistemi automatici più evoluti.
La buona notizia è che per il momento ChatGPT e i suoi fratelli mantengono un profilo basso: la risposta alla domanda su come investire con l’alta inflazione, infatti, si conclude con un assist ai professionisti: “È consigliabile consultare un consulente finanziario qualificato prima di prendere qualsiasi decisione d’investimento”.
Le Alexa della finanza non hanno (ancora) lanciato il guanto di sfida.