Tassazione della previdenza complementare: quello che occorre sapere

Nicola Dimitri
22.6.2022
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La previdenza complementare consente di ottenere, a certe condizioni, benefici fiscali

Conviene aderire alla previdenza complementare a partire dall’avvio della propria carriera lavorativa

Attraverso la previdenza complementare è possibile dedurre anche i versamenti effettuati a favore di un familiare “fiscalmente a carico”.

Come noto, la previdenza complementare permette ai soggetti che decidono di aderire, ad esempio, ad un fondo pensione, di accantonare una parte dei propri risparmi durante la vita lavorativa, al fine di ottenere una pensione che si aggiunge a quella corrisposta dalla previdenza obbligatoria.

Accantonare un’altra rendita per la pensione

Più nel dettaglio, la previdenza complementare si basa sul cosiddetto regime della contribuzione definita. Pertanto, come messo in evidenza da Covip (Commissione di Vigilanza sui fondi pensione), la somma che è possibile accantonare per la pensione dipende da alcuni fattori, tra cui:

  • gli importi versati nel tempo alla forma pensionistica complementare

  • la durata del periodo di contribuzione

  • i costi sostenuti durante la partecipazione alla forma pensionistica

  • i rendimenti ottenuti con l’investimento sui mercati finanziari di quanto versato

Aderire alla previdenza complementare: chi può farlo e come

È bene specificare che tutte le categorie di soggetti possono aderire alla previdenza complementare e che l’adesione è volontaria.

In linea generale:

  • i lavoratori dipendenti del settore privato, entro sei mesi dall’assunzione, hanno la facoltà di destinare (o meno) il trattamento di fine rapporto (TFR) alla previdenza complementare o lasciarlo in azienda;

  • i lavoratori dipendenti del pubblico impiego possono aderire ai fondi pensione negoziali di riferimento, conferendo il TFR futuro e al tempo stesso beneficiare del contributo del datore di lavoro oppure aderire ai fondi pensione aperti e PIP, ma in tal caso possono versare solo il proprio contributo;

  • i lavoratori autonomi o i liberi professionisti possono aderire a un fondo pensione aperto o a un PIP (adesione individuale), decidendo autonomamente il contributo e la periodicità di versamento.

L’adesione a un fondo pensione può avvenire presso la sede di lavoro, nella sede dei sindacati che hanno sottoscritto l’accordo, dei patronati e Caf incaricati dal fondo, nonché via web.

La tassazione dei fondi pensione

Aderire ad un fondo pensione permette, a certe condizioni, di beneficiare di alcuni vantaggi fiscali. I contributi versati alle forme pensionistiche, ad esempio, sono deducibili dal reddito dichiarato.

Dal reddito complessivo si possono dedurre i contributi versati direttamente nonché (questo vale per i lavoratori dipendenti privati) i contributi eventualmente versati dal datore di lavoro.

È consentito portare in deduzione, nell’arco di un anno, la somma massima di euro 5.164,57. Il reddito da cui è possibile dedurre i contributi può essere di qualsiasi tipo: ad esempio, reddito da lavoro dipendente, autonomo, d’impresa.

Occorre evidenziare che nel caso di contributi versati ma non dedotti occorrerà presentare apposita comunicazione all’ente che gestisce la forma pensionistica entro il 31 dicembre dell’anno successivo, in quanto, la quota di rendita pensionistica che deriva dai contributi non dedotti, è esente da tassazione.

Ma non è tutto. È, infatti, possibile dedurre anche i versamenti effettuati a favore di un familiare “fiscalmente a carico”. Se il familiare a carico non può dedurre per intero i contributi versati, la parte di contributo che rimane può essere dedotta dalla persona che lo ha in carico e che ha effettuato il versamento.

Redattore e coordinatore dell'area Fiscal & Legal di We Wealth. In precedenza ha lavorato nell'ambito del diritto tributario e della fiscalità internazionale presso primari studi legali

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