Pandemia: come è cambiata la percezione del rischio?

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“Questa crisi ha dimostrato che il sistema è fragile e ha messo ancora più in evidenza la necessità per le aziende di investire in prevenzione, con l'obiettivo di essere più resilienti”, dichiara Luciano Lucca, Presidente di Assiteca

Nel 2020 la sicurezza informatica è stata messa a dura prova, toccando a livello mondiale il numero più alto mai registrato di attacchi

Per le imprese, a cui la pandemia ha portato una forte crisi di liquidità, è essenziale muoversi con velocità per reperire le giuste risorse finanziarie e definire un’attenta pianificazione

La pandemia ha colpito il tessuto economico del nostro Paese (e non solo). Ma dunque, rischio e imprese, cosa è cambiato nell'ultimo anno? Ne parliamo con Luciano Lucca, Presidente di Assiteca, il più grande gruppo italiano nella gestione dei rischi d'impresa e nel brokeraggio assicurativo.

Come sta cambiando la percezione del rischio da parte delle imprese, in un contesto pandemico che sta ridefinendo molte opportunità di business e scenari economici e sociali?

Questa crisi ha dimostrato che il sistema è fragile e ha messo ancora più in evidenza la necessità per le aziende di investire in prevenzione, con l'obiettivo di essere più resilienti.

Anche le imprese italiane hanno iniziato a richiedere polizze per tutelarsi dal rischio di interruzione delle attività, già molto diffuse all'estero. Non sempre però può essere sufficiente il solo trasferimento del rischio al mercato, è fondamentale avere una visione strategica della gestione del rischio stesso. Alle coperture di interruzione dell'attività, ad esempio, è opportuno affiancare l'adozione di un piano di business continuity, ossia di procedure chiare e complete in grado ridurre i danni di un possibile evento e garantire la ripresa delle attività. L'Osservatorio Cineas-Mediobanca ha rilevato che le imprese con un approccio integrato alla gestione del rischio hanno un Roi superiore del 13% rispetto a chi, invece, affronta il tema in modo settoriale. Ecco perché il nostro ruolo di consulente per la gestione dei rischi aziendali oggi è altrettanto importante dell'attività di intermediazione assicurativa.
Attacchi informatici: nell'ultimo anno la preoccupazione è cresciuta. Come la vivono le imprese?

Nel 2020 la sicurezza informatica è stata messa a dura prova, toccando a livello mondiale il numero più alto mai registrato di attacchi. Il tutto nell'anno in cui le aziende, causa pandemia, hanno dovuto adottare in modo repentino nuovi modelli organizzativi, come lo smartworking, per il quale la maggior parte delle imprese non era adeguatamente attrezzata. La richiesta di assistenza da parte delle aziende sui temi della cyber security si è così triplicata. L'obiettivo è prevenire e mitigare i rischi, ma occorre farlo nel modo corretto.

Si sono mosse verso il lato tutela?

I rischi cyber, come tutti i rischi aziendali, devono essere gestiti in modo integrato con un processo che parte dall'analisi delle vulnerabilità, definisce le corrette attività di prevenzione e protezione da attuare e quindi trasferisce al mercato assicurativo il rischio residuo. Secondo l'ultimo Rapporto Clusit, a livello globale gli investimenti in sicurezza informatica sono stati pari a 145 miliardi di dollari, di cui 1,5 spesi in Italia. Potrebbero sembrare tanti, ma sono nulla se si considera che i danni generati solo dal cyber crime nel 2020 hanno toccato i 945 miliardi di dollari, in crescita rispetto al 2018 quando si erano fermati a 600. Per ogni dollaro investito in sicurezza, quindi, se ne contano 7 di perdita. Le aziende oggi scelgono di investire principalmente nell'ambito della sicurezza fisica e logica, quindi sull'hardware e sul software. Viene sempre purtroppo sottovalutato l'aspetto organizzativo, l'insieme delle procedure che determinano i comportamenti dei dipendenti. Ma nella maggioranza dei casi, l'attacco nasce proprio all'interno dell'azienda a causa di un comportamento non adeguato del dipendente.

L'assicurazione del credito, come tutela per le imprese, è conosciuta? Nel 2020 c'è stata una crescita?

 Oggi a livello globale assistiamo ad un progressivo peggioramento degli indici di valutazione della solidità economica e, anche in Italia, la mappatura del rischio credito è in continua evoluzione. Per le imprese, a cui la pandemia ha portato una forte crisi di liquidità, è essenziale muoversi con velocità per reperire le giuste risorse finanziarie e definire un'attenta pianificazione, considerando tutte le difficoltà da affrontare. In questo difficile contesto economico, lo Stato ha voluto dare il suo supporto nella protezione delle transazioni commerciali. Il Decreto Legge Rilancio emanato a maggio 2020 ha previsto lo stanziamento di 2 miliardi di euro a sostegno delle coperture offerte dalle compagnie di assicurazione sui crediti commerciali a protezione dei rischi di mancati pagamenti. Questa operazione ha permesso di mantenere la capacità di affidamento delle compagnie assicurative. Si è trattato di una convenzione di riassicurazione che è andata a coprire i sinistri pagati dalle compagnie assicurative dal 19 maggio 2020 al 30 Giugno 2021. La garanzia Statale non verrà rinnovata dal prossimo 1° luglio, ma ci stiamo già organizzando per poter supportare i nostri clienti, suggerendo operazioni volte a mantenere il più possibile le coperture assicurative, che tenderanno a diminuire.

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