Calcio verso un crollo da 4 miliardi, private equity in soccorso

Rita Annunziata
6.5.2020
Tempo di lettura: 3'
Un calcio d'inizio non è stato ancora fischiato e le principali leghe di calcio europee si preparano a una potenziale perdita dei ricavi superiore ai quattro miliardi di euro. Intanto, alcuni fondi di private equity volgono lo sguardo verso la Serie A

Secondo un'analisi di Kpmg, la Serie A si prepara a un deprezzamento del valore delle squadre del 26,1% nel caso di una mancata ripartenza

“Se da un lato i giovani sono protetti dall'età e i top player dagli sponsor, i giocatori con un'età tra i 27 e i 30 anni e un contratto con una scadenza di ancora pochi anni sono molto onerosi e poco appetibili”, spiega Nicolò Nunziata di Marzotto Investment House

Il fondo americano Blackstone ha intavolato una trattativa con la Serie A per un finanziamento di circa 100 milioni volto a sopperire le esigenze di liquidità nel breve termine

Mentre crescono l'attesa e i dubbi nei confronti di un nuovo calcio d'inizio, l'ecosistema calcistico si prepara a uno scenario tutt'altro che ottimistico. Secondo un'analisi di Kpmg, Player value not immune to pandemic, le prime cinque leghe di calcio europee potrebbero andare incontro a una perdita dei ricavi superiore ai quattro miliardi di euro nel caso di una cancellazione della stagione in corso. Una cifra che potrebbe ridursi in una misura compresa tra un terzo e un quinto qualora risuonasse invece il fischio di una ripartenza.
In attesa della riunione tra il comitato tecnico scientifico della Protezione civile e i vertici della Figc in merito al protocollo sulla ripresa degli allenamenti di gruppo a partire dal 18 maggio, le stime di Kpmg prevedono in ogni caso un deprezzamento del valore di mercato dei giocatori. “Le società calcistiche si trovano ad affrontare una crisi senza precedenti – si legge nel report – che sta danneggiando le loro prestazioni finanziarie” e, nel caso di una mancata ripartenza, dovranno affrontare una fame di liquidità, difficoltà nel ripagare i propri debiti e, di conseguenza, minori fondi da investire nel calciomercato. Il deprezzamento, in particolare, che coinvolgerebbe anche i top player, sarebbe tanto più ampio quanto più si trattasse di giocatori con un'età elevata, mentre risulterebbero più resilienti alla crisi i giovani.

Analizzando la classifica dei 20 giocatori più “preziosi”, si parla di un crollo medio del valore di mercato del 20% nel caso di una mancata ripartenza e del 13% nel caso in cui la stagione venisse terminata a porte chiuse. La Premier League inglese, in particolare, registrerebbe la più grande perdita in valore assoluto nello scenario peggiore (2,7 miliardi di euro), mentre per la Serie A si parla di un deprezzamento del 26,1%. In termini di squadre, le più colpite sono il Barcellona (-28,9%) e il Real Madrid (-27,2%), seguite in Italia dal Napoli (-28,2%) e dalle quotate Roma (-25%) e Juventus (-23,4%).
“Queste società hanno nelle proprie rose i calciatori con gli stipendi più elevati, quindi l'incidenza sui costi fissi è maggiore – spiega Nicolò Nunziata, strategist azionario di Marzotto Investment House – Se da un lato i giovani sono protetti dall'età e i top player dagli sponsor, i giocatori con un'età compresa tra i 27 e i 30 anni e un contratto con una scadenza di ancora pochi anni sono molto onerosi e poco appetibili, se non in un'ottica di scambio. Le squadre concentrate su questa tipologia di player potrebbero soffrire maggiormente nel caso di una mancata ripartenza”.

Le mosse del private equity


Nel frattempo, alcuni grandi fondi di private equity internazionali hanno iniziato a volgere lo sguardo verso il calcio europeo. Dopo che l'americana Blackstone ha intavolato una trattativa con la Serie A per un finanziamento di circa 100 milioni volto a sopperire le esigenze di liquidità nel breve termine, secondo quanto riportato da Il Sole 24 ore anche la britannica Cvc Capital Partners avrebbe avviato una discussione con la Lega per la costituzione di una nuova società verso la quale confluirebbero i diritti tv del campionato a partire dal 2021.

“L'interesse dei fondi di private equity dimostra quanto valore ruoti intorno al calcio – continua Nunziata – Tuttavia, sarebbe preferibile evitare una situazione critica sul fronte dei diritti tv e giocare a porte chiuse almeno dei playoff, qualora ci fossero le condizioni sanitarie necessarie. Si tratta di un'industria molto appetibile, ma che si basa sulla continuità. Avendo costi fissi molto elevati, la sintonia con le televisioni è fondamentale, perché garantiscono la maggior parte degli introiti. Qualora il campionato non ripartisse, il calciomercato sarebbe modesto e bisognerebbe rivedere tutte le variabili con i diversi stakeholder, con perdite che riguarderebbero tutti gli attori in gioco”.
Giornalista professionista, è laureata in Politiche europee e internazionali. Precedentemente redattrice televisiva per Class Editori e ricercatrice per il Centro di Ricerca “Res Incorrupta” dell’Università Suor Orsola Benincasa. Si occupa di finanza al femminile, sostenibilità e imprese.

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