Un future non vale un bitcoin: ecco il rischio di investire in etf

Il lancio del ProShares Bitcoin Strategy è stato un successo, con il fondo che ha già asset in gestione per più di un miliardo di dollari
Secondo Glassnode, il volume di scambi in sospeso in futures di bitcoin sul Chicago Mercantile Exchange è salito da 1,5 miliardi di dollari a un massimo storico di 5 miliardi di dollari il mese scorso
Solactive, un fornitore di indici, stima che i futures su bitcoin quest'anno hanno restituito circa 13 punti percentuali in meno rispetto all'aumento del 120% del bitcoin
Come è possibile una tale sottoperformance? Il fatto è che questi etf per tracciare al meglio il prezzo del bitcoin prendono posizione su contratti futures a più breve scadenza, noti come contratti front month o spot. Per questo motivo, ProShares, ad esempio, tiene tutte le sue 3.900 posizioni di futures nei contratti di novembre. Tuttavia, CME Group, ha imposto dei limiti al numero di contratti che una parte può comprare, per evitare che una società metta all'angolo l'intero mercato, che tra l'altro nel caso del bitcoin è relativamente piccolo. Quando dunque un'azienda raggiunge i limiti di 4.000 contratti per entità, deve comprare contratti futures con data più lunga, per i quali non ci sono limiti. Questo però ha un costo. Se il mercato si aspetta che il prezzo del bitcoin salga a lungo termine, allora il prezzo dei contratti futures a lungo termine salirà sopra i contratti a breve termine, in quello che è noto come contango. Questo comporta costi più elevati per il fondo quando il contratto futures viene “rollato” nel mese successivo, vendendo effettivamente a basso prezzo e comprando a alto prezzo. Si stima che per gli etf su bitcoin in media questi costi pesino fino al 5-10 per cento all'anno per il bitcoin