Società: maggiore reddito non giustifica le spese extra del socio

16.11.2020
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Il fatto di essere il socio di un'azienda non va a giustificare il fatto di aver fatto delle spese folli, contestate dall'Agenzia delle entrate in base al proprio reddito dichiarato
Il presunto nuovo reddito di una società di cui si è soci non giustifica le spesa extra sostenute in contrasto con la propria base di reddito
Dopo l'acquisto di una porche viene notificato al contribuente un avviso di accertamento, dato che secondo il redditometro non avrebbe potuto sostenere quella spese, stando alla sua capacità contributiva
Il presunto nuovo reddito di una società di cui si è soci non giustifica le spesa extra sostenute in contrasto con la propria base di reddito. Secondo quanto deciso dai giudici della cassazione, il contribuente non può giustificare una maggiore capacità contributiva sostenendo che sono in arrivo dei nuovi redditi da parte della società di cui è socio all'80%.
Il caso
Dopo l'acquisto di una porche viene notificato al contribuente un avviso di accertamento, dato che secondo il redditometro non avrebbe potuto sostenere quella spese, stando alla sua capacità contributiva. Ricevuto l'atto il contribuente fa ricorso alla Ctp di Vicenza sostenendo che essendo socio all'80% di un'azienda, sarebbero dovuti arrivare dei nuovi redditi di lui ne avrebbe beneficiato. E dunque questo, secondo il contribuente, avrebbe giustificato il reddito sufficiente per effettuare la spesa. Questa tesi è stata accolta dai giudici di primo grado che hanno annullato l'atto dell'Agenzia delle entrate ritendo che i redditi invocati dal contribuente andassero a coprire le maggiori spese. L'Amministrazione fiscale però ricorre in cassazione sostenendo che il ragionamento dei giudici fosse errato.
La cassazione
I giudici della cassazione accolgono il ricorso dell'Agenzia delle entrate. Secondo questi l'accertamento dei redditi percepiti dal contribuente e non dichiarati (questo ha portato all'atto) ottenuti dalla società non va a coprire le spese extra in relazione alla sua capacità contributiva. Questo perché secondo i giudici tali redditi non sono riconducibili né a quelli posseduti nello stesso periodo d'imposta, né a quelli esenti o soggetti ad una ritenuta alla fonte a titolo di imposta né risultano essere legalmente esclusi dalla formazione della base imponibile.
I giudici specificano che anche se si è oggetto di uno notifica causa redditometro il contribuente può sempre dimostrare che i redditi contestati sono di fonte legale. E che dunque il contribuente poteva disporre di quella liquidità. Ovviamente questo deve essere provato con documenti. Si deve dunque provare sia il possesso che il tempo per il quale si sono detenuti quei redditi. In questo modo si potrà dimostrare che in quell'arco di tempo si disponeva di una capacità di acquisto superiore al solito. E dunque si giustificherà l'esborso delle somme contestate.