Fondi pensioni: quali sono i falsi miti da sfatare?

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Un fondo pensione può essere molto utile per la pensione futura di un lavoratore. Peccato che molti giovani non conoscono questo prodotto e continuano a circolare false verità

Uno dei falsi miti è il fatto che i fondi pensioni sono particolarmente costosi

Mentre il secondo è che questi hanno una tassazione elevata

Fondi pensione bistrattati e oggetto di falsi miti, soprattutto dai più giovani. È importante costruirsi una pensione aggiuntiva accanto a quella pubblica. Questo investimento deve però essere fatto fin dalle prime esperienze lavorative serie, in modo da arrivare all'età della pensione con un bel gruzzoletto da parte. Quando però si chiede ai più giovani se hanno pensato a questa opportunità, la maggior parte risponde negativamente.
E questo perché da una parte si conosce poco lo strumento e dall'altra perché si hanno idee sbagliate dei fondi pensione. Itinerari Previdenziali, in un suo approfondimento, ha quindi analizzato e cercato di scardinare alcuni falsi miti che ci sono intorno a questo strumento. Partiamo dal primo e dunque dal fatto che molti pensano che i fondi pensione siano particolarmente costosi. Questa idea è sbagliata. Partiamo dal fatto che l'attività di un fondo pensione può essere divisa in tre fasi: quella della contribuzione, quella dei rendimenti e quella delle prestazioni. È importante sottolineare questa distinzione perché per il ruolo sociale che svolge il fondo pensione seguono una serie di vantaggi che comportano un considerevole risparmio, soprattutto fiscale nelle diverse fasi. Già questo basterebbe a screditare l'idea dell'alto costo, ma andiamo avanti e analizziamo dove effettivamente risiede la convenienza di aderire ad un fondo pensione. L'Italia, spiega Itinerari Previdenziali, ha adottato il modello Ett, ovvero esente da tasse in fase di contribuzione, tassato sui rendimenti finanziari conseguiti dal fondo e sulla prestazione finale.

Il primo vantaggio risiede nella fase di contribuzione che è esentasse e prevede la deducibilità fino a 5.164,57 euro. Passiamo al secondo vantaggio. I contributi vengono investiti sui mercati finanziari dal fondo e si paga una tassa di favore rispetto a qualsiasi altro strumento di investimento. L'aliquota applicata sui rendimenti conseguiti dal fondo pensione è del 12,5% contro il 20% di quella investita nei titolo di Stato e del 26% per le altre tipologie di investimento.

Altro falso mito da sfatare è il fatto che le prestazioni erogate dal fondo pensione hanno una tassazione elevata. In questo caso bisogna distinguere tra le prestazioni non pensionistiche e quelle che invece lo sono. Le prime possono essere erogate anche prima della maturazione dei requisiti pensionistici. Su queste c'è appunta una tassazione molto vantaggiosa.

Le richieste di anticipazioni per spese sanitarie a seguito di gravissime situazioni per terapie e interventi per sé, coniuge o figli, saranno assoggettate a ritenuta a titolo di imposta del 15% che decresce fino al 9%. Per ogni anno di iscrizione al fondo successivo al 15esimo infatti, l'aliquota si riduce di 0,3 punti percentuali fino a un massimo di 6 punti”, si legge nell'analisi. Se invece l'anticipazione viene richiesta per l'acquisto o la ristrutturazione della prima casa per sé o per i figli o per qualsiasi altra esigenza che possa presentarsi, ci sarà una ritenuta del 23%. Inoltre, tutte le somme erogate dal fondo come anticipazioni potranno essere reintegrate sempre in esenzione di imposta (attenzione al limite dei 5.164,53 euro).

I vantaggi fiscali si apprezzano però soprattutto nel momento della prestazione finale, cioè quando saranno maturati i requisiti per andare in pensione. Alla prestazione pensionistica integrativa sarà infatti applicata una ritenuta che va da un massimo del 15% fino a un minimo del 9%. Da sottolineare come la pensione pubblica è invece tassata ad aliquota marginale in base agli scaglioni Irpef.

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