Divorzio: attività finanziarie sotto la lente

28.4.2020
Tempo di lettura: 2'
Si può accedere ai documenti fiscali e patrimoniali del marito per capire se stia nascondendo parte dei risparmi in sede processuale
Le sentenze del Consiglio di Stato danno un'arma in più nei casi di divorzio al lato più debole. La mappatura patrimoniale sarà più semplice e chiara
Il trust è uno strumento che può essere usato per pianificare il proprio patrimonio e in fase di divorzio potrebbe essere usato anche come anello di congiuntura tra i due litiganti
Sì all'accesso dei documenti patrimoniali e reddituali del marito con cui si sta divorziando, senza autorizzazione del giudice. In sede di divorzio le due parti litiganti possono dunque attingere ai documenti fiscali e non dell'ex coniuge per capire se effettivamente sta portando tutto il suo patrimonio in tribunale oppure se ne sta “nascondendo” una parte.
A deciderlo è stato proprio il Consiglio di Stato con le sentenze n.5345 e 5347 del 2019. Nel dettaglio è “possibile accedere ai documenti dell'Agenzia delle entrate per avere contezza della reale situazione reddituale e patrimoniale dell'altro coniuge, direttamente e senza alcuna previa autorizzazione del giudice del processo civile".
Queste decisioni spiega Luigi Belluzzo, managing partner di Belluzzo internazional partners, sono di fondamentale importanza soprattutto in tema di mappatura del patrimonio nella cause di divorzio. L'obiettivo in queste cause è sempre quello infatti di tutelare la parte più debole economicamente. E dunque il poter andare ad osservare la situazione fiscale e patrimoniale dell'ex coniuge è un'arma in più. È importare capire, spiega Belluzzo, che organizzare il proprio patrimonio, usando per esempio lo strumento del trust non è illegale. Anzi, in molti casi questo può essere usato per salvaguardare i figli. E dunque inserire il patrimonio in un trust con l'obiettivo di proteggere la generazione successiva, spesso è una soluzione a cui giungono proprio i due ex coniugi.
In sostanza si può capire la situazione fiscale, accedendo ai dati dell'Agenzia delle entrate. Ma si possono chiedere anche informazioni alla camera di commercio per capire dove l'ex coniuge ha la proprietà effettiva (mappo i trust). Ma anche si possono ottenere informazioni sui vari mandati fiduciari che non finiscono nella situazione reddituale del 730. Insomma con queste due sentenza il Consiglio di Stato ha dato una svolta soprattutto per quanto riguarda le questioni di divorzio. Obiettivo tutelare la parte debole ed evitare che la parte forte nasconda parte del patrimonio.
Queste decisioni spiega Luigi Belluzzo, managing partner di Belluzzo internazional partners, sono di fondamentale importanza soprattutto in tema di mappatura del patrimonio nella cause di divorzio. L'obiettivo in queste cause è sempre quello infatti di tutelare la parte più debole economicamente. E dunque il poter andare ad osservare la situazione fiscale e patrimoniale dell'ex coniuge è un'arma in più. È importare capire, spiega Belluzzo, che organizzare il proprio patrimonio, usando per esempio lo strumento del trust non è illegale. Anzi, in molti casi questo può essere usato per salvaguardare i figli. E dunque inserire il patrimonio in un trust con l'obiettivo di proteggere la generazione successiva, spesso è una soluzione a cui giungono proprio i due ex coniugi.
Accesso a quali documenti?
In sostanza si può capire la situazione fiscale, accedendo ai dati dell'Agenzia delle entrate. Ma si possono chiedere anche informazioni alla camera di commercio per capire dove l'ex coniuge ha la proprietà effettiva (mappo i trust). Ma anche si possono ottenere informazioni sui vari mandati fiduciari che non finiscono nella situazione reddituale del 730. Insomma con queste due sentenza il Consiglio di Stato ha dato una svolta soprattutto per quanto riguarda le questioni di divorzio. Obiettivo tutelare la parte debole ed evitare che la parte forte nasconda parte del patrimonio.