Pmi italiane, redditività in calo ma crescono gli investimenti

Nel 2018 il fatturato delle piccole e medie imprese è cresciuto del 4,1% in termini nominali
Dopo il salto positivo del 2017 (+5,5%), oggi le Pmi italiane crescono a ritmi più lenti (+2,9%)
Nei primi sei mesi del 2019 sono aumentati nuovamente i ritardi e i tempi di pagamento delle Pmi
Come si posizionano le imprese in questo contesto?
La ripresa economica aveva toccato un picco nel 2017: l'accelerazione dei ricavi e la redditività delle imprese avevano caratterizzato una grande solidità finanziaria, una scia che la sesta edizione del Rapporto Cerved sembra frenare. Nel 2018 e nella prima parte del 2019 la crescita del fatturato e dei profitti delle aziende ha subito un blocco, lasciando però immuni i profili di rischio.
Lo scorso anno il fatturato delle piccole e medie imprese è cresciuto del 4,1% in termini nominali, con un rallentamento che ha riguardato tutti i settori. L'unica eccezione è rappresentata dal settore delle costruzioni, dove il numero di fallimenti si è ridotto (differentemente dall'industria nel suo complesso dove è aumentato nel 2018 ed è continuato ad aumentare a ritmi più sostenuti nel 2019) e i ricavi sono cresciuti.
Positiva la demografia di impresa, ma in chiaroscuro
In termini di numerosità, invece, il Belpaese è stato caratterizzato da una ripresa, anche se resta comunque un'immagine incerta. Oggi il numero di Pmi è più elevato rispetto all'inizio della crisi (hanno raggiunto la quota di 161mila) ma, dopo il salto positivo del 2017 e una crescita registrata del 5,5%, crescono a ritmi più lenti (+2,9%).
Attenzione ai dati sugli investimenti
Gli investimenti delle Pmi nel 2018 hanno registrato una crescita complessiva, specialmente nel settore manifatturiero. Secondo Valerio Momoni, direttore strategy di Cerved, ci sono oltre 100mila imprese che, rientrando in un'area di sicurezza e solvibilità, sono pronte a investire di più e a ricevere più finanziamenti (potrebbero finanziare investimenti per 133 miliardi di euro).
Eppure, i ritmi di crescita non sono travolgenti e i livelli restano inferiori rispetto a quelli pre-crisi: gli investimenti in rapporto al capitale investito sono calati di due punti percentuali, passando dal 10% al 7-8%. Quali sono le motivazioni? “Le imprese non sono pronte ad avviare un ciclo di investimento sostenuto – spiega Fabiano Schivardi, docente della Luiss University – esse hanno imparato a generare più cassa e risorse interne, sono in grado di auto-finanziare i propri investimenti ed è aumentata la liquidità disponibile. Ma le condizioni economiche percepite dagli investitori sono tali da incentivare un atteggiamento prudente”.
Le prospettive per il prossimo triennio
Secondo l'analisi Cerved, nel prossimo triennio le Pmi italiane cresceranno a ritmi lenti, ma evidenzieranno comunque dei profili solidi. Si stima che i fatturati accelereranno leggermente nei prossimi due anni, mentre la redditività lorda resterà ferma nel 2019 per poi avanzare a sua volta a ritmi lenti.