L'impatto della crisi ucraina sui piani d'investimento delle pmi

Rita Annunziata
20.4.2022
Tempo di lettura: '
Il 38% delle pmi italiane dichiara di non aver modificato il proprio business plan a seguito delle criticità emerse sul mercato. Compresa la crisi ucraina. Ecco su cosa puntano

Il 29% afferma di aver integrato il proprio business plan alla luce degli extra costi ma senza modificare sostanzialmente gli obiettivi d’investimento

Resta alta l’attenzione per tutto ciò che è “verde”: il 52% investe nella ricerca di fonti energetiche e materie prime sostenibili

Le piccole e medie imprese italiane non temono la crisi russo-ucraina. Anzi. Il 38% dichiara che le criticità emerse sul mercato (dagli effetti della pandemia ancora in corso alla carenza di materie prime fino ai rincari energetici) non hanno stravolto i propri piani d'investimento. Almeno in termini di obiettivi.
Secondo una nuova indagine di EY condotta nel mese di marzo su un campione di circa 100 aziende tricolori, infatti, il 29% afferma di aver integrato il proprio business plan alla luce degli extra costi ma senza modificare sostanzialmente gli obiettivi d'investimento. La maggioranza delle pmi continua a puntare sull'innovazione di prodotto, anche tramite la digitalizzazione dei processi, la ricerca di nuovi mercati e l'incremento della capacità e dell'efficienza produttiva, oltre a una gestione più flessibile della catena di distribuzione. Oltre la metà, nel dettaglio, vanta la digitalizzazione dei processi nei propri piani d'investimento; e si focalizza sulla robotica nell'11% dei casi.
L'attenzione per tutto ciò che è “verde”, tra l'altro, continua a rappresentare un driver fondamentale. Il 52% delle intervistate investe nella ricerca di fonti energetiche e materie prime sostenibili (si parla rispettivamente del 31 e del 21%). E il 27% riconosce che la responsabilità sociale delle proprie azioni è indispensabile per accrescere il valore del proprio brand nel medio-lungo periodo. Quanto al settore manifatturiero, più in particolare, le risorse sono direzionate principalmente sull'aumento dell'efficienza energetica e della capacità produttiva (anche in considerazione della carenza di approvvigionamenti). In generale, per rispondere all'attuale contesto di incertezza e volatilità, il 49% sta cercando di rendere le proprie aziende più flessibili e capaci di adattarsi ai cambiamenti nel breve periodo.

“Digitalizzazione e sostenibilità sono le due leve che permetteranno alle imprese italiane di essere resilienti e costruire le basi per un nuovo futuro. Per questo, il Piano nazionale di ripresa e resilienza continua a essere una grande occasione di trasformazione, ma la sfida, per il 44% delle aziende che abbiamo intervistato, è quella di coadiuvare le opportunità del Piano con i propri piani di investimento”, osserva Massimo Antonelli, chief executive officer di EY in Italia e chief operating officer di EY Europe West. “I risultati della survey mostrano come gli investimenti e i piani di crescita delle aziende del Paese non si sono indeboliti nonostante le incertezze economiche mondiali”, aggiunge Massimiliano Vercellotti, responsabile italiano del Premio EY L'Imprenditore dell'anno. “Le imprese non hanno perso fiducia nel futuro, ma sarà importante valutare quanto perdureranno le condizioni attuali e, in particolare, l'andamento dei prezzi e dell'inflazione in Europa”.
Giornalista professionista, è laureata in Politiche europee e internazionali. Precedentemente redattrice televisiva per Class Editori e ricercatrice per il Centro di Ricerca “Res Incorrupta” dell’Università Suor Orsola Benincasa. Si occupa di finanza al femminile, sostenibilità e imprese.

Cosa vorresti fare?

X
I Cookies aiutano a migliorare l'esperienza sul sito.
Utilizzando il nostro sito, accetti le condizioni.