Lavoro domestico e agevolazioni fiscali: quali sono e come ottenerle

26.8.2021
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I datori di lavoro che assumono lavoratori domestici, quali colf e badanti, hanno la possibilità di beneficiare di alcune agevolazioni fiscali
Assumere regolarmente un lavoratore domestico e, conseguentemente, versare i contributi dà diritto al datore di lavoro di dedurre dal reddito imponibile i contributi obbligatori versati
È possibile detrarre le spese e i costi sostenuti per gli addetti all’assistenza personale o di un familiare a carico
Secondo alcuni dati rilasciati dall'Inps, il settore del lavoro domestico occupa in Italia oltre 900 mila persone, tra badanti e colf regolarmente assunte, e incide per oltre 7 miliardi di euro l'anno sulle famiglie italiane.
Tra gli elementi che giustificano numeri così alti, in linea generale, v'è il fatto che l'Italia ha una elevata incidenza di popolazione anziana, la quale trova nel supporto dei lavoratori domestici una giusta soluzione alle proprie esigenze.
Stando ai dati raccolti per il 2020 dall'Osservatorio sui lavoratori domestici dell'Inps, il Nord-Ovest è l'area geografica che presenta il maggior numero di collaboratori domestici, con il 30,2%, mentre il Sud registra numeri ben più bassi con meno con del 12,7%. Più nel dettaglio, la regione che presenta il maggior numero di lavoratori domestici è la Lombardia, con 172.092 lavoratori nel 2020, pari al 18,7%.
Ebbene, è utile comprendere in che misura l'assunzione di un lavoratore domestico, in particolare di colf o badanti, consente di beneficiare di agevolazioni fiscali.
Prima di approfondire questo aspetto è però necessario sviluppare alcune premesse, soffermando l'attenzione sulla definizione di lavoro domestico, sulle diverse forme contrattuali previste e sulle mansioni che, in linea generale, competono a colf e badanti; intendendosi per tali, rispettivamente, i soggetti che si occupano delle faccende domestiche o delle esigenze familiari e coloro che, invece, svolgono mansioni di assistenza alla persona.
Il lavoro domestico è una specifica forma di rapporto di lavoro subordinato che - in forza di uno stretto vincolo fiduciario tra le parti – si svolge quasi esclusivamente presso il domicilio del datore di lavoro e si esplica nella disponibilità del collaboratore a rispondere ai bisogni della vita familiare del datore.
Ebbene, è utile comprendere in che misura l'assunzione di un lavoratore domestico, in particolare di colf o badanti, consente di beneficiare di agevolazioni fiscali.
Prima di approfondire questo aspetto è però necessario sviluppare alcune premesse, soffermando l'attenzione sulla definizione di lavoro domestico, sulle diverse forme contrattuali previste e sulle mansioni che, in linea generale, competono a colf e badanti; intendendosi per tali, rispettivamente, i soggetti che si occupano delle faccende domestiche o delle esigenze familiari e coloro che, invece, svolgono mansioni di assistenza alla persona.
Il lavoro domestico è una specifica forma di rapporto di lavoro subordinato che - in forza di uno stretto vincolo fiduciario tra le parti – si svolge quasi esclusivamente presso il domicilio del datore di lavoro e si esplica nella disponibilità del collaboratore a rispondere ai bisogni della vita familiare del datore.
Il rapporto di lavoro domestico può essere disciplinato mediante la sottoscrizione di contratti di lavoro a tempo determinato o parziale o, ancora, mediante contratti di somministrazione di manodopera o di assistenza.
La retribuzione dei collaboratori domestici è definita dal Ccnl e si compone, per lo più, della retribuzione minima contrattuale, delle indennità in caso di vitto e alloggio, degli scatti di anzianità.
Ciò considerato, è opportuno prendere in analisi le agevolazioni fiscali di cui possono beneficiare i datori di lavoro che assumono colf e badanti. Segnatamente si tratta della possibilità di fruire della deduzione fiscale per i contributi obbligatori versati e della detrazione Irpef per le spese sostenute.
Il datore di lavoro potrà beneficiare della deduzione dal reddito imponibile dei contributi previdenziali e assistenziali obbligatori versati per gli addetti ai servizi domestici e familiari - per colf, baby-sitter e assistenti delle persone anziane - entro l'importo massimo di 1.559,36 euro annui; importo fisso che non varia al variare del reddito dichiarato.
Inoltre, il datore di lavoro potrà beneficiare della detrazione Irpef, nella misura del 19%, per le spese sostenute per gli addetti all'assistenza personale nei casi di assistenza a persone non autosufficienti, entro un importo massimo di 2.100 euro l'anno.
È bene specificare che la detrazione può spettare tanto al soggetto non autosufficiente quanto ai familiari che per quest'ultimo affrontano la spesa, e che si potrà fruire della detrazione solo se il reddito complessivo dichiarato risulta inferiore a 40.000 euro.
Si segnala, infine, che la detrazione spetta anche se le prestazioni di assistenza sono rese da una casa di cura o di riposo o da una cooperativa di servizi.
La retribuzione dei collaboratori domestici è definita dal Ccnl e si compone, per lo più, della retribuzione minima contrattuale, delle indennità in caso di vitto e alloggio, degli scatti di anzianità.
Ciò considerato, è opportuno prendere in analisi le agevolazioni fiscali di cui possono beneficiare i datori di lavoro che assumono colf e badanti. Segnatamente si tratta della possibilità di fruire della deduzione fiscale per i contributi obbligatori versati e della detrazione Irpef per le spese sostenute.
Il datore di lavoro potrà beneficiare della deduzione dal reddito imponibile dei contributi previdenziali e assistenziali obbligatori versati per gli addetti ai servizi domestici e familiari - per colf, baby-sitter e assistenti delle persone anziane - entro l'importo massimo di 1.559,36 euro annui; importo fisso che non varia al variare del reddito dichiarato.
Inoltre, il datore di lavoro potrà beneficiare della detrazione Irpef, nella misura del 19%, per le spese sostenute per gli addetti all'assistenza personale nei casi di assistenza a persone non autosufficienti, entro un importo massimo di 2.100 euro l'anno.
È bene specificare che la detrazione può spettare tanto al soggetto non autosufficiente quanto ai familiari che per quest'ultimo affrontano la spesa, e che si potrà fruire della detrazione solo se il reddito complessivo dichiarato risulta inferiore a 40.000 euro.
Si segnala, infine, che la detrazione spetta anche se le prestazioni di assistenza sono rese da una casa di cura o di riposo o da una cooperativa di servizi.