Focus sugli illeciti tributari: tra casi noti e casi pratici

Nicola Dimitri
31.8.2021
Tempo di lettura: 5'
L'illecito che deriva dalla violazione di una norma tributaria può essere sanzionato sia in via penale che amministrativa

I reati tributari riguardano violazioni con alto grado di offensività e l’ordinamento, in caso di evasione fiscale, prevede sanzioni penali al superamento di determinate soglie di imposta evasa

Il ravvedimento operoso consente, al contribuente che decide spontaneamente di sanare la propria posizione fiscale, di beneficiare di un’attenuazione delle sanzioni pecuniarie

Ogni anno si allunga la lista dei personaggi famosi che, dopo approfonditi accertamenti da parte dell'Agenzia delle entrate, finiscono sotto la lente del fisco italiano, trovandosi perciò obbligati - spesso dopo lunghi contenziosi -, a sostenere importanti esborsi a favore delle casse dello Stato per sanare la propria posizione.
Uno dei casi più eclatanti è certamente quello che ha visto coinvolto il campione del motociclismo Valentino Rossi, che da poco ha annunciato il suo ritiro dal mondo della competizione su due ruote. Allo sportivo pesarese, che al tempo aveva la residenza a Londra, il fisco italiano aveva contestato la mancata dichiarazione di oltre 60 milioni di euro di imponibile. Come noto, il braccio di ferro tra l'Agenzia delle entrate e Rossi, si concluse con una transazione da 35 milioni di euro da parte di quest'ultimo.
Fuori dal mondo dello sport, un altro personaggio ad essere finito nelle maglie del fisco è Graham Law, manager di punta del colosso del web Google.

Law venne accusato nel 2018 di avere sottratto all'erario italiano, nell'arco di quattro anni, oltre 98 milioni di euro di imposte Ires, trasformando i ricavi realizzati in Italia tramite la stabile organizzazione occulta di 'Google Ireland' in royalties soggette a tassazione in un Paese a fiscalità ridotta. Ebbene, la vicenda terminò con un patteggiamento del manager dell'azienda di Mountain View, a cui fu accordata la possibilità di convertire sei mesi di carcere con il pagamento di 45 mila euro.

Abbracciando ora il mondo della musica è appena il caso di fare riferimento all'episodio che, nel 2014, interessò Gianna Nannini. La nota cantante venne accusata di aver evaso, tra il 2007 e il 2012, 4 milioni di euro, trasferendo parte dei suoi guadagni presso paesi a fiscalità privilegiata. Anche in questo caso, la questione si risolse con un patteggiamento.

Ebbene, è evidente che quando si tratta di personaggi famosi, per forza di cose sotto la luce dei riflettori, gli occhi del fisco sono particolarmente attenti a monitorare ogni fonte di reddito e ogni manovra potenzialmente idonea a integrare una fattispecie di illecito tributario.
E invero, prendendo le mosse da questi casi che, al di là della capacità di suscitare curiosità, non riescono ad essere, per analogia, declinati nell'esperienza pratica dei contribuenti comuni (stante gli importi – spesso a numerosi zeri – che vengono contestati ai famosi), è appena il caso di sviluppare un approfondimento in tema di illeciti tributari.

È sin da subito necessario specificare che ogni violazione tributaria può essere sanzionata sia dal punto di vista amministrativo che penale e che, più nel dettaglio, l'illecito tributario costituisce una sottospecie di quello penale e amministrativo.

L'illecito è amministrativo – e in questo caso la sanzione potrà essere irrogata dall'amministrazione finanziaria - se la sanzione è pecuniaria o accessoria a contenuto interdittivo.

I principali illeciti amministrativi si possono dividere in tre gruppi: illeciti relativi alla violazione di obblighi meramente formali (si tratta dunque di obblighi di documentazione e contabilità); illeciti relativi alla dichiarazione tributaria (questi prevedono sanzioni commisurate alla misura dell'imposta evasa); illeciti relativi ai versamenti di somme a titolo di imposta (la sanzione sarà ragguagliata all'entità del tributo non versato).

Un illecito tributario ha rilevanza penale, invece, se la sanzione prevista, irrogata dall'autorità giudiziaria a seguito di un procedimento penale, è la reclusione, la multa, l'arresto o l'ammenda; dunque se si tratta di delitto o contravvenzione.

La vigente disciplina dei cd. reati tributari è contenuta nel d.lgs. 74/2000 e riferisce alle violazioni, relative ad alcuni tributi, che il legislatore interpreta come caratterizzate da un alto grado di offensività e contraddistinte dal dolo specifico di evasione.

È punita, pertanto, la condotta del soggetto che in maniera deliberata intende conseguire un indebito vantaggio (risparmio di imposta), evadendo l'imposta tramite una dichiarazione difforme rispetto a quella in concreto dovuta.

In ambito penale occorre fare tre macro distinzioni:

- i reati in materia di dichiarazione dei redditi, che si integrano quando un soggetto si avvale di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti; quando un contribuente presenta una dichiarazione fraudolenta compiendo, ad esempio, operazioni simulate o ostacolando l'accertamento; quando la parte al fine di evadere le imposte, presenti una dichiarazione infedele indicando, ad esempio, nella dichiarazione annuale (dei redditi o Iva) elementi attivi per un ammontare inferiore rispetto a quello effettivo. Vi è poi l'ipotesi dell'omessa dichiarazione, che si integra quando un soggetto per evadere le imposte sui redditi o Iva, pur essendovi obbligato, non presenta la dichiarazione;

Sul punto è bene specificare che non si considera omessa la dichiarazione comunque presentata entro 90 giorni dalla scadenza del termine o che non risulti sottoscritta dal contribuente o che sia stata redatta su un modello diverso da quello prescritto.

- i delitti in materia di documenti contabili, che consistono nell'emissione di fatture o documenti inesistenti per consentire l'evasione di terzi; nell'occultamento o nella distruzione (anche parziale) delle scritture contabili con l'intento di evadere l'Iva o le imposte sui redditi o di consentire l'evasione di terzi;

- i reati in materia di riscossione dei tributi, che vengono in rilievo con l'indebita compensazione, con la sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte, con l'omesso versamento di ritenute dovute o certificate o con l'omesso versamento Iva.

Ebbene, occorre specificare che per i reati in materia di dichiarazione dei redditi, è esclusa la punibilità se i debiti tributari (comprese sanzioni e interessi) sono stati estinti con l'integrale pagamento degli importi dovuti, a seguito del ravvedimento operoso o a seguito della presentazione della dichiarazione omessa entro il termine di presentazione relativo al periodo di imposta successivo; a condizione che il ravvedimento o la presentazione intervenga prima che il contribuente abbia formale conoscenza di verifiche, accessi o ispezioni a suo carico.

Tutto ciò considerato, è opportuno soffermarsi sull'istituto del ravvedimento operoso, strumento che consente al contribuente di rimediare in modo volontario ad eventuali errori di calcolo commessi in fase di pagamento dei tributi o per mancata presentazione della dichiarazione dei redditi o Iva.

Il ravvedimento consente di sanare la propria posizione versando il tributo dovuto, maggiorato di una sanzione ridotta rispetto a quella che sarebbe dovuta nel caso in cui la violazione fosse contestata al contribuente da parte dell'amministrazione. In questi termini, il ravvedimento consente di fruire di una attenuazione delle sanzioni pecuniarie se il contribuente procede spontaneamente a regolarizzare la propria posizione.


Redattore e coordinatore dell'area Fiscal & Legal di We Wealth. In precedenza ha lavorato nell'ambito del diritto tributario e della fiscalità internazionale presso primari studi legali

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