Agevolazioni fiscali, la Cina accelera su Shanghai Ftz

La free trade zone (Ftz) del Pundong in Cina, nei pressi di Shanghai, è ufficialmente attiva dal 2013, ma finora ha deluso
Le comunicazioni ufficiali del governo parlano di uno “sconto” iniziale sull’aliquota fiscale societaria dal 25% al 15% per i primi cinque anni da quando una società sposta propria sede nell’area
I settori interessati sarebbero quelli altamente strategici: intelligenza artificiale, scienze biologiche, aviazione, chip
Un po' di scetticismo presente da parte degli osservatori internazionali (Reuters definisce “superficiale” il tentativo di riforma) è comprensibile. Beijing aveva lanciato il programma ben otto anni fa, con molta enfasi. Poi però tutto si è ridotto a mere formalità burocratiche. La stampa ufficiale nazionale (come il Global Times), nel riportare il comunicato governativo, parla oggi del Pudong come del futuro hub finanziario della Cina quando il paese diventerà “la prima economia al mondo entro il 2035”.
I critici osservano che la zona potrebbe cannibalizzare il ruolo di Hong Kong, attualmente parte attiva nell'importante progetto pilota Wealth Connect, pensato per introdurre in via sperimentale una certa libertà nel movimento dei capitali da e verso la Cina. In base a questo schema, i risparmiatori di nove città della Greater Bay Area (Shenzhen e Guangzhou oltre a Hong Kong) potranno investire fino a 154.000 dollari Usa in fondi a medio e basso rischio domiciliati nell'ex colonia britannica (il limite attuale è di 50.000 dollari Usa annui). Uno sbocco per dare alla ricchezza delle famiglie cinesi accesso ai fondi internazionali.
Attualmente, le free trade zone in Cina sarebbero 21: nessuna ancora è decollata, i mesi a venire diranno se toccherà davvero a Shanghai rompere gli indugi.