Dichiarazione e imposta di successione: quello che devi sapere

Nicola Dimitri
26.1.2023
Tempo di lettura: 3'
La dichiarazione di successione è un adempimento di estrema importanza per i soggetti che ricevono in eredità beni immobili o diritti reali, in quanto funzionale al pagamento dell'imposta sulle successioni e obbligatorio per poter disporre degli attivi ricevuti mortis causa

Ricevere in eredità beni immobili e diritti reali immobiliari comporta l’obbligo di presentare la dichiarazione di successione e pagare l’imposta

L’imposta di successione è dovuta a seconda del tipo di rapporto che lega l’erede al de cuius e in relazione al valore complessivo dei beni devoluti

Ogni trasferimento di beni idoneo a determinare un aumento della ricchezza di chi lo riceve è considerato dal nostro ordinamento potenzialmente assoggettabile a imposta.

In questo senso, non può stupire che ricevere in eredità determinati beni può comportare l’onere, per chi riceve, di pagare una certa imposta.

Di seguito, sono evidenziati i principali aspetti che attengono gli adempimenti legati alla successione ereditaria.

Dichiarazione di successione


La successione mortis causa implica, a carico degli eredi, una serie di adempimenti fiscali. Tra questi figura la dichiarazione di successione

Si tratta di un adempimento di estrema importanza per i soggetti che ricevono in eredità beni immobili o diritti reali, in quanto funzionale al pagamento dell'imposta sulle successioni e obbligatorio per poter disporre degli attivi ricevuti mortis causa

Più nel dettaglio, è un adempimento obbligatorio di natura fiscale che consiste nel comunicare all’Agenzia delle entrate il subentro degli eredi nei diritti e nella titolarità dei beni del de cuius, al fine di determinare le imposte dovute.

Presupposto dell’obbligo di presentare la dichiarazione, quindi, non è la qualità di erede accettante, bensì quella di chiamato all’eredità, almeno fino al momento della rinuncia.

Pertanto, entro 12 mesi dalla data di apertura della successione, l'obbligo di presentare la dichiarazione grava sui soggetti chiamati all'eredità (a meno che non abbiano rinunciato all'eredità e ne abbiano dato notizia):

  • sugli eredi
  • sui legatari
  • sui loro rappresentanti legali
  • sui soggetti incaricati di amministrare l'eredità
  • sui curatori dell'eredità giacente
  • sugli esecutori testamentari e sui trustee

L'onere insiste anche sui soggetti immessi solo temporaneamente nel possesso dei beni per il caso di morte presunta del contribuente o in caso di assenza.

Inoltre, è bene chiarire che, per il caso in cui più soggetti risultino obbligati alla dichiarazione, la presentazione della stessa da parte di uno solo di essi è sufficiente per sollevare gli altri da ogni adempimento.

Si configura un esonero dall'obbligo di presentare la dichiarazione di successione nel caso in cui l'eredità devoluta al coniuge e ai parenti in linea retta del defunto non comprende beni immobili o diritti reali immobiliari e l'ammontare globale dell'asse ereditario non supera la soglia di 100 mila euro. In questi casi, quindi, i soggetti obbligati sono esentati da ogni obbligo di presentazione.

Nel caso di mancato adempimento dell'obbligo di presentazione della dichiarazione di successione, il contribuente tenuto a questo obbligo potrà essere sottoposto a una sanzione amministrativa pari fino al 240% dell'imposta cui è tenuto.

Imposta di successione


L’imposta di successione è un’imposta indiretta dovuta a favore dello Stato che grava a carico di coloro che ricevono in eredità beni immobili e diritti reali immobiliari.

Tuttavia l’imposta muta al mutare del rapporto di parentela che lega il de cuius, colui che ha lasciato l’eredità, agli eredi.

In particolare, vengono applicate le aliquote:

  • del 4%, per i trasferimenti effettuati in favore del coniuge o di parenti in linea retta (ascendenti e discendenti) da applicare sul valore complessivo netto, eccedente per ciascun beneficiario, la quota di 1 milione di euro;
  • del 6%, per i trasferimenti in favore di fratelli o sorelle da applicare sul valore complessivo netto, eccedente per ciascun beneficiario, 100.000 euro;
  • del 6%, per i trasferimenti in favore di altri parenti fino al quarto grado, degli affini in linea collaterale fino al terzo grado, da applicare sul valore complessivo netto trasferito, senza applicazione di alcuna franchigia;
  • dell’8%, per i trasferimenti in favore di tutti gli altri soggetti da applicare sul valore complessivo netto trasferito, senza applicazione di alcuna franchigia.


Redattore e coordinatore dell'area Fiscal & Legal di We Wealth. In precedenza ha lavorato nell'ambito del diritto tributario e della fiscalità internazionale presso primari studi legali

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