Detassazione dei dividendi italiani per i fondi Ue

Teresa Scarale
Teresa Scarale
21.12.2020
Tempo di lettura: 2'
In Italia non si applica nessuna ritenuta alla fonte su dividendi e plusvalenze. La norma però non vale se a percepire questi redditi sono società europee. La nuova legge di bilancio 2021 sembra mettere fine a questa discriminazione. E la Borsa spera in ricadute positive sugli scambi

Attualmente, per i fondi esteri che investono nei nostri mercati, la ritenuta è generalmente del 26 per cento alla fonte

«Pur essendo soggetti passivi ai fini Ires, gli Oicr in Italia non scontano imposizione. In gergo, si dice che sono fondi lordisti»

Trattamento questo, percepito come fortemente discriminatorio dal mondo dei fondi di investimento europei e non solo

La Commissione ha già posto in essere un'indagine. La norma in via di approvazione ha il sapore di un atto di «recupero in extremis» per evitare una procedura di infrazione

Piazza Affari si fa bella per gli investitori stranieri. Ad oggi, in Italia i fondi beneficiano di un'esenzione totale delle ritenute alla fonte. Quelli Ue, no. La legge di bilancio 2021 in approvazione contiene però una norma (art. 110) sulla detassazione dei dividendi italiani per i fondi di investimento europei, attualmente di fatto discriminati fiscalmente rispetto a quelli nazionali. La nuova regola ha il sapore di un «recupero in extremis per evitare una procedura di infrazione», commenta a We Wealth il dr. Stefano Grilli, socio dello studio Gianni & Origoni e co-responsabile del dipartimento di diritto tributario. «Di sicuro però costituisce un incentivo all'afflusso di capitali in Italia».
Attualmente, per i fondi esteri che investono nei nostri mercati, la ritenuta è del 26 per cento alla fonte. Possono godere di alleggerimento tributario i fondi pensione. L'aliquota in questo caso è dell'11 per cento, riducibile ulteriormente all'1,2 per cento se il fondo risiede in un paese membro Ue ed è ivi soggetto a imposizione fiscale. «Pur essendo soggetti passivi ai fini Ires, gli Oicr in Italia non scontano imposizione. In gergo, si dice che sono fondi lordisti», afferma la dr.ssa Roberta Moscaroli, partner di Dentons Europe studio legale e tributario. «Sono tassati in capo ai partecipanti del fondo, senza che vi sia una tassazione intermedia».

Un trattamento percepito come fortemente discriminatorio soprattutto nel mondo del private equity, prosegue l'esperta. La norma in esame prevede una rimozione di queste disparità di trattamento rispetto alle forme di investimento delle società europee in Italia.
In particolare c'era già stata un'iniziativa investigativa presso la Commissione europea per verificare se l'Italia stesse ostacolando la libera circolazione dei capitali a livello europeo. «Resta però un vulnus rispetto agli altri fondi di investimento esteri. Tutta una serie di soggetti che potrebbero avere interesse a investire nel nostro paese», prosegue la Moscaroli.

In generale però, questa maggior apertura del mercato dei capitali potrebbe incrementare la capitalizzazione di Borsa delle quotate anche del 10 per cento, secondo alcuni analisti. Non è questo il momento di disincentivare l'afflusso di nuovi capitali nello Stivale. Infatti, nel sondaggio mensile di Bank of America, l'Italia risulta fra i paesi da sovrappesare in portafoglio nel 2021, essendo la principale beneficiaria del Next Generation Eu.
Caporedattore Pleasure Asset. Giornalista professionista, garganica, è laureata in Discipline Economiche e Sociali presso l'Università Bocconi di Milano. Scrive di finanza, economia, mercati dell'arte e del lusso. In We Wealth dalla sua fondazione

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