Aumentare la trasparenza fiscale dei cripto-asset

Garantire standard di trasparenza fiscale e finanziaria sui criptoasset significa non ignorare che questi “beni” possono essere detenuti senza l'intervento degli intermediari finanziari tradizionali
l'Ocse ha approvato il c.d. Crypto-Asset Reporting Framework (Carf), che prevede l’implementazione di procedure volte a garantire la trasparenza fiscale delle operazioni effettuate con o attraverso criptoasset
L’Ocse, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, di stanza a Parigi, che conta 38 membri, tra le economie più evolute e solide del pianeta, è da tempo impegnato nel monitorare il fenomeno, anche dal punto di vista fiscale, dei cripto-asset.
Infatti, in considerazione del rapido sviluppo e della crescita del mercato dei cripto-asset, il G20 ha incaricato l'Ocse di lavorare alla creazione di meccanismi e procedure volte ad arginare i rischi di fenomeni elusivi o abusivi correlati all’impiego di detti beni.
A tal riguardo, proprio nell’agosto 2022, l'Ocse ha approvato il c.d. Crypto-Asset Reporting Framework (Carf), che prevede l’implementazione di procedure volte a garantire la trasparenza fiscale delle operazioni effettuate con o attraverso criptoasset e lo scambio di informazioni fiscali, in modo standardizzato.
Perché monitorare i cripto-asset
L’obiettivo è estendere anche ai cripto-asset tutti gli standard di controllo e monitoraggio previsti per altre operazioni finanziarie, dunque correlate ad esempio all’antiriciclaggio, alle procedure di due diligence per identificare i clienti e gli intermediari, e a quelle volte a tenere traccia delle transazioni e dei profitti generati.
In questo senso, di recente, seguendo questo filone, l’Ocse ha pubblicato il documento denominato “Crypto-Asset Reporting Framework and Amendments to the Common Reporting Standard”. Il documento intende integrare e rafforzare i precedenti meccanismi di comunicazione e verifica delle operazioni finanziarie partendo dal dato che i cripto-asset e le relative transazioni non sono coperti in modo esaustivo dal Common Reporting Standard (CRS), e ciò potrebbe aumentare la probabilità che questo settore sia attraversato da fenomeni di evasione fiscale.
Garantire standard di trasparenza fiscale e finanziaria sui cripto-asset significa non ignorare che questi “beni”, impiegati in modo sempre più diffuso per un ampia gamma di investimenti e usi, possono essere detenuti senza l'intervento degli intermediari finanziari tradizionali, come le banche e senza che nessun amministratore centrale abbia piena visibilità sulle transazioni effettuate o sulle partecipazioni in cripto-asset.
La presentazione del nuovo framework di rendicontazione dei cripto-asset e delle conseguenti modifiche al Common Reporting Standard garantisce, secondo l’Ocse, che l'architettura della trasparenza fiscale rimanga aggiornata ed efficace.
Il Carf permetterà di facilitare, in modo standardizzato, per quanto riguarda i c.d. “relevant crypto-asset”, lo scambio automatico di informazioni con le giurisdizioni di residenza dei contribuenti su base annuale.

Operazioni oggetto di monitoraggio
Tra le operazioni oggetto di monitoraggio Carf, vengono confermati gli scambi di criptoattività contro valute aventi corso legale, nonché ogni altro trasferimento di criptoattività, includendo i c.d. pagamenti retail.
Sono oggetto di scambio anche le informazioni oggetto del reporting annuale, quindi le generalità degli utenti e gli importi delle operazioni compiute, come pure tutte le informazioni sulle criptoattività.