L'elusione fiscale delle imprese: un confronto tra Europa e Usa

9.2.2022
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Più è alta l'aliquota sul reddito delle società nello Stato di residenza, più le società tenderanno ad aprire filiali in Stati esteri a fiscalità agevolata
Se l’interruzione del profit shifting verso paesi a fiscalità agevolata consentirebbe di raccogliere più gettito per molti Stati Ue, non si può dire altrettanto per quei paesi europei che dell'abbassamento delle aliquote hanno fatto la principale misura di politica fiscale
Per impedire il trasferimento di capitali verso giurisdizioni off-shore e paradisi fiscali, occorrerebbe prevedere aliquote ancora più basse di quelle fissate dagli Stati a fiscalità agevolata
Ogni anno gli Stati e le organizzazioni sovranazionali implementano nuove regole per contrastare l'evasione e l'elusione fiscale, prevedendo altresì nuovi e sempre più precisi strumenti di monitoraggio e controllo dei contribuenti.
E invero, per quanto precise possano essere le misure di contrasto e prevenzione all'evasione ed elusione fiscale, e per quanto coordinate possano essere le misure di politica fiscale dei diversi Stati, questi fenomeni sono ben lungi dall'andare incontro ad una riduzione della loro portata.
Tra i fattori che maggiormente concorrono a sottrarre gettito all'erario occorre annoverare il profit shifting delle imprese le quali, attraverso strategie di pianificazione fiscale aggressiva, dirottano i capitali verso paesi a fiscalità agevolata.
Secondo alcune stime elaborate da Eu Tax Observatory, sulla scorta dell'articolo How large is the corporate tax base erosion and profit shifting? A general equilibrium approach, anche una differenza di due punti percentuale sulle aliquote fiscali tra due paesi, applicate ai profitti delle imprese, genera a favore della società che trasferisce i capitali verso la giurisdizione con l'aliquota più bassa, maggiori profitti di, almeno, 0,8 punti percentuali.
Inoltre, più alta sarà l'aliquota fiscale applicata nel paese di residenza di una certa società, maggiori saranno le subsidiaries estere di questa stessa impresa; dunque, maggiori saranno le perdite in termini di entrate pubbliche per lo Stato di residenza, in ragion del fatto che all'aumentare delle filiali, aumentano i flussi di capitali oltreconfine.
Un simile meccanismo sembra non avere una soluzione concreta. Al contrario. Un simile meccanismo tende a mettere gli Stati in competizione fiscale tra loro. La cd. race to the bottom, si manifesta con la corsa degli Stati ad abbassare la tassazione su redditi delle società.
Come emerge dall'articolo in commento, per impedire il trasferimento di capitali verso giurisdizioni off-shore e paradisi fiscali, occorrerebbe prevedere aliquote ancora più basse di questi stessi Stati a fiscalità agevolata. Ma, nei fatti, una simile previsione è solo teorica, stante il fatto che in molti tax haven la tassazione è pari o quasi a zero.
Secondo alcune stime elaborate da Eu Tax Observatory, sulla scorta dell'articolo How large is the corporate tax base erosion and profit shifting? A general equilibrium approach, anche una differenza di due punti percentuale sulle aliquote fiscali tra due paesi, applicate ai profitti delle imprese, genera a favore della società che trasferisce i capitali verso la giurisdizione con l'aliquota più bassa, maggiori profitti di, almeno, 0,8 punti percentuali.
Inoltre, più alta sarà l'aliquota fiscale applicata nel paese di residenza di una certa società, maggiori saranno le subsidiaries estere di questa stessa impresa; dunque, maggiori saranno le perdite in termini di entrate pubbliche per lo Stato di residenza, in ragion del fatto che all'aumentare delle filiali, aumentano i flussi di capitali oltreconfine.
Un simile meccanismo sembra non avere una soluzione concreta. Al contrario. Un simile meccanismo tende a mettere gli Stati in competizione fiscale tra loro. La cd. race to the bottom, si manifesta con la corsa degli Stati ad abbassare la tassazione su redditi delle società.
Come emerge dall'articolo in commento, per impedire il trasferimento di capitali verso giurisdizioni off-shore e paradisi fiscali, occorrerebbe prevedere aliquote ancora più basse di questi stessi Stati a fiscalità agevolata. Ma, nei fatti, una simile previsione è solo teorica, stante il fatto che in molti tax haven la tassazione è pari o quasi a zero.
Ebbene, secondo quanto riportato dall'Eu Tax Observatory, le perdite totali di gettito dovuto al fenomeno dell'erosione della base imponibile mediante il profit shifting delle imprese consiste in 160,8 miliardi di euro (considerando Usa, Ue, Uk e Giappone).
Più nel dettaglio, concentrando l'attenzione sulla sola Ue, si stima che ogni anno vi sia una perdita in termini di entrate fiscali pari a 36 miliardi di euro a causa dello spostamento degli utili delle imprese. Pari al 7,7% del gettito fiscale delle società.
Gli Stati Uniti, invece, registrano perdite di gettito per oltre 100 miliardi di euro, ovvero il 10,7% del gettito fiscale complessivo delle società.
Come rileva questo studio, però, quasi tutti gli Stati, direttamente o indirettamente, traggono vantaggio dal fenomeno del profit shifting. Unione europea compresa.
In effetti, l'Ue attira molte imprese dal Giappone e dagli Stati Uniti, per via di aliquote, in certi casi, più basse; in questi termini, l'Ue incide, in via di fatto, sulla perdita di gettito di questi due Paesi.
Arginare il profit shifting, pertanto, per certi versi, potrebbe non essere conveniente.
Questo è vero soprattutto per alcuni Stati europei che, più degli altri, hanno implementato politiche fiscali particolarmente favorevoli per le imprese estere.
L'eliminazione del fenomeno del profit shifting, ad esempio, comporterebbe un aumento delle entrate dell'imposta sul reddito delle società per la maggior parte dei paesi dell'Ue ma, certamente, non per l'Irlanda, Cipro, la Croazia e la Bulgaria.
Più nel dettaglio, concentrando l'attenzione sulla sola Ue, si stima che ogni anno vi sia una perdita in termini di entrate fiscali pari a 36 miliardi di euro a causa dello spostamento degli utili delle imprese. Pari al 7,7% del gettito fiscale delle società.
Gli Stati Uniti, invece, registrano perdite di gettito per oltre 100 miliardi di euro, ovvero il 10,7% del gettito fiscale complessivo delle società.
Come rileva questo studio, però, quasi tutti gli Stati, direttamente o indirettamente, traggono vantaggio dal fenomeno del profit shifting. Unione europea compresa.
In effetti, l'Ue attira molte imprese dal Giappone e dagli Stati Uniti, per via di aliquote, in certi casi, più basse; in questi termini, l'Ue incide, in via di fatto, sulla perdita di gettito di questi due Paesi.
Arginare il profit shifting, pertanto, per certi versi, potrebbe non essere conveniente.
Questo è vero soprattutto per alcuni Stati europei che, più degli altri, hanno implementato politiche fiscali particolarmente favorevoli per le imprese estere.
L'eliminazione del fenomeno del profit shifting, ad esempio, comporterebbe un aumento delle entrate dell'imposta sul reddito delle società per la maggior parte dei paesi dell'Ue ma, certamente, non per l'Irlanda, Cipro, la Croazia e la Bulgaria.