Polizze vita, doppio test: tassi e nuove regole

Le gestioni separate subiscono un restyling e perdono quota nei portafogli, in favore delle unit linked, o delle polizze multi-ramo.
I rendimenti delle polizze vita rivalutabili sono in calo. Ma alcune caratteristiche rendono comunque attrattivi questi prodotto.
Il mercato delle polizze vita è in subbuglio. Condizioni meno favorevoli sui mercati finanziari e una nuova cornice di regole stanno scardinando alcuni punti fermi nell’industria dei prodotti assicurativi, costringendo le compagnie a un cambio di passo. E di strategia.
Le “vecchie” gestioni separate subiscono un restyling e perdono quota nei portafogli, in favore delle unit linked, o più frequentemente di prodotti ibridi, che incorporano entrambe le componenti, con percentuali variabili. Le polizze unit linked hanno maggiore contenuto finanziario e non garantiscono il capitale però, su richiesta dell’Ivass – lo schema di regolamento è in pubblica consultazione – dovranno porre maggiore enfasi sulla componente assicurativa, per differenziarsi dagli strumenti di “puro” risparmio gestito, come i fondi comuni d’investimento.
“E qui la sfida sarà sui modelli di pricing, perché le coperture assicurative come la temporanea caso morte hanno un costo, che tipicamente sale con l’età dell’assicurato”, dice Michelangelo Avello, chief financial officer di Helvetia, terzo gruppo assicurativo svizzero per dimensioni, presente dal 1948 in Italia, dove opera attraverso un network di 25 istituti di credito, a cui fanno capo oltre 3.400 sportelli ed una rete di oltre 500 agenti plurimandatari.
Assicurazioni, le nuove regole
C’è grande fermento nel mercato della protezione. Cosa sta accadendo?
Tutto parte da Ifrs 17, il nuovo principio internazionale per la contabilizzazione dei contratti assicurativi, che nasce dall’esigenza di aumentare la trasparenza e la capacità di comprensione e valutazione dell’andamento del business, specialmente nel comparto vita.
Quali sono le novità?
Non si parlerà più di premi, ma di componenti di ricavo e sinistri attesi. L’obiettivo del regolatore è creare le condizioni per la stesura di un conto economico predittivo, con una granularità di informazioni tale da evidenziare se ci sono “coorti” di contratti in perdita. Per gli operatori è un lavoro enorme, che si protrae da almeno tre anni e richiede, tra l’altro, la creazione di nuovi data base e reportistiche dedicate. L’entrata in vigore dei nuovi principi contabili scatta il 1° gennaio 2023, ma le compagnie sono costrette a calcolare gli effetti delle nuove regole con un anno di anticipo rispetto a quella data, per rendere possibile, il prossimo anno, la comparabilità dei dati. A questo si aggiungono gli effetti della direttiva Solvency II, che, tra gli altri aspetti, ha reso palese l’esistenza di prodotti nel settore vita con garanzie non prezzate correttamente all'origine, in termini di assorbimento di capitale.
Un esempio?
Alcune vecchie polizze vita, con garanzia di rendimento del 3 o 4%, prevedevano la possibilità di effettuare versamenti aggiuntivi, durante la vita del contratto, solitamente a vita intera, alle condizioni di partenza, assolutamente fuori mercato rispetto allo scenario dei tassi d’interesse degli ultimi anni. Per la compagnia significa accumulare perdite certe sui quei prodotti. I nuovi requisiti di Solvency II impongono maggiori accantonamenti di passività tecniche su questi contratti, ipotizzando il pagamento di premi aggiuntivi, da parte dell’assicurato, fino alla naturale scadenza della polizza. Il capitale messo a copertura in queste circostanze, quindi, può essere un multiplo rispetto a quello inizialmente previsto sulla nuova produzione, secondo le regole contabili civilistiche. I nuovi contratti, viceversa, prevedono clausole diverse: eventuali versamenti aggiuntivi riflettono la sola garanzia del capitale, in linea con il premio versato inizialmente, ed hanno una durata temporale limitata.
Cosa cambia, nel concreto, nel mondo delle polizze?
L’offerta si sta focalizzando sulle polizze di ramo III soprattutto nel caso di compagnie vita con reti di promotori finanziari e sulle polizze ibride, definite anche multi-ramo. Tuttavia nelle multi-ramo, che combinano ramo I e ramo III, la componente rappresentata dalla polizza vita rivalutabile, agganciata alla gestione separata, è valsa anche nel 2021 circa il 64% del portafoglio complessivo, a livello di mercato, ed è quindi ancora prevalente. Noi abbiamo fatto una scelta prudenziale, cautelativa in termini di futuro assorbimento di capitale: infatti, nel 2021, il ramo I ha rappresentato mediamente per Helvetia Vita spa il 41% del totale emesso nell'ambito dei prodotti ibridi.
Polizze vita: quanto rendono le gestioni separate
Quali rendimenti ci si può attendere dalle polizze vita rivalutabili, oggi?
Nel 2021, la nostra gestione separata principale, Remunera più, ha raggiunto un rendimento lordo del 3%. I ritorni sono però destinati a scendere, per effetto delle condizioni di mercato: sta venendo meno il cuscinetto di plusvalenze che in passato hanno consentito di integrare i rendimenti cedolari dei titoli in portafoglio. Basti pensare che il “serbatoio” di plusvalenze latenti nette, al quale attingono le compagnie vita per integrare la remunerazione delle gestioni separate, è sceso, a livello del mercato assicurativo italiano, dai 71 miliardi di euro di fine 2021 a 8 miliardi di euro, dato di fine aprile, con un'ulteriore contrazione attesa nel mese di maggio. Per il prossimo anno, rendimenti lordi attorno al 2% saranno ragionevoli, in costanza di una garanzia integrale del capitale. Quest'ultima rappresenta comunque un punto di forza agli occhi dell’investitore prudente. Per fare un esempio concreto, chi ad aprile ha comprato un Btp con scadenza nel 2034 – vale la pena ricordarlo – dopo solo un mese sta perdendo il 10%... Rendimenti positivi, sebbene più contenuti e con la garanzia del capitale, quindi, mantengono una certa attrattiva rispetto ad un investimento diretto in titoli di Stato. Ma i consulenti finanziari devono aiutare i risparmiatori a comprendere che non c’è rendimento soddisfacente senza rischio. La storia dei mercati finanziari insegna che la componente azionaria, nel lungo termine, genera ritorni più elevati, a fronte di una volatilità più accentuata.
Un ragionamento che vale a maggior ragione oggi, con l’inflazione che continua a mordere...
Esattamente. E vale soprattutto per chi ha davanti a sé un orizzonte di lungo termine. Pensiamo ai prodotti pensionistici. Per chi è giovane, puntare sulla linea garantita ha poco senso. Meglio optare per una linea bilanciata, con una significativa esposizione azionaria, perché il fattore tempo e la forza dei mercati azionari, nel lungo termine, saranno i suoi migliori alleati.
Private market, una sfida per le compagnie assicurative
Per aumentare la diversificazione di portafoglio e avere accesso a ritorni più elevati, molti investitori stanno guardando con crescente interesse ai mercati privati. Come vi posizionate su questo fronte?
Anche noi ci stiamo aprendo agli asset alternativi, che sono tipicamente uno strumento illiquido per investitori istituzionali, con l’obiettivo di avere accesso a rendimenti attesi più alti e de-correlati rispetto alle classi di attivo tradizionali. Lo facciamo, però, con un approccio conservativo: investiamo al massimo il 10% del portafoglio, quota che comprende anche la componente real estate.
Che tipo di investimenti vi attira, in questo perimetro?
Ad esempio, abbiamo partecipato al club deal (organizzato da Mediobanca ndr) che ha acquisito da Blackstone l’ex palazzo delle Poste in piazza Cordusio, a Milano. Stiamo guardando con interesse anche al private debt ed ai fondi che finanziano infrastrutture. Nel frattempo, il nostro Gruppo ha finanziato diverse startup a livello europeo, mentre in Italia ha investito direttamente nel capitale di rischio della startup Selly, che opera nel segmento insurtech e mediante la quale Helvetia vende coperture assicurative temporanee tramite il web. In generale, siamo molto attivi sul tema dell’innovazione: tra le altre iniziative, abbiamo sviluppato una partnership strategica anche con il leader Insurtech Yolo, che dispone di una piattaforma digitale specializzata in coperture assicurative, sia ricorrenti che temporanee.
Investimenti sostenibili, cosa offrono le assicurazioni
La sostenibilità è un tema sempre più pervasivo per l’industria dei servizi finanziari. In che modo sta entrando nel business assicurativo?
Helvetia è da molto tempo focalizzata sulla sostenibilità. Siamo partiti dal concetto di responsabilità sociale e poi già da diversi anni abbiamo adottato delle linee guida che integrano i fattori ambientali e sociali nelle decisioni d’investimento. Utilizziamo i filtri Esg –environmental, social, governance – come strumento aggiuntivo di gestione del rischio rispetto al merito di credito, che ovviamente rimane centrale. Il Gruppo Helvetia ha una squadra interna di analisti che esaminano tutti gli emittenti azionari e obbligazionari, anche sotto il profilo della sostenibilità e dei fattori Esg, e ci forniscono una lista di soggetti “non graditi”. Una strategia che aiuta i gestori a prendere decisioni più consapevoli, sulla base di un set informativo più ampio e robusto. Il futuro del mercato assicurativo passa anche da qui.