Imprese: 3 alternative alla banca per una liquidità immediata

Guizzetti: “L’operatività garantita dalle piattaforme fintech facilita l’accesso delle pmi alla finanza alternativa consentendo loro di servirsi di questi strumenti in modo interamente digitale. E favorendo un accesso alla liquidità in tempi rapidi”
La cessione fatture consente alle piccole e medie imprese di cedere i propri crediti tramite operatori fintech (come CrescItalia), ottenendo lo smobilizzo del loro portafoglio di fatture attive emesse nei confronti di debitori
Prima la pandemia. Poi la guerra russo-ucraina, l’incertezza politica, la crisi energetica e i rincari di materie prime, bollette e trasporti. Tutti fattori che, negli ultimi anni, hanno alimentato la sete di liquidità delle piccole e medie imprese italiane. Creando, tra l’altro, quello che Rossella M. Guizzetti (head of MT/LT lending products di CrescItalia intervistata da We Wealth) definisce “un circolo vizioso”: più i flussi di cassa si prosciugano, più i pagamenti si allungano, più il bisogno di liquidità continua a crescere. E accedere ai canali tradizionali, come quello bancario, diventa complesso. Ecco 3 soluzioni alternative per ottenere liquidità in tempi rapidi.
Si tratta di soluzioni messe a disposizione da canali di finanziamento alternativi tramite le piattaforme fintech, grazie alle quali le piccole e medie imprese italiane possono accedere alla liquidità di cui hanno bisogno per finanziare il proprio business. Come spiega Guizzetti, si va da strumenti a breve termine come la cessione di crediti commerciali a strumenti più strutturati e a medio termine come il lending e le emissioni di minibond. “L'operatività garantita dalle piattaforme fintech facilita l’accesso delle pmi alla finanza alternativa, consentendo loro di servirsi di questi strumenti in modo interamente digitale”, racconta l’esperta. “Il processo, semplice e trasparente, favorisce un accesso alla liquidità in tempi rapidi e con modalità flessibili e personalizzabili”.
3 alternative alla banca: come funzionano
La cessione fatture, in particolare, consente alle pmi di cedere i propri crediti tramite operatori fintech (come CrescItalia), ottenendo lo smobilizzo del loro portafoglio di fatture attive emesse nei confronti di debitori. “Grazie al processo inverso, denominato reverse factoring, le imprese possono anche offrire liquidità alla loro filiera, ottimizzando la propria supply chain”, continua Guizzetti. “Per quanto riguarda i finanziamenti a medio termine, il fintech offre anche la possibilità di accedere a soluzioni di lending che consentono alle imprese di accedere a nuova liquidità”.
Cessione crediti commerciali: un caso pratico
Tutte queste soluzioni si rivolgono in modo trasversale a ogni settore produttivo e soprattutto alle imprese di piccole e medie dimensioni. A differenza degli istituti bancari che “valutano esclusivamente il merito creditizio della pmi cedente”, spiega l’esperta, le fintech valutano infatti anche l’azienda debitrice, consentendo in questo modo alle piccole imprese di accedere alla liquidità di cui necessitano. “CrescItalia, per esempio, ha operato con una piccolissima società italiana che svolge attività di manutenzione per una grossa società del settore energy. Questa piccola impresa aveva problemi di liquidità, dovuti al contratto di importo rilevante con l’utility e al pagamento di personale, mezzi e materiale, ma non aveva i requisiti per accedere ai canali di finanziamento tradizionali. La soluzione è arrivata dal fintech: la piccola azienda ha potuto cedere i propri crediti commerciali vantati nei confronti della grande società energetica grazie all’elevata qualità del debitore”.
Guardando infine al mercato, stando ai dati di ItaliaFintech recuperati da Guizzetti, nei primi sei mesi del 2022 sono stati erogati 2,3 miliardi di euro di finanziamenti a medio lungo termine alle imprese grazie alle piattaforme fintech (a fronte degli 1,5 miliardi dello stesso periodo dello scorso anno). Anche il factoring ha registrato un incremento dell’8,1% nel primo trimestre del 2022 rispetto allo stesso periodo del 2019, secondo l’analisi annuale dei dati aggregati relativi al credito specializzato effettuata da Assifact, Assilea e Assofin. “Il 2022 vedrà un grande aumento della domanda di liquidità da parte delle imprese, ma data la situazione politica ed economica mondiale attuale è difficile da prevedere quale sarà l’offerta”, osserva Guizzetti. Poi conclude: “In questa fase osserviamo gli investitori, soprattutto stranieri, in attesa di valutare gli sviluppi. Sicuramente si tratta però di un’asset class importante per il Paese, data la grossa necessità delle pmi nella fase attuale”.