Assicurazione da eventi naturali, le compagnie chiedono l'obbligo

Alberto Battaglia
10.10.2022
Tempo di lettura: 3'
Fra le idee discusse all'Ania Insurance Summit c'è anche l'importanza di diversificare rischi climatici introducendo un obbligo simile a quello della Rc auto

Contro i rischi degli eventi naturali assicurarsi oggi è mediamente "costoso", ma se una piccola impresa non lo fa rischia di non riaprire più se cade vittima di un evento climatico estremo. "C'è una consapevolezza che per coprire il rischio derivante dagli eventi naturali è necessaria un'assicurazione obbligatoria", come quella dell'Rc auto, "perché altrimenti non si riesce a raggiungere una massa critica sufficiente per coprire i rischi più importanti per la popolazione: se gli assicurati sono pochi, i costi restano elevati e i rischi molto grandi per le imprese, è un mercato inefficiente". Così il ceo di Allianz Italia, Giacomo Campora, intervenuto nel corso dell'Ania Insurance Summit del 10 ottobre. 


"Gestire l'incertezza è l'obiettivo delle compagnie assicurative" e le crisi che si sono susseguite sono "un peso sulle imprese", ha affermato Alessandro Scarfò, vicedirettore generale di Intesa Sanpaolo Vita, "ma difficilmente questa richiesta di aiuto, da parte delle imprese, arriva sotto forma di coperture assicurative". "In Italia il 20% delle famiglie assicurano l’abitazione di proprietà, ma solo nel 3% dei casi la assicurano contro fenomeni catastrofali", ha detto Scarfò, "abbiamo visto, però, che se un consulente crea consapevolezza su questo pericolo e sulla possibilità di tutelarsi, la percentuale di penetrazione di questo tipo di polizze è del 40-50%”.

"L'obbligatorietà sarebbe la soluzione migliore, perché farebbe scendere significativamente i prezzi per le economie di scala, ma anche perché non venderebbe più" come avviene oggi, "la polizza solo dove la percezione del rischio è più elevata", ha aggiunto Scarfò secondo il quale "lo Stato dovrebbe assumersi il rischio in ultima istanza che consentirebbe di offrire questa copertura universale con un fabbisogno di capitale corretto".

Digitalizzare per avere più contatti con gli assicurati

La storica sotto assicurazione degli italiani si spiega in parte perché "alcune soluzioni disponibili non sono conosciute", un po' perché non si creano i presupposti per cui si possa instaurare una comunicazione fra assicurazione e impresa o famiglia. Per questo, ha ricordato Scarfò, le compagnie hanno investito molto sulle proprie reti, il cui obiettivo è spesso "aiutare i clienti a comprendere il loro stessi bisogni", alcuni dei quali sono coperture da rischi assicurabili. Un altro modo per riuscire in questo processo saranno maggiori investimenti nella digitalizzazione, che permettono alle compagnie assicurative di incrementare la "frequenza di contatto con il cliente" e di far capire meglio il valore del proprio lavoro. 

Da questo punto di vista, rispetto alle banche e alle istituzioni finanziarie, ha ricordato Scarfò, le assicurazioni partono in svantaggio perché le occasioni per fare il punto, ad esempio, sulle sorti di un investimento sono molto più frequenti. Per la polizza, invece, gli eventi si diradano al pagamento del premio e, quando il rischio si materializza, alle richiesta di rimborso. “E’ necessario", ha dichiarato Scarfò, "che aumenti la vicinanza con i clienti e la conoscenza che le persone hanno delle soluzioni che il settore offre per essere al loro fianco nella risoluzione dei problemi, aiutandolo nel momento del bisogno in modo tempestivo e competente".

Responsabile per l'area macroeonomica e assicurativa. Giornalista professionista, è laureato in Linguaggi dei media e diplomato in Giornalismo all'Università Cattolica

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