Imprese “zombie”: quante rischiano davvero il fallimento?

Tra il 2019 e il 2020 i tassi di deterioramento del credito hanno subito una contrazione dello 0,4%. I fallimenti, invece, hanno registrato con un crollo del 32%
Le imprese “zombie” (con un'elevata probabilità di fallimento) sono circa 81mila, pari al 7,8% degli affidati al Fondo centrale di garanzia
Occhio alle “zombie light”, vulnerabili prima della pandemia e passate poi alla categoria di rischio. Si parla di oltre 166mila società
Ma come distinguere le imprese in crisi per deficienze strutturali da quelle in crisi perché attive nei settori maggiormente colpiti dall'emergenza epidemiologica? I due autori dello studio (il docente di economia industriale della Luiss, Fabiano Schivardi, e l'economista Guido Romano) hanno incrociato i numeri del Cerved Group Score sulla probabilità di default delle imprese italiane con gli open data del Fondo centrale di garanzia, considerando i finanziamenti concessi a oltre un milione di aziende fino alla fine del mese di gennaio 2021. Non essendo ancora disponibili i bilanci relativi al 2020 (attesi in estate), “Cerved ha definito un modulo ad hoc, il Cgs-impact, che combina gli effetti della pandemia su oltre 300 settori di attività economica con le informazioni individuali delle imprese”, spiegano gli studiosi.

Restano infine il sottogruppo delle “vulnerable non-impacted” e quello definito come “zombie light”. Nel primo caso, si tratta di circa 284mila società, affidate per 31,6 miliardi con prestiti garantiti, per le quali gli esperti citano la necessità di interventi selettivi. Nel secondo caso, invece, si parla di 166mila società, considerate vulnerabili prima della crisi e scivolate poi nella categoria di rischio e che rappresenterebbero anche il gruppo più problematico da valutare in termini di intervento. Questo perché, concludono i due autori, “al suo interno ci sono casi di imprese che, senza la pandemia, avrebbero potuto mantenere o migliorare la loro situazione patrimoniale, e altre che invece erano già su un sentiero di deterioramento strutturale. È per questo gruppo che il compito della politica si fa particolarmente difficile, perché distinguere fra le due situazioni è tutt'altro che facile”.