Stati Uniti, battuta d'arresto per le donazioni

Francesca Conti
Francesca Conti
24.6.2019
Tempo di lettura: 3'
Battuta d'arresto per le donazioni negli Stati Uniti che rallentano per la prima volta dalla crisi finanziaria del 2007-2008. I dati di Giving Usa

Secondo Giving Usa, tra il 2017 e il 2018 le donazioni sono diminuite dell'1,7%, fermandosi a 427,7 miliardi di dollari

La flessione segue quattro anni di crescita sostenuta, che avevano permesso di realizzare il record di 435,1 miliardi donati nel 2017

I singoli cittadini statunitensi hanno donato il 3,4% in meno rispetto al 2017

I donatori lo scorso anno potrebbero essere stati spaventati dal crollo del mercato azionario dello scorso dicembre

Se è vero che il vento della filantropia soffia sempre dagli Stati Uniti, non sono in arrivo buone notizie. Per la prima volta dalla crisi finanziaria del 2007-2008, il numero di donazioni negli Usa ha registrato una battuta d'arresto. A certificare il calo è l'ultima edizione, relativa al 2018, del report annuale di Giving Usa. Tra il 2017 e il 2018 le donazioni sono infatti scese dell'1,7%, fermandosi a 427,7 miliardi di dollari. La flessione segue quattro anni di crescita sostenuta, che avevano permesso di realizzare il record di 435,1 miliardi donati nel 2017.

Un calo, nel giving, è relativamente raro. Giving Usa, che esamina i contributi dati da individui, fondazioni e società, ha rilevato che si è trattato della tredicesima flessione complessiva da quarant'anni a questa parte. A donare ‘di meno' sono stati soprattutto i singoli americani. I cittadini statunitensi hanno donato il 3,4% in meno rispetto al 2017, passando da 302,5 miliardi di dollari a 292,1 miliardi. Storicamente i singoli individui hanno contribuito ad almeno il 70% delle donazioni complessive, ma lo scorso anno la percentuale è scesa al 68%. Il 18% dei contributi proviene invece dalle fondazioni e il 5% dalle società.

Una delle ragioni della flessione individuate dagli autori del report è la maggiore prudenza dei donatori/investitori, intimoriti dal crollo del mercato azionario dello scorso dicembre. "L'anno scorso i mercati azionari sono andati davvero male nel momento sbagliato", ha dichiarato Thomas Kurmann, direttore dello sviluppo di Medici senza frontiere Usa. "Anche se l'economia rimane solida, i mercati sono stati sulle montagne russe e le montagne russe portano all'incertezza", ha affermato Steve MacLaughlin, vicepresidente per i dati e l'analisi di Blackbaud, fornitore di software specializzato in non profit. “Quando le persone non hanno un quadro chiaro del loro futuro, di solito evitano le decisioni finanziarie importanti, come una grande donazione a fine anno”, ha aggiunto.

A comportare un calo nel giving, spiegano ancora gli autori di Giving Usa 2019, potrebbe anche essere stata l'incertezza relativa al nuovo regime fiscale statunitense, entrato in vigore nel 2018. Secondo Patrick Rooney, direttore esecutivo associato per i programmi accademici presso la Lilly Family School of Philanthropy. Per Rooney nel 2017, quando la legge sulla revisione fiscale è stata approvata, alcune persone hanno accumulato maggiori donazioni per evitare conseguenze fiscali (reali o temute) della legge che sarebbe entrata in vigore l'anno successivo. Questo potrebbe aver generato, a catena, un minor ammontare di dollari donato nel 2018.

Il report di Giving Usa mostra inoltre che le donazioni erogate da persone fisiche nel 2018 ammontano a 292,09 miliardi di dollari, in calo dell'1,1% rispetto al 2017. Questo risultato in parte è correlato al rallentamento delle donazioni da parte di enti religiosi, in calo del 3,9%. Aumenta invece il peso delle donazioni effettuate dalle fondazioni, che segnano un aumento del 7,3% arrivando a 75,86 miliardi di dollari. Giving Usa stima che le donazioni da parte delle imprese siano aumentate del 5,4% nel 2018, per un totale di 20,05 miliardi di dollari. Le donazioni derivanti infine da lasciti testamentari ammontano a 39,71 miliardi di dollari.
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