Ecco come i millennials percepiscono i consulenti finanziari

7.6.2021
Tempo di lettura: 5'
I millennials non vedono di buon occhio i consulenti finanziari: il 36% della gen y fa da sé quando si tratta di gestire i propri soldi. Confidenza nei propri mezzi e conflitto d'interesse giocano contro i consulenti
Spectrum Group ha condotto una sondaggio tra i millennials americani per capire quale sia il loro rapporto con il mondo della consulenza finanziaria
Il 36% degli intervistati millennials non si rivolge un consulente finanziario, con confidenza nei propri mezzi e conflitto d'interessa che risultano essere le principali ragioni alla base di questa scelta
Più di un quarto dei millennials ha due o più consulenti. A confronto solo il 12% della gen x e il 15% dei baby boomers usa più di un consulente
Millennial, la generazione del presente e del futuro: anche per quanto riguarda le reti finanziarie. Tuttavia il rapporto tra i giovani d'oggi e i professionisti della gestione patrimoniale è lungi dall'essere idilliaco, con più di uno su tre degli appartenenti alla gen y che non ha neppure un consulente finanziario. È quanto emerge da un sondaggio condotto da Specrtem Group sui millennials a stelle strisce – più di un quarto della popolazione statunitense stando ai dati del censimento - e il loro modo di vedere la gestione della propria ricchezza, sempre più in crescita e nel mirino dei consulenti.
Confidenza nei propri mezzi e conflitto d'interesse
Il dato più significativo della ricerca è che il 36% degli intervistati millennials non si rivolge un consulente finanziario. Quali sono le motivazioni di questa diffidenza? La ragione più comune è la confidenza nelle proprie qualità di investitore. Il 38% sente infatti di poter fare meglio di un professionista. Segue il conflitto d'interessi. Il 22% ritiene che il loro consulente non operi nei loro migliori interessi. In altre parole è forte la percezione che il consulente sia più interessato a vendere prodotti che ad aiutare il cliente. In generale, questo sentimento è proprio del 56% dei millennials, una differenza marcata rispetto al 34% dei baby boomers e al 28% degli investitori più anziani che la pensano in questo modo. Solo il 20% degli investitori millennials non è d'accordo con l'idea che i consulenti finanziari siano più interessati a vendere prodotti che ad aiutare i clienti. Infine il ricorso all'aiuto di famiglia e amici è una valida ragione per non rivolgersi a un consulente per il 16%, mentre solo il 13% identificano nelle commissioni da pagare al consulente il motivo della scelta.
Meglio tre consulenti che uno solo
Un altro problema a cui i consulenti devono fare fronte è che i millennials sovente si rivolgono a più consulenti. Più di un quarto dei millennials ha due o più consulenti. A confronto solo il 12% della gen X e il 15% dei baby boomers usa più di un consulente. Di contro, il 13% degli investitori millennial usa tre o più consulenti finanziari. In questo caso i motivi principali di rivolgersi a più di un consulente sono: il bisogno percepito di prodotti specializzati o servizi che il consulente principale non offre e il fatto che non vogliano accentrare la gestione dei propri beni a una sola persona. Infine il consulente indipendente è la figura più utilizzata dai millennials per gestire il loro patrimonio. Il "Discount Broker" è la seconda più popolare, mentre è meno probabile rispetto alle altre generazioni che un millennial si rivolga a un "Full-Service Broker". Inoltre, sono più propensi di utilizzare un commercialista o un avvocato come persona addetta alla gestione del loro patrimonio.