Giocare a calcio in Italia? Perché conviene dal punto di vista fiscale

1.7.2021
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Sono numerose le misure fiscali agevolative che l'Italia, nel tempo, ha introdotto per attrarre capitale umano e talenti
Il regime degli impatriati è una misura di vantaggio fiscale che consente, ai soggetti che intendono trasferire la propria residenza fiscale in Italia, per svolgere un’attività lavorativa, di godere di una tassazione agevolata sui redditi ivi prodotti
Anche i calciatori, e più in generale gli sportivi professionisti, possono beneficiare delle agevolazioni fiscali previste per i lavoratori impatriati
Ormai da diversi anni l'Italia, al pari di altri Paesi dell'Ue, al fine di attrarre sul territorio soggetti altamente specializzati, favorire l'ingresso di capitale umano e forza lavoro, come pure incentivare il rientro di talenti sul territorio, ha deciso di adottare politiche particolarmente vantaggiose per le persone fisiche che ivi decidono di trasferire la propria residenza fiscale.

Una delle agevolazioni, in questo senso, più nota, introdotta dal Decreto Internazionalizzazione, è quella del regime speciale per lavoratori impatriati.
La misura - anche per effetto di alcuni emendamenti – prevede, a determinate condizioni e per determinate categorie di soggetti, la possibilità di beneficiare di una corposa riduzione del reddito imponibile.
È evidente che una misura di questo tipo ha suscitato, nel tempo, l'interesse di numerosi soggetti Ue o Extra-Ue che, prima di trasferirsi in Italia o appena trasferiti, valutano la possibilità di accedere a detto regime di vantaggio.
È questo il caso, di una società calcistica italiana di Serie A che, con riferimento ad un proprio calciatore, fiscalmente residente in Italia dal 2020, a seguito di trasferimento da un Paese extra-UE, ha chiesto all'Agenzia delle entrate (mediante procedura di interpello) se, e a quali condizioni, applicare la misura agevolativa del regime degli impatriati.
Il chiarimento reso dall'Agenzia con risposta a interpello n. 447/2021, permette di mettere in evidenza i requisiti che i calciatori, e più in generale gli sportivi professionisti che intendono trasferirsi in Italia, devono integrare per beneficiare di questo regime.
Come chiarito in prima battuta dall'Agenzia, in considerazione delle modifiche nel tempo intervenute in materia, che hanno esteso la platea dei beneficiari, il regime agevolativo trova applicazione nei confronti di tutti i lavoratori (siano cittadini Ue o di Stati extra-UE in presenza di Convenzione contro le doppie imposizioni), compresi gli sportivi professionisti.
Sportivi professionisti sono gli atleti, gli allenatori, i direttori tecnico-sportivi ed i preparatori atletici, che esercitano l'attività sportiva a titolo oneroso, con carattere di continuità nell'ambito delle discipline regolamentate dal Coni e che conseguono la qualificazione dalle federazioni sportive nazionali.
La misura - anche per effetto di alcuni emendamenti – prevede, a determinate condizioni e per determinate categorie di soggetti, la possibilità di beneficiare di una corposa riduzione del reddito imponibile.
È evidente che una misura di questo tipo ha suscitato, nel tempo, l'interesse di numerosi soggetti Ue o Extra-Ue che, prima di trasferirsi in Italia o appena trasferiti, valutano la possibilità di accedere a detto regime di vantaggio.
È questo il caso, di una società calcistica italiana di Serie A che, con riferimento ad un proprio calciatore, fiscalmente residente in Italia dal 2020, a seguito di trasferimento da un Paese extra-UE, ha chiesto all'Agenzia delle entrate (mediante procedura di interpello) se, e a quali condizioni, applicare la misura agevolativa del regime degli impatriati.
Il chiarimento reso dall'Agenzia con risposta a interpello n. 447/2021, permette di mettere in evidenza i requisiti che i calciatori, e più in generale gli sportivi professionisti che intendono trasferirsi in Italia, devono integrare per beneficiare di questo regime.
Come chiarito in prima battuta dall'Agenzia, in considerazione delle modifiche nel tempo intervenute in materia, che hanno esteso la platea dei beneficiari, il regime agevolativo trova applicazione nei confronti di tutti i lavoratori (siano cittadini Ue o di Stati extra-UE in presenza di Convenzione contro le doppie imposizioni), compresi gli sportivi professionisti.
Sportivi professionisti sono gli atleti, gli allenatori, i direttori tecnico-sportivi ed i preparatori atletici, che esercitano l'attività sportiva a titolo oneroso, con carattere di continuità nell'ambito delle discipline regolamentate dal Coni e che conseguono la qualificazione dalle federazioni sportive nazionali.
Più nello specifico, la misura agevolativa, conferma l'Agenzia, prevede anche per i calciatori di beneficiare di una tassazione agevolata a patto però che lo sportivo, al pari di qualunque altro lavoratore intenzionato a beneficiare della misura, trasferisca la residenza nel territorio dello Stato; non sia stato residente in Italia nei due periodi d'imposta precedenti al trasferimento; si impegni a risiedere in Italia per almeno 2 anni; svolga in Italia l'attività lavorativa prevalentemente.
Condizione, quest'ultima, che risulta soddisfatta quando l'attività è prestata nel territorio italiano per un periodo superiore a 183 giorni nell'arco dell'anno.
Per quanto concerne la tassazione agevolata sui redditi da lavoro dipendente prodotti dagli sportivi professionisti in Italia, la norma (comma 5-quater dell'articolo 16 del D.Lgs. 147/2015) prevede che i redditi concorrono alla formazione de reddito complessivo limitatamente al 50% del loro ammontare.
La disciplina del regime degli impatriati prevede, inoltre, sempre con riferimento agli sportivi professionisti, il versamento di un contributo pari allo 0,5 per cento della base imponibile, con finalità di promozione dello sviluppo dei settori sportivi giovanili.
La durata del periodo agevolativo è di cinque anni complessivi, a partire dal periodo d'imposta individuato (nel caso di specie 2020) e per i successivi quattro anni.
Dal documento di prassi dell'Agenzia delle Entrate, ne deriva che gli sportivi professionisti possono beneficiare, al pari di tutti gli altri lavoratori, del vantaggio fiscale previsto dalla misura del regime degli impatriati e che, la percentuale di abbattimento del reddito imponibile, è pari al 50%.
Inoltre, dalla lettura della risposta a interpello resa dall'Agenzia, si evince che, ai fini del godimento del beneficio, non osta il fatto che il rapporto di lavoro sia instaurato con una società (in questo caso sportiva/calcistica) di diritto estero.
Tutto ciò considerato, occorre evidenziare che – in linea generale - ai lavoratori (diversi dagli sportivi) che decidono di trasferire la propria residenza fiscale in Italia, il regime degli impatriati concede la possibilità di beneficiare di un abbattimento dell'imponibile al 70%, che può diventare del 90% per chi trasferisce la residenza nelle regioni meno competitive, quali Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sardegna, Sicilia.
Condizione, quest'ultima, che risulta soddisfatta quando l'attività è prestata nel territorio italiano per un periodo superiore a 183 giorni nell'arco dell'anno.
Per quanto concerne la tassazione agevolata sui redditi da lavoro dipendente prodotti dagli sportivi professionisti in Italia, la norma (comma 5-quater dell'articolo 16 del D.Lgs. 147/2015) prevede che i redditi concorrono alla formazione de reddito complessivo limitatamente al 50% del loro ammontare.
La disciplina del regime degli impatriati prevede, inoltre, sempre con riferimento agli sportivi professionisti, il versamento di un contributo pari allo 0,5 per cento della base imponibile, con finalità di promozione dello sviluppo dei settori sportivi giovanili.
La durata del periodo agevolativo è di cinque anni complessivi, a partire dal periodo d'imposta individuato (nel caso di specie 2020) e per i successivi quattro anni.
Dal documento di prassi dell'Agenzia delle Entrate, ne deriva che gli sportivi professionisti possono beneficiare, al pari di tutti gli altri lavoratori, del vantaggio fiscale previsto dalla misura del regime degli impatriati e che, la percentuale di abbattimento del reddito imponibile, è pari al 50%.
Inoltre, dalla lettura della risposta a interpello resa dall'Agenzia, si evince che, ai fini del godimento del beneficio, non osta il fatto che il rapporto di lavoro sia instaurato con una società (in questo caso sportiva/calcistica) di diritto estero.
Tutto ciò considerato, occorre evidenziare che – in linea generale - ai lavoratori (diversi dagli sportivi) che decidono di trasferire la propria residenza fiscale in Italia, il regime degli impatriati concede la possibilità di beneficiare di un abbattimento dell'imponibile al 70%, che può diventare del 90% per chi trasferisce la residenza nelle regioni meno competitive, quali Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sardegna, Sicilia.