Pensione nell'Ue: quali sono i migliori Stati in cui trasferirsi?

22.7.2021
Tempo di lettura: 5'
Sono sempre di più le persone che al momento della pensione decidono di trasferirsi in un altro Stato. È importante, però, prima di compiere questo passo individuare quali sono i Paesi nell'ambito dell'Ue che possono garantire i migliori servizi e l'ambiente più favorevole
Un'assistenza sanitaria accessibile, costo della vita non particolarmente alto, agevolazioni fiscali per i redditi da pensione estera e servizi pubblici di assistenza a lungo termine, sono fattori da considerare per scegliere il luogo in cui trascorre la propria pensione
L'Italia rientra tra i primi cinque paesi dell'Ue ove, per uno straniero, risulta conveniente trasferirsi una volta conclusa la carriera lavorativa.
Parlare di sistemi pensionistici in Europa, in un momento storico come quello attuale non è attività semplice. Da un lato, infatti, è necessario confrontarsi con una delle più severe crisi economiche nell'epoca della globalizzazione, e dall'altro, con una profonda e ormai radicata crisi demografica, che porta al calo delle nascite e all'aumento della popolazione anziana.
In questi termini, pertanto, i sistemi pensionistici europei si trovano dinanzi a una duplice sfida: riuscire a mantenere la sostenibilità finanziaria, cercando di contenere le significative ripercussioni che le pensioni hanno sui bilanci pubblici; fornire alla popolazione anziana, che continua a crescere (stante il progressivo invecchiamento della popolazione), un reddito sufficiente ed adeguato durante la pensione.
In questi termini, pertanto, i sistemi pensionistici europei si trovano dinanzi a una duplice sfida: riuscire a mantenere la sostenibilità finanziaria, cercando di contenere le significative ripercussioni che le pensioni hanno sui bilanci pubblici; fornire alla popolazione anziana, che continua a crescere (stante il progressivo invecchiamento della popolazione), un reddito sufficiente ed adeguato durante la pensione.
Le pensioni, erogate essenzialmente con regimi pubblici, rappresentano la fonte di reddito principale per quasi un quarto della popolazione europea e, in linea generale, i sistemi pensionistici europei si ispirano a tre concetti chiave: adeguatezza, sostenibilità, sicurezza.
Il primo concetto, l'adeguatezza, rappresenta la capacità del sistema pensionistico di garantire al percettore di pensione uno standard di vita simile a quello goduto prima della pensione. La sostenibilità è, invece, intesa come la capacità del sistema pensionistico di garantire una pensione adeguata ai contribuenti senza, per questo, incidere sul bilancio pubblico, al punto da comprometterlo. Infine, la sicurezza è l'indice che permette di valutare in che modo e fino a che punto, nel tempo, la pensione erogata al contribuente mantiene il suo valore in relazione al costo della vita che muta.
Il primo concetto, l'adeguatezza, rappresenta la capacità del sistema pensionistico di garantire al percettore di pensione uno standard di vita simile a quello goduto prima della pensione. La sostenibilità è, invece, intesa come la capacità del sistema pensionistico di garantire una pensione adeguata ai contribuenti senza, per questo, incidere sul bilancio pubblico, al punto da comprometterlo. Infine, la sicurezza è l'indice che permette di valutare in che modo e fino a che punto, nel tempo, la pensione erogata al contribuente mantiene il suo valore in relazione al costo della vita che muta.
Ma quali sono gli Stati europei in grado di garantire pensioni adeguate e un ambiente accogliente e favorevole?
Incrociando numerosi fattori, tra cui il tasso di criminalità, il costo della vita, l'andamento del mercato immobiliare e il costo delle locazioni, il sistema sanitario e l'aspettativa di vita, un approfondito studio condotto su 37 Stati europei da BlackTower Group, lascia emergere che i primi 5 Stati dove conviene trasferirsi durante la pensione sono la Finlandia (che si posiziona al 1° posto), la Spagna, la Slovenia, l'Olanda e l'Italia. Che ricopre, appunto, la quinta posizione.
Come emerge dal report in commento, “The best European countries for retirement”, l'Italia rientra tra i paesi più attrattivi per i pensionati esteri perché mantiene un costo della vita basso e un prezzo delle case accessibile, ha un sistema sanitario efficiente e perché ha la più grande popolazione over 65 d'Europa. Ciò significa, pertanto, che l'Italia è un Paese particolarmente indicato per i pensionati, i quali potranno essere circondati non solo da splendidi paesaggi, ma anche da persone di fascia d'età simile. Nel computo dei vantaggi da annoverare, inoltre, è bene fare riferimento alle agevolazioni fiscali introdotte dallo Stato italiano a favore dei percettori di pensione di fonte estera che decidono di trasferirsi in Italia; in particolare al Sud.
Diversa sorte, invece, tocca all'Irlanda, alla Francia e al Lussemburgo, che si piazzano, infatti, in fondo alla classifica.
In particolare, a penalizzare la Francia – per molti aspetti simile all'Italia - è il costo della vita e il prezzo degli immobili. Nettamente superiore a quello degli altri paesi.
Chiaramente, è bene osservare che affermare che l'Italia è tra i paesi migliori in Europa ove trascorrere la propria pensione, non significa dire che l'Italia ha anche uno dei sistemi pensionistici migliori del mondo.
Infatti, benché l'Italia possa dirsi altamente attrattiva per gli stranieri che ivi decidono di trascorrere il pensionamento (alla luce degli incentivi fiscali per pensionati esteri, del clima, delle bellezze naturalistiche e del sistema sanitario), non è così per i cittadini italiani pensionati.
Un recente studio di Mercer, in collaborazione con il Cfa Institute, lascia emergere, infatti, che l'Italia e la Spagna riservano ai propri cittadini una remunerazione post-lavorativa e un trattamento pensionistico ben al di sotto di quello ricevuto dai cittadini dei Paesi del nord Europa, in termini di sostenibilità e adeguatezza.
Ebbene, una volta individuati i Paesi maggiormente attrattivi per trascorrere la pensione, è importante soffermarsi sui diritti riconosciuti ai cittadini pensionati europei.
Incrociando numerosi fattori, tra cui il tasso di criminalità, il costo della vita, l'andamento del mercato immobiliare e il costo delle locazioni, il sistema sanitario e l'aspettativa di vita, un approfondito studio condotto su 37 Stati europei da BlackTower Group, lascia emergere che i primi 5 Stati dove conviene trasferirsi durante la pensione sono la Finlandia (che si posiziona al 1° posto), la Spagna, la Slovenia, l'Olanda e l'Italia. Che ricopre, appunto, la quinta posizione.
Come emerge dal report in commento, “The best European countries for retirement”, l'Italia rientra tra i paesi più attrattivi per i pensionati esteri perché mantiene un costo della vita basso e un prezzo delle case accessibile, ha un sistema sanitario efficiente e perché ha la più grande popolazione over 65 d'Europa. Ciò significa, pertanto, che l'Italia è un Paese particolarmente indicato per i pensionati, i quali potranno essere circondati non solo da splendidi paesaggi, ma anche da persone di fascia d'età simile. Nel computo dei vantaggi da annoverare, inoltre, è bene fare riferimento alle agevolazioni fiscali introdotte dallo Stato italiano a favore dei percettori di pensione di fonte estera che decidono di trasferirsi in Italia; in particolare al Sud.
Diversa sorte, invece, tocca all'Irlanda, alla Francia e al Lussemburgo, che si piazzano, infatti, in fondo alla classifica.
In particolare, a penalizzare la Francia – per molti aspetti simile all'Italia - è il costo della vita e il prezzo degli immobili. Nettamente superiore a quello degli altri paesi.
Chiaramente, è bene osservare che affermare che l'Italia è tra i paesi migliori in Europa ove trascorrere la propria pensione, non significa dire che l'Italia ha anche uno dei sistemi pensionistici migliori del mondo.
Infatti, benché l'Italia possa dirsi altamente attrattiva per gli stranieri che ivi decidono di trascorrere il pensionamento (alla luce degli incentivi fiscali per pensionati esteri, del clima, delle bellezze naturalistiche e del sistema sanitario), non è così per i cittadini italiani pensionati.
Un recente studio di Mercer, in collaborazione con il Cfa Institute, lascia emergere, infatti, che l'Italia e la Spagna riservano ai propri cittadini una remunerazione post-lavorativa e un trattamento pensionistico ben al di sotto di quello ricevuto dai cittadini dei Paesi del nord Europa, in termini di sostenibilità e adeguatezza.
Ebbene, una volta individuati i Paesi maggiormente attrattivi per trascorrere la pensione, è importante soffermarsi sui diritti riconosciuti ai cittadini pensionati europei.
Dunque: quali sono i diritti di un pensionato cittadino Ue?
L'essere cittadino dell'Unione europea consente di poter vivere in qualsiasi Stato membro per più di 3 mesi, a condizione che si disponga di un'assicurazione sanitaria che copra tutti i rischi nel paese ospitante; di un reddito sufficiente per vivere senza aver bisogno di sussidi nello Stato ospitante.
E invero, poiché la pensione in tutta l'Ue è considerata un reddito, il paese ospitante può obbligare il cittadino straniero in pensione che trascorre all'estero un certo periodo della vita, a iscriversi come residente dopo 3 mesi di soggiorno.
Il lavoratore (ora in pensione) che per almeno 2 anni nel corso dei 5 anni precedenti al pensionamento ha effettuato attività transfrontaliera, ha diritto all'assistenza sanitaria sia nel paese di residenza che nel paese in cui ha effettivamente lavorato.
Il pensionato cittadino Ue che si trasferisce dal paese di origine in un altro Stato membro, laddove dovesse perdere i documenti, non correrà alcun rischio di essere espulso dallo Stato membro ed essere obbligato a tornare nel proprio Paese.
Alla luce di quanto sopra, individuati quali sono i Paesi più attrattivi per i pensionati, è appena il caso di approfondire il tema in ottica complessiva e fare riferimento al “2021 Pension Adequacy Report: current and future income adequacy in old age in the EU”, rilasciato dalla Commissione europea.
Dal report appena citato, infatti, emergono dati particolarmente importanti:
- in tutti gli Stati membri, i redditi pensionistici ammontano da un terzo a oltre due terzi dei redditi da lavoro di fine carriera;
- a livello Ue, la durata del pensionamento è diminuita nell'ultimo decennio perché, al contrario, è aumentata l'età di uscita dal mercato del lavoro;
- le disuguaglianze di genere diventano più pronunciate in età avanzata a causa delle precedenti disuguaglianze di genere che esistono nel mercato del lavoro;
- anche se è diffusamente riconosciuto che un'assistenza sanitaria accessibile è importante per mantenere standard di vita adeguati durante la pensione, ancora troppi anziani europei, la maggior parte donne, non possono permettersi le necessarie cure a lungo termine;
- l'invecchiamento della popolazione e l'evoluzione del mercato del lavoro esercitano forti pressioni sui sistemi contributivi, e rendono necessario esplorare diverse fonti di finanziamento, anche ampliando la tipologia di reddito utilizzato come base imponibile o spostando la tassazione dal reddito da lavoro ad altre forme di reddito.
L'essere cittadino dell'Unione europea consente di poter vivere in qualsiasi Stato membro per più di 3 mesi, a condizione che si disponga di un'assicurazione sanitaria che copra tutti i rischi nel paese ospitante; di un reddito sufficiente per vivere senza aver bisogno di sussidi nello Stato ospitante.
E invero, poiché la pensione in tutta l'Ue è considerata un reddito, il paese ospitante può obbligare il cittadino straniero in pensione che trascorre all'estero un certo periodo della vita, a iscriversi come residente dopo 3 mesi di soggiorno.
Il lavoratore (ora in pensione) che per almeno 2 anni nel corso dei 5 anni precedenti al pensionamento ha effettuato attività transfrontaliera, ha diritto all'assistenza sanitaria sia nel paese di residenza che nel paese in cui ha effettivamente lavorato.
Il pensionato cittadino Ue che si trasferisce dal paese di origine in un altro Stato membro, laddove dovesse perdere i documenti, non correrà alcun rischio di essere espulso dallo Stato membro ed essere obbligato a tornare nel proprio Paese.
Alla luce di quanto sopra, individuati quali sono i Paesi più attrattivi per i pensionati, è appena il caso di approfondire il tema in ottica complessiva e fare riferimento al “2021 Pension Adequacy Report: current and future income adequacy in old age in the EU”, rilasciato dalla Commissione europea.
Dal report appena citato, infatti, emergono dati particolarmente importanti:
- in tutti gli Stati membri, i redditi pensionistici ammontano da un terzo a oltre due terzi dei redditi da lavoro di fine carriera;
- a livello Ue, la durata del pensionamento è diminuita nell'ultimo decennio perché, al contrario, è aumentata l'età di uscita dal mercato del lavoro;
- le disuguaglianze di genere diventano più pronunciate in età avanzata a causa delle precedenti disuguaglianze di genere che esistono nel mercato del lavoro;
- anche se è diffusamente riconosciuto che un'assistenza sanitaria accessibile è importante per mantenere standard di vita adeguati durante la pensione, ancora troppi anziani europei, la maggior parte donne, non possono permettersi le necessarie cure a lungo termine;
- l'invecchiamento della popolazione e l'evoluzione del mercato del lavoro esercitano forti pressioni sui sistemi contributivi, e rendono necessario esplorare diverse fonti di finanziamento, anche ampliando la tipologia di reddito utilizzato come base imponibile o spostando la tassazione dal reddito da lavoro ad altre forme di reddito.